venerdì 28 giugno 2013

La wishlist del mese: Veronica

La cosa che più amo della wishlist sono i vostri commenti, quelli in cui condividete sogni, desideri, in cui vi entusiasmate per le cose mi piacciono oppure mi raccontate le cose che amate voi. Quindi un giorno, nel leggere questi commenti, mi sono detta: ma perché non chiedere alle persone che seguono la wishlist di farne una loro? In fondo, a casa di Cindy amiamo molto avere ospiti!  La wishlist degli ospiti verrà pubblicata ogni ultimo venerdì del mese e spero diventi un appuntamento fisso. Figo, eh? Del resto, ve l'ho detto che oggi vi aspettava una sorpresa!!

Non posso non cominciare la wishlist con Veronica, che è una delle cose più belle che questo blog mi abbia regalato. Veronica è in assoluto quella che ha lasciato più commenti alle wishlist e mi ha trasmesso tantissimo entusiasmo da subito. Quindi lascio la parola a Veronica e le dico grazie di cuore! Davvero.

Chi mi incontra per strada, spesso mi trova in contemplazione di  vetrine addobbate con oggettistica varia, colorata e assolutamente inutile. Ecco, quando penso ad una wishlist io tendo a colmarla di oggetti colorati, dolcissimi, evocativi, perlopiù vintage ma assolutamente inutili. Per questa wishlist ho cercato di tirare fuori dal sacco ciò che non considero inutile tra la paccottiglia impolverata che è la camera immaginaria della mia testa adibita alle cose che vorrei, mi sono messa i guanti e la maschera e ho fatto un’accurata selezione, sono uscita illesa e un po’ impolverata, diciamo che la Novelle Cuisine che avevo desiderato per il Natale dei miei 7 anni mi ha un po’ ammaccato il ginocchio quando ci sono passata vicino.
In ogni modo, bando alle ciance, questa è la mia wishlist.


1. Nel momento in cui ho avuto la certezza di laurearmi, la prima cosa che ho pensato  –sono proprio una material girl - ,  è stata: “ adesso mando messaggi subliminali ai miei amici e parenti in modo da ritrovarmi questa fantastica Polaroid Instant Digital Camera come regalo”.  Diciamo che in realtà il regalo è stato molto meglio della Polaroid -ma nonostante ciò continuo a sospirare ogni volta che la contemplo sul sito. Uno degli obiettivi che ho è proprio quello di trasformare  una parete della mia camera da letto –se non proprio ogni parete della casa dove vivo- in una tela fatta di attimi, colori, persone, sorrisoni e tanto cibo, mare, libri, il tutto racchiuso in un tenero rettangolino di carta fotografica.


2. Una delle mie passioni sono le tazze di cui sono avida collezionatrice. Più ne ho e più ne voglio. Quando sono incappata in un blog su tumblr nel quale apparivano queste tazze aventi come immagine le copertine dei classici più conosciuti – perlopiù americani -, non ho potuto fare a meno di cercarle sul web e con mia grande sorpresa ho visto che non sono neanche vendute a prezzi eccessivi, potrebbero essere un interessante spunto per un regalo e un importante membro della mia collezione, io ho adocchiato la tazza raffigurante la copertina del Il Grande Gatsby.


3. Vi dicevo, sono un’accanita collezionatrice di tazze nonché avida consumatrice di caffè. In questi giorni, nei soliti discorsi da macchinetta/distributore del caffè e all’ennesimo “questo caffè fa proprio schifo!”, un mio collega ha ben pensato di consigliarmi un thermos: “te lo porti da casa e anche se ti dura poco, almeno la metà del caffè che berrai nella giornata non farà completamente schifo”. Ottima intuizione. Questi thermos vintage che si possono comprare in “collezione” su Etsy fanno proprio al caso mio –ve lo confesso, è più il concetto del vintage che il thermos ad avermi conquistato.


Questa era la mia wishlist.
Tanti sorrisoni a voi :-)


Ovviamente, se avete voglia di condividere con me i vostri desideri, sarei felicissima di ricevere le vostre wishlist. Se volete inviarmele, scrivetelo nei commenti o tramite la pagina di Facebook, così ci accordiamo!

mercoledì 26 giugno 2013

24/52 e una domanda


La scorsa estate mi è presa la mania della menta. Improvvisamente, ho deciso che nel giardino non poteva mancare una bella piantina profumata, sentivo che non potevo più vivere senza. Ovviamente, ne ho parlato con chiunque e adesso mi ritrovo con ben TRE piantine di menta, che crescono a una velocità francamente impressionante. Quindi mi chiedo: e adesso che ci faccio? A parte il liquore e qualche fogliolina a insaporire dolci e marmellate, non ho altre idee. Qualcuno di voi ha un'idea meravigliosa su come usarla? Ah, non mi piace il mojito. Che si sappia.

lunedì 24 giugno 2013

Torta rustica di fragole e polenta

La scorsa settimana sono stata vittima dell'invasione delle fragole. Chi ha un orto lo sa perfettamente. I frutti della terra hanno il loro momento di maturazione e, quando quel momento arriva, lo fa in grande stile. Il giorno prima non ci siamo ancora, il giorno dopo scatta l'invasione. Quindi fragole come se piovesse, poi arriverà il momento dei lamponi, delle zucchine, dei fagiolini. Ogni giorno a raccogliere e ogni giorno a studiarsi qualcosa da fare con tutto quel ben di Dio. Si aggiunga a ciò il fatto che non possiedo un freezer di grandi dimensioni e quindi tutto quello che l'orto produce va consumato subito o trasformato in qualcosa di edibile in futuro. Una gran fortuna, certo. Ma anche una faticaccia. A questo aggiungete il fatto che, non contento dell'orto dei suoceri, quello dei genitori, quello degli zii, mio marito quest'anno ha pensato bene di fare il suo, di orto. Lui si diverte un mondo, certo. Io già temo l'invasione dei pomodori agli inizi d'agosto.
Comunque, vi dicevo, la settimana scorsa era il momento delle fragole. Buonissime, al culmine della maturazione, perfette ma dalla vita piuttosto breve. Bisognava darsi da fare. Quindi ho fatto, nell'ordine: marmellata di fragole, marmellata di fragole e menta, crumble di fragole, muffin al cioccolato e fragole e liquore di fragole, tanto che i miei amici mi prendevano in giro paragonandomi a Forrest Gump e ai suoi gamberi, ma che ci devo fare? A casa di Cindy non si butta via niente, dal punto di vista alimentare! In mezzo a questo turbinio di fragole, volevo anche fare una torta o una crostata (ve l'ho detto che faccio la crostata con l'olio ed è buonissima? No? Beh, mi ha cambiato la vita!) e ricordandomi di questa torta che mi aveva incuriosita tanto, ci ho provato. Ho cambiato alcune cose perché mi mancavano alcuni ingredienti, ma è venuta comunque molto buona. Rusticissima, poco dolce, praticamente perfetta per i miei gusti.

Torta rustica di fragole e polenta
180 gr. di farina integrale
1 cucchiaino e 1/2 di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1/2 cucchiaino di sale
125 gr. di yogurt bianco magro
230 gr. di zucchero di canna
2 uova
1/2 bicchiere da yogurt di olio di semi
una decina di fragole di medie dimensioni
4 cucchiai di farina di mais
una manciata di mandorle a scaglie
Mescolare farina, lievito, bicarbonato e sale. A parte, sbattere lo yogurt con lo zucchero finché non si ottiene un composto cremoso. Aggiungervi le uova (una per volta) e continuare a sbattere. Aggiungere quindi l'olio, alternato alla farina, mescolando sempre. Per ultima, aggiungere la farina di mais. Versare il composto in uno stampo imburrato e rivestito di carta da forno (io ho usato una tortiera da 22 cm. e la torta è venuta bella alta) e disporvi sopra le fragole tagliate a metà. Cospargere il dolce con le mandorle a scaglie e cuocere in forno caldo a 180° per circa 50 minuti.

venerdì 21 giugno 2013

Wishlist del venerdì

Primo giorno d'estate e giornata di wishlist, che non si ferma mai. Anzi, la prossima settimana vi aspetta una bellissima sorpresa!!! Curiosi, eh?

1. Chi ha già letto qualche mia wishlist (o anche solo quella della scorsa settimana) sa che amo la musica. Tipo alla follia. Per quel che riguarda i gusti musicali, ho notevoli scheletri nell'armadio legati al passato (fortunatamente sepolti per bene nel suddetto armadio) ma adesso sono convinta di ascoltare della musica che spacca, modestamente parlando. Perfettamente in linea con l'hipster nascosta in me, sono sempre alla ricerca di gruppi musicali sconosciuti, che rigorosamente smetto di seguire quando diventano famosi (Muse, anyone?). Sono il peggio dei cliché, del resto non ve l'ho mai nascosto. Ma nel mezzo di questo amore per gruppi barbuti semisconosciuti del Nord America, alberga una passione bruciante per quanto di più trash possa esistere. Se sono di cattivo umore, se qualcosa è andato storto e ho bisogno di tirarmi su, se semplicemente ho voglia di sorridere, beh...la cura sono gli Abba. Sì, gli Abba. E ne vado fiera. Quindi, potevo non farmi prendere dall'entusiasmo quando ho visto che a Stoccolma hanno aperto un museo tutto dedicato a loro? Ci andiamo insieme? Si può anche cantare e ballare...dai!

2. Per rimanere in tema vintage, ho appena aggiunto alla mia lista dei desideri su IBS questo libro. Si tratta del libro Inventario sentimentale di Giacomo Papi, sulle cose che non vanno più di moda, tratto da una sua rubrica su D di Repubblica. Visto che anch'io potrei iscrivermi ai Nostalgici anonimi, come li definisce Papi, non posso non avere questo libro. A proposito, tra le cose che non vanno più di moda che amo di più c'è la Girella, che mi ha accompagnato per tutta l'infanzia (ma fortunatamente non è sparita, ehehehe). Quali sono le vostre?


3. E per chiudere, una cosa che quando l'ho vista mi ha fatto strabuzzare gli occhi da tanto è bella. Si tratta di una serie di piatti favolosi, visti sul blog di Alessandra (che per me è una scoperta colpevolmente recente, ma un amore già grande). Sono dei piatti coloratissimi che sembrano bottoni e che si chiamano beauTONI. Quanto di più semplice e geniale ci possa essere. Sono opera del designer Vito Nesta, che Alessandra intervista qui e che potete trovare anche su facebook. Appena li ho visti, sono entrati immediatamente in wishlist. Non avete idea di quanto starebbero bene sul mio tavolo da giardino. Non avete idea.


giovedì 20 giugno 2013

Baricco e i sogni.

Ero in spiaggia, annebbiata dal caldo e stavo sfogliando distrattamente uno degli ultimi numeri di Vanity Fair. Comincio a leggere un articolo riguardante una biblioteca, senza neppure dare un'occhiata a chi l'avesse scritto. Dopo i primi paragrafi, mi interrompo e mi dico: "porca miseria, ma questo articolo è scritto benissimo! Ma chi è che scrive così meravigliosamente bene?". Vado a cercare il nome dell'autore: Alessandro Baricco. Ah, ecco. Ehm. Eccerto. Quasi sono arrossita da sola tra me e me.
Baricco è una delle persone che mi provocano sentimenti ambivalenti, ho adorato alcuni suoi libri (Seta), altri li avrei tirati contro il muro (Oceano Mare), se la tira in maniera impressionante, ma mi ipnotizza ogni volta che comincia a parlare. L'articolo in questione, che sicuramente molti di voi avranno letto, parla della Sassoon Library, biblioteca nel cuore di Mumbai, luogo che sogno di visitare da tempo. Baricco racconta della sua visita alla biblioteca, dove si ferma per un po' a leggere e studiare, si guarda intorno e poi scrive questa cosa che vi riporto sotto. Mi ha colpito talmente tanto che l'ho ricopiata parola per parola, come facevo da adolescente con le citazioni nel diario di scuola, e l'ho fatto intenzionalmente, per godermela ancora un po'. Volete mettere il piacere di riscrivere queste cose, invece di un freddo copia e incolla? Comunque, se vi va leggetelo, se non lo avete ancora fatto, e ditemi cosa ne pensate.
"...ho iniziato a notare come la gente, lì, con grande pazienza e cura, posi sui propri fogli, appunti, fotocopie, per non farli volar via, degli oggetti ordinari, ma pesanti, oggetti della vita quotidiana, il telefonino, l'orologio da polso, il casco, e lì mi sono ricordato che è quanto facciamo, sempre, noi tutti, ogni giorno. Voglio dire che si hanno visioni, desideri, follie, o anche solo illusioni, magari progetti, e tutto sommato quel che facciamo mentre li studiamo, o li compiliamo, o li scriviamo nella nostra fantasia, è tenerli fermi con la vita ordinaria - i doveri, i compiti, le responsabilità, il casco - e tutto questo perché il ventilatore della sorte non li faccia volare via. Non si deve credere che ci si riempia la vita di cose da fare, anche noiose, molto responsabili, per sostituirle ai sogni: le si usa per tenere fermi i sogni, così non volano via. Se avete vent'anni, non potete capire: è una tecnica sofisticatissima di sopravvivenza che si impara con l'esperienza. Non c'entra neanche con il fatto di realizzarli, i sogni: c'entra con l'averli. ll che, si sappia, è l'unica cosa davvero autentica, e importante: realizzarli, poi, è una specie di corollario non sempre così elegante."

mercoledì 19 giugno 2013

23/52 e tanti auguri!


La foto della settimana non poteva che essere dedicata a lei, la principessa di casa, qui ritratta nella sua tipica posa da fighetta (concentrata su una lucertola in lontananza) e con il suo giocattolo preferito. Questa meraviglia domani compie quattro anni e non potevo non augurarle buon compleanno qui. Quindi buon compleanno Ely May, domani crocchette, lucertole, corse a perdifiato e coccole in abbondanza!

lunedì 17 giugno 2013

Wall of Sound Gallery - Alba

Le pietre più preziose sono quelle nascoste, come le perle in fondo al mare o i diamanti nel cuore della terra. I gioielli più belli sono quelli che ti conquisti con ostinazione, che devi andarti a cercare attentamente, ma anche quelli che ti si palesano davanti dove meno te lo aspetti, in una sorta di perfetta serendipità. E quindi ti può succedere di trovare una galleria d'arte specializzata in fotografia musicale, luogo che ti aspetteresti di vedere a Londra o New York, ad Alba, che è quanto di più lontano da Manhattan (geograficamente e culturalmente) ci possa essere. Ma questa collocazione inusuale non toglie fascino alla galleria, anzi la rende ancor più speciale.  Si tratta della Wall of Sound Gallery di Guido Harari, che espone lavori del grande fotografo italiano e opere di importantissimi fotografi internazionali. Entrare nella galleria equivale a fare un tuffo nella storia della musica e, per quanto il luogo sia piccolo, si possono passare ore a guardare con emozione foto degli Who, degli Stones, di Bowie, Dylan e di mille altre icone della musica. Si può anche chiacchierare con i proprietari, che sono di una gentilezza infinita e che vi raccontano con entusiasmo la storia di ogni scatto. A questo proposito, ascoltate il mio consiglio: se vi capita di trovare Guido Harari, non fate come me, non cadete preda della soggezione e fate qualcosa di più di un sorriso beneducato e imbarazzato. Secondo me, sarà felicissimo di rispondere alle vostre domande! Del resto, quante domande ci sarebbero da fare a una persona che ha fotografato i più grandi della musica contemporanea?
Periodicamente, la galleria organizza esposizioni temporanee e il motivo della mia visita è stata la mostra Dylan before Dylan, raccolta degli scatti inediti di Joe Alper, amico di Dylan durante i suoi primi anni a New York. Conoscete la mia grandissima passione per Suze Rotolo, di cui vi raccontavo qui, e quindi non potevo non vedere questa mostra! Beh, che vi posso dire...mi sono commossa. Vedere le foto di Bob e Suze insieme, giovani, innamorati e pieni di vita mi ha fatto davvero emozionare. L'aver letto la biografia di Suze ha reso ancora più speciale questa mostra. È stato come se guardassi le foto di una storia che conoscevo bene, quasi l'avessi vissuta davvero. Mi sono tornati in mente i racconti di Suze, i primi contatti di Bob con la grande città, la vita un po' raminga, il caffè Lena, i primi concerti, la registrazione di The Freewheelin' Bob Dylan e l'incontro con Joan Baez, fondamentale per la carriera di Bob ma anche uno dei motivi della fine della storia d'amore con Suze. Queste foto sono una testimonianza preziosissima degli inizi della carriera di un grande e sono veramente commoventi, per i fan ma anche per chiunque ami la fotografia. Se questa mostra fosse allestita a New York, sicuramente avrebbe eco mondiale e ne sentiremmo parlare molto, con toni entusiastici. La mostra invece è ad Alba, in una piccola via del centro: questo fa sì che abbia meno risalto, purtroppo, ma ci permette di visitarla facilmente, senza dover fare ore di volo. E questa non è una cosa bellissima, che ci rende tutti estremamente fortunati?

venerdì 14 giugno 2013

Wishlist del venerdì

Stavo riguardando i vecchi post e mi sono resa conto che la wishlist compie ben quattro mesi. No, dico, sono quattro mesi che ogni settimana pubblico la mia fuffa...e penso potrei andare avanti senza problemi per anni. Dovrei riflettere su ciò e mettere la testa a posto, ma ormai voi mi amate così...no? Quindi, wishlist sia!
1. Ho un'amica che vedo pochissimo, ma con la quale condivido le conversazioni più assurde su Whatsapp. Condividiamo sogni, follie, desideri senza senso, straparliamo (soprattutto di musica) e delle cose che vorremmo fare. La scorsa domenica, in una di tali conversazioni, mi è tornato in mente un grandissimo desiderio da anni a questa parte. Un desiderio un po' banale, certo, ma chevvedevodì...i desideri vengono così. Come sapete, amo moltissimo la musica. Adoro i concerti, soprattutto quelli estivi e sogno, prima o poi nella vita, di andare a un festival rock. E quale miglior festival del Coachella? Ci sono le band più fighe della terra, si tiene nella Coachella Valley, in California, nel bel mezzo del deserto ed è talmente di tendenza da aver lanciato uno stile in fatto di abbigliamento femminile. Visto che non sono l'unica a sognare il Coachella, leggetevi questo post: è divertentissimo!
2. Vi avevo già detto che mi piacerebbe avere una stanza tutta mia, da adibire a studio, dove appendere tutte le foto e le illustrazioni dei miei artisti preferiti, giusto? Beh, questa settimana alle pareti aggiungerei i disegni di Emma Block, un'illustratrice inglese con uno stile delicato e sognante, fanciullesco ma pieno di fascino. Amo moltissimo le sue serie dedicate alle icone di stile e, potessi scegliere, vorrei quella dedicata a Edie Sedgwick, uno dei miei miti di sempre.
 3. E poi, per finire, una borsa. Conoscerete sicuramente Pretty in Madregina della fotografia analogica, padrona di due gatti favolosi e donna dai notevoli gusti musicali (che sono gli stessi miei, ehehehe). Recentemente, questa gran donna ha deciso di darsi all'arte e ha cominciato a realizzare dei collage, con ritagli di vecchi libri e riviste vintage. Io me ne sono innamorata subito e mi sono entusiasmata quando ho visto che si potevano acquistare su Society6. Ho poi scoperto che ci sono infiniti prodotti decorati con i collage, tra cui le borse in tela. Beh, adesso non so quale scegliere! Mi piacciono talmente tanto che continuo a metterle e toglierle dal carrello (Dio, l'indecisione!). Ma ce la farò, sappiatelo! ;-)


giovedì 13 giugno 2013

Awesome people hanging out together

Giorni fa, leggendo la rubrica Cinque minuti a random su Mipiacequandopensi (non seguite Veronica? Scherzate? Fatelo!), ho ritrovato un blog di cui mi ero innamorata tempo fa e che poi avevo clamorosamente dimenticato. Si chiama Awesome people hanging out together, l'ennesima raccolta di foto meravigliose su Tumblr, che qualcuno ha avuto la bellissima idea di condividere con noi. In questo caso, si tratta di scatti che ritraggono persone famose insieme. Una festa per gli occhi. Pura e semplice! Grazie a Vero per avermelo fatto ritornare in mente e per avermi fatto passare un'ora a guardare e riguardare questa favola di fotografie.










mercoledì 12 giugno 2013

22/52

Carissimi, so che da tempo attendete notizie della mia orchidea. Vi vedo, lì nel vostro letto a girarvi e rigirarvi, chiedendovi "ma come starà l'orchidea di Cindy?". Beh, dormite sonni tranquilli! L'orchidea sta alla grande! Sono orgogliosa nell'annuciare che, dopo un momento di panico a seguito della caduta di tutti i fiori, l'orchidea si è messa d'impegno e ci sta regalando una nuova, bellissima fioritura. Siete tutti più sollevati, vero? Ci tenevo proprio a farvelo sapere (e un'altra foto l'abbiamo portata a casa)!

lunedì 10 giugno 2013

Balestrino

Questo post l'avevo scritto per un altro progetto, purtroppo non andato a buon fine. E quindi eccolo qui, tutto per voi...felici, eh?
Se pensate alla Riviera Ligure di Ponente, cosa vi viene in mente? Focaccia, mare,  bambini che giocano in spiaggia e vecchietti a passeggio in inverno, giusto? Beh, avete perfettamente ragione. Fortunatamente, però, il Savonese può riservare sorprese meravigliose. Magie che non ti aspetti, nascoste come piccoli tesori. Basta allontanarsi un pochino dal mare e si apre un mondo tutto da scoprire. Ci si lascia alle spalle il frastuono del traffico, la musica a tutto volume e il ciabattare sul lungomare e si imboccano stradine piene di curve che salgono verso i monti. Il paesaggio cambia, diventa verdissimo e punteggiato di paesini arroccati, con viuzze e caruggi che si aprono su piazzette minuscole e gatti assonnati al sole. E tra questi piccoli borghi ci sono anche quelli dimenticati e quelli senza vita, come il borgo vecchio di Balestrino


Balestrino, piccolo paese di 600 abitanti nell’entroterra di Borghetto Santo Spirito, è un luogo con due anime. C’è il paese nuovo, con la chiesa, il baretto e il negozio di alimentari, e quello vecchio, completamente abbandonato e pieno di magia. Borgo medievale sovrastato dall’imponente castello dei Del Carretto, nel 1953 fu minacciato da un grave dissesto geologico e gli abitanti furono costretti ad abbandonare le loro case, ricostruendole poco lontano. Il vecchio borgo non fu distrutto e rimane ancora oggi, un po’ pericolante, a ricordare il passato.  Una vera e propria ghost town, avvolta da un silenzio spettrale!


Avventurarsi nel vecchio borgo vuol dire fare un salto nel  passato ed entrare in un mondo magico. Si può sfidare il degrado derivante dal passare del tempo ed entrare in ogni casa, curiosando tra le stanze, inventandosi storie su chi vivesse da quelle parti. C’è una cucina che si affaccia sulla piazza centrale, con ancora delle tendine strappate alle finestre, da cui probabilmente qualche vecchina sbirciava fuori, per non farsi sfuggire le vicende di paese. C’è una cantina piena di vecchi giornali e manifesti, chissà magari apparteneva a qualche attivista politico in eterna lotta contro il parroco. Si gira l’angolo, si entra in un piccolo cortile e ci si inciampa in una vecchia scarpa femminile, che fosse appartenuta a qualche bella donna che faceva fremere i benpensanti? E poi ancora, negozi abbandonati, scale che salgono verso il nulla, cortili invasi dall’edera, stanze che si rincorrono e finestre che si affacciano sul vuoto.  Chissà quante leggende e misteri si nascondono tra queste vecchie pietre e chissà se questo vuoto si popola di presenze ed echi nelle notti buie… 

Il bello di visitare Balestrino è la magia di poter immaginare un mondo che non esiste più, farsi prendere dal brivido della scoperta e dell’avventura e far volare la fantasia. E per chi ama il cinema, c’è un motivo in più per spingersi da queste parti:  il borgo vecchio di Balestrino è stato il set di alcune scene del film fantasy Inkheart, interpretato da Brendan Fraser e Helen Mirren, che racconta la storia di Mo, rilegatore di libri con il dono di far vivere i personaggi dei libri che legge, la cui moglie è rimasta imprigionata proprio tra le pagine di un libro. Balestrino, nel film, si trasforma in Capricorn Village, dove risiede il cattivo della storia e dove Mo si reca per liberare la moglie. Se avete visto il film, sarà ancora più divertente camminare tra le pietre di questo vecchio villaggio e provare a rivivere le scene ambientate lì. Ciò non rende ancora più speciale questa piccola città fantasma?
Se vi interessano altre foto, le trovate qui.

venerdì 7 giugno 2013

Wishlist del venerdì

Oggi è venerdì, il tempo questa settimana è stato meraviglioso, il fine settimana sembra promettere bene, possiamo non essere felici? Anche la wishlist è un po' più sorridente, quest'oggi!
1. Vi ricordate di quando vi raccontavo di desiderare da matti un furgoncino Volkswagen? Beh, quello rimane uno dei miei sogni più grandi, ma da quando ho fatto il "famoso" viaggio on the road negli Stati Uniti ho cominciato a desiderare anche un'altra cosa...sfortunatamente (o fortunatamente?), se il furgoncino Volkswagen è un sogno difficile da realizzare, questo è praticamente IMPOSSIBILE perché bisognerebbe vivere negli USA (e qui parte il lacrimino). Ma vabbè, noi si sogna lo stesso, no? Quindi perché non avere un bell'Airstream, una di quelle meravigliose roulotte argentate che si vedono in giro per le strade americane? La foto che ho scelto è praticamente il riassunto fotografico del mio sogno.
  
2. A seguire, una cosa che è nella wishlist, ma che diventerà molto presto mia (eh, eh, eh). Si tratta di una collana, alla quale sono arrivata per pura casualità. Tempo fa, su Instagram, vedo la foto di una spillina a forma di gatto, fotografata dalla Cinzietta (a proposito, seguite il suo blog? No? Pazzi), me ne innamoro subito e le chiedo di chi sia. Scopro così i lavori di Claudia, ossia unanuvola, che realizza collane e altri piccoli gioielli pieni di poesia. Se volete seguirla, ha un blog delicatissimo e una pagina facebook in cui pubblica le sue creazioni. Vale la pena, fidatevi di me!


3. E per finire, un cuscino. Con tante balene blu. No, dico, non è bellissimo? Nei film mentali in cui arredo case, questo starebbe benissimo in una casa al mare, ma anche in una di campagna, sulle sedie di vimini del giardino di una casa in Provenza, o forse anche in una di città, e sicuramente anche nella mia! Viene un po' da lontano, ma nel caso ve ne foste innamorati alla follia, ecco il link al sito dove potete acquistarlo.


Buon fine settimana, miei cari. Vi auguro un bagno in mare e una Corona fresca. In alternativa, tutto quello che volete voi!  

giovedì 6 giugno 2013

I brownies più buoni del mondo (sì, vabbè, tiratela di meno)

Qualche tempo fa, preda di una delle mie follie momentanee, avevo deciso di diventare esperta di brownies, tipo "quella che fa i brownies più buoni del mondo", tipo "ah, sì, Cindy...la regina dei brownies". Capito, no? Bene, mi ci sono messa d'impegno e ho testato infinite ricette di brownies, prese in rete e nei miei libri di cucina, modificando, togliendo, aggiungendo, testando e ritestando (mi sarà mica venuto lì il colesterolo?) e affidandomi anche ad alcuni assaggiatori esperti (ehm). Beh, il mio team di assaggiatori (dei quali peraltro ho cominciato a dubitare vedendoli mangiare brownies all'aperitivo, alternandoli alle patatine e mandandoli giù con un sorso di prosecco) ha decretato che questa era la ricetta migliore. Quindi, signori e signori, la ricetta dei brownies più buoni del mondo (almeno del mondo a me conosciuto, ché ad un certo punto mi sono stufata dei brownies e sono passata ad altro).
 
 
Brownies
 
200 gr. di cioccolato fondente
100 gr. di burro
3 cucchiai di cacao in polvere
3 uova
200 gr. di zucchero
130 gr. di farina 00
 
Sciogliere cioccolato e burro a bagnomaria, mescolando bene in modo da ottenere un composto liscio e senza grumi. Quindi aggiungervi il cacao in polvere, mescolare e lasciar raffreddare. A parte, sbattere le uova con lo zucchero e aggiungervi lentamente il cioccolato. Amalgamare bene, in modo da mantenere il composto liscio e uniforme. Quindi aggiungere la farina (poco per volta), mescolare bene e vuotare il composto in una teglia imburrata o rivestita di carta da forno (l'ideale sarebbe una teglia quadrata 20x20, la mia è rettangolare e un pochino più grande, quindi i miei brownies vengono leggermente più sottili) . Cuocere in forno caldo a 180° per 30/40 minuti. Prima di tagliare i brownies a quadrotti, abbiate cura che il composto sia raffreddato completamente.

mercoledì 5 giugno 2013

21/52


Il progetto va avanti, il bel tempo aiuta e non faccio fatica a trovare idee per una foto alla settimana (speriamo che questo momento di beatitudine continui). Questa foto è stata scattata a Finalborgo e raffigura il mio balcone dei sogni. Non capita anche a voi di sognare le case altrui? Io lo faccio spessissimo e ho praticamente una casa preferita in ogni posto che frequento (io sono quella che arreda case nel pensiero quando non riesce a prender sonno, ricordatevelo). Questa, a Finalborgo, è la più tipica delle case liguri: nel mezzo del centro storico, affacciata su una piazzetta tranquilla, ha la facciata un po' scrostata, un grande balcone quadrato con i muri alti e spessi, su cui sono collocati vasi di gerani e parte del balcone è coperto da una vite...ogni volta che mi capita di passare lì sotto, sogno pranzi all'ombra a base di focaccia e vino bianco e pomeriggi sonnacchiosi in compagnia di un libro. Sono un po' matta, ditemelo pure. Ma è per questo che mi volete bene, vero?

lunedì 3 giugno 2013

L'imprevedibile viaggio di Harold Fry - Rachel James

 
Harold Fry è un uomo ordinario. Un uomo tranquillo, di quelli di cui quasi non ti accorgi, oppure di cui ti accorgi per l'aria un po' dimessa con cui vanno in giro. Una giacca a quadri un po' sformata, una patina un po' fuori moda, la schiena incurvata, un uomo di quelli che sembrano attraversare la vita senza lasciare un segno, senza fare la differenza. Io mi ci sono affezionata subito, a Harold Fry. Forse perché si tende a solidarizzare con i più deboli, forse perché mi ricorda tanto il mio professore di filosofia del liceo, timida vittima della nostra banda di adolescenti crudeli e indifferenti. Chissà che fine ha fatto quel professore, chissà se anche lui, come Harold Fry, a un certo punto ha deciso di fare la differenza.
 
Sì, perché come spesso succede agli uomini più tranquilli, quelli con la vita apparentemente più semplice e lineare, Harold Fry decide di fare la differenza. E lo fa in maniera semplice, così come ha sempre vissuto la sua vita. Harold Fry non fa altro che mettersi in cammino. Infatti, dopo aver ricevuto una lettera da una vecchia amica morente, ricoverata in un casa di riposo all'altro capo dell'Inghilterra, Harold decide di andarla a trovare. A piedi. Nella speranza che l'attesa di una sua visita possa tenere in vita l'amica. Il progetto prende inizio con incertezza, quasi senza che Harold se ne renda conto, finchè una sconosciuta (non sono spesso le chiacchiere con gli sconosciuti a rivelarci grandi verità sulla nostra vita?) gli fa capire quale sia la cosa giusta da fare, raccontandogli di come lei abbia tenuto in vita la zia e dicendogli: "bisogna fidarsi di ciò che non si conosce e buttarsi. Credere di poter fare la differenza". E allora Harold decide di fare la differenza. Di aiutare l'amica Queenie a vivere. Semplicemente camminando.
 
E io, ogni sera, mi sono messa nel letto, ho acceso la luce del comodino e ho camminato con lui. Ho seguito i suoi passi, i suoi dubbi, i momenti di difficoltà, i momenti di  consapevolezza, l'ho seguito mentre camminando rialzava la schiena, scrollandosi di dosso la debolezza che l'aveva accompagnato tutta la vita e diventando un uomo sempre più forte. Perché un uomo con un sogno è così forte da essere quasi invincibile. L'ho visto seguire il filo dei ricordi, lungo il cammino, piangere dal dolore, farsi forza, concentrarsi sui passi da fare come una sorta di meditazione, diventare un esempio per altre persone. L'ho visto abbattersi, credere di non farcela, mi sono stancata, intristita, rallegrata, fatta coraggio insieme a lui. L'ho accompagnato in questa impresa, straordinaria nella sua semplicità, e l'ho sostenuto costantemente, pagina dopo pagina. Del resto, non si può non sostenere un uomo così carico di dolore ma così pieno di speranza.

Vi consiglio questo libro col cuore, se avete voglia di imbarcarvi in un viaggio doloroso, fisicamente e psicologicamente, ma anche pieno di meraviglia. C'è il dolore che nasce da un'infanzia difficile, dal ritrovarsi a vivere una vita standone quasi al di fuori, la sofferenza di una quotidianità sempre uguale, fatta di ritualità e silenzi, il confronto con la morte, ma c'è anche la gioia per le piccole cose della vita, la magia che viene dalla natura intorno a noi, l'ispirazione che nasce dalle parole degli sconosciuti, il riconoscersi, il ritrovarsi, la bellezza dell'amore che resiste nonostante tutto. E la grandissima forza della speranza, balsamo miracoloso per ognuno di noi. Quindi, se avete voglia di vivere tutto questo, accompagnate anche voi Harold Fry!