mercoledì 30 dicembre 2015

Leggermente: Chi ha fatto il turno di notte

Buongiorno! Come state? Avete festeggiato, mangiato, spacchettato, dormito? Insomma, siete stati bene? Spero davvero di sì! 

Chiudiamo l'anno con un bellissimo post di Elena de Il mare in giardino, che ci parla di poesia e che spero possa essere di buon auspicio per l'anno che ci aspetta. Spero che porti poesia in tutte le nostre vite e mille piccoli momenti di emozione pura. Vi auguro che il 2016 realizzi tutti i vostri sogni più sfrenati, ma anche i bisogni più semplici. Vi voglio felici. 

Grazie Elena per il tempo che mi dedichi, sempre. Buona lettura e buon 2016! 

Siamo arrivati, non so nemmeno bene come, al dodicesimo Leggermente, l'ultimo dell'anno ed è tempo di Cocorosie:


Sono emozionata e sono onorata di aver collaborato con questo bellissimo blog, di essere stata scelta per parlare di libri, proprio io che della scrittura ne vorrei fare una ragione di vita (oltre che un mestiere).

Per festeggiare il primo anno da Cindy ho scelto una raccolta di poesie, perché mentre i racconti non fanno per me (mi perdo per strada ogni volta che provo a iniziarne uno e ci rimango male quando finisce), le poesie sono state per anni la mia lettura preferita. Se devo essere sincera sono state anche la prima cosa che ho scritto, da bambina, dopo i pensierini del giorno all'asilo.

Ricordo ancora un brevissimo componimento sulle abitudini di un contadino che piacque tantissimo a mia madre e che deve essere tuttora conservato a casa sua, nel quadernino a fiori su cui lo scrissi almeno venticinque anni fa.


Il libro di oggi si intitola Chi ha fatto il turno di notte, è di Izet Sarajlić e non l'ho scelto per caso. Quando ho iniziato a occuparmi di questa rubrica, nel Gennaio scorso, ho raccontato di un regalo della mia amica Nessie, una garanzia in fatto di libri. Anche il piccolo libro bianco che vedete in foto è entrato nella mia vita grazie a lei, che me lo consigliò in una notte insonne trascorsa a casa sua, mentre ancora non avevo un letto mio dove dormire e lavoravo al circolo fino a tardi.

Ricordo che mi disse: "Qui dentro troverai i tuoi amori". Così fu.
Ne comprai una copia per me la mattina dopo, e lo rilessi così tante volte, negli anni, da consumarlo.


Raccoglie una serie di poesie di guerra, di vita e di passione, dove ognuno di noi può intravvedere un pezzo di sé, amalgamato tra i versi di dolore e di ironia, mescolato a bombardamenti e baci, a morte, paura, emozione e speranza.

Essendo un libro di poesie mi verrebbe istintivo riportarne qui versi interi, per ripercorrere con voi passaggi ironici e massacri: non lo farò, perché le poesie vanno lette in solitudine, prima di tutto. Poi è bello condividerle, certo, sussurrarle sotto le coperte con un'unica piccola luce accesa sul comodino, raccontarle ad un pubblico seduto in sala con il bicchiere di rosso tra le mani, recitarle alla maestra la mattina dell'interrogazione. Ma, prima, vanno lette in solitudine.


Quindi vi dirò cosa si è portato con sé questo libro, in un vortice di coincidenze che ormai non mi sorprende più, ma che è sempre bello accorgersi quando parte. Qualche anno fa è uscito un racconto, poi diventato documentario, di Erri De Luca, intitolato Il turno di notte lo fanno le stelle: SBAM.  Appena lo lessi mi venne subito in mente la mia piccola e bianca raccolta di poesie e la andai a cercare. La prefazione? Di Erri De Luca, grande amico di Sarajlić...e tutti i tasselli sono magicamente tornati al loro posto, almeno per me.

Poi, metteteci che sono una romanticona sentimentale, ma l'idea di una galassia in turno, pronta a vegliare sulle mie insonnie e difficoltà, sulle mie ore trascorse a pensare a quello che va e a quello che invece si blocca, mi piace tantissimo. Metteteci queste cose e andate a comprare il libro.


Se mi chiedete qual è il mio brano preferito vi rispondo La linea Maginot (so che Nessie mi troverebbe d'accordo), ma non domandatemi altro, perché non riesco a spiegare tutto quello che poco più di centoventi pagine possono portarsi dietro.

Vi lascio con la citazione, che ho fatto una fatica maledetta a scegliere e che, alla fine, ho pescato un po' a caso, costringendomi a non trascrivere tutta la poesia da cui arriva e che si intitola Jecovac:

"Adesso abbiamo il vantaggio che anche parlando di foglie parliamo di noi".

martedì 22 dicembre 2015

Tea For Two

Buongiorno. Sabato pomeriggio ho ricevuto un regalo inaspettato, questo Tea For Two di Daria, pieno di positività e forza, proprio quello di cui avevo bisogno in questo periodo.

Con questo Tea For Two vi auguro di trascorrere un bellissimo Natale. Spero che per voi possa essere sereno, libero da pensieri e pieno di mandarini, cioccolata, maglioni rossi e ozio davanti alla Tv. Grazie di esserci sempre, vi voglio benissimo. Grazie a voi, sempre e grazie a Daria, ancora una volta, per il suo regalo. Buona lettura! 


ciao babbo natale, io non ho mica grandi cose da chiederti sai.
ti scrivo più che altro per ringraziarti per le cose che ho avuto quest’anno. 
ho saltato ai concerti e urlato con tutto il fiato che avevo in gola. 
ho cantato una sera davanti a tante persone che non mi conoscevano rompendo un ghiaccio che a forza di stare lì poi diventa un iceberg e finisce che non lo sciogli più. 
ho compiuto 40 anni e li ho festeggiati ripetutamente circondata da persone che mi vogliono un gran bene, ho superato i 40 anni accorgendomi di poter continuare a scherzare e confrontarmi anche con quelli di 20 e 25 e 30, ma pensa, senza mai sentirmi fuori posto, né giovane né vecchia sicuramente molto rock’n’roll. 
ho smesso di fumare e ho ricominciato a fare sport con un gusto che non provavo da tempo. ho camminato in montagna e respirato l’aria pura quella che ti entra nelle vene e te le ripulisce di tutte le cazzate, perché quando parti con uno zaino e inizi a salire ti accorgi di quante cose inutili hai in casa e capisci che è il poco a darti tanto. 


a questo proposito, caro babbo natale, ti voglio ringraziare anche per quello che mi hai tolto quest’anno: ho perso il lavoro principale ma non mi sono persa io. 
mi sono buttata, mi sono inventata altre cose, ho conosciuto una persona che poi è diventata un’amica e tramite cui ho scoperto quanto sia figo il mondo dei viaggi; poco dopo, grazie a un’altra amica che pur non conoscendomi bene forse ha davvero capito come sono (Grazie, amica, tu sai chi sei se ti ringrazio), sono finita in un gran bel posto. guadagno meno di prima, lavoro molto di più, ma sono felice e appagata. in un periodo in cui tutti si lamentano del lavoro io no, io dico che sono felice. mi piace il gruppo con cui lavoro, ho conosciuto un sacco di gente in gamba che mi sta trasmettendo veramente tanta energia e con cui spaccheremo il mondo, lo so.
caro babbo natale, continuando a ringraziarti per le cose che mi hai tolto, non posso non pensare alla gattina di tre mesi che ho tenuto per tre giorni, per poi darla a degli amici causa allergia che non sapevo di avere. ci penso tutti i giorni e non c’è volta in cui non mi venga un po’ di magone ripensandola, ma ti ringrazio perché con quella gattina ho capito ancora di più quanto siano prodigiosi gli animali, quanto ti possano riempire la vita e so che prima o poi l’universo mi metterà in condizione di riuscire a tenermi un gatto, magari facendomi passare l’allergia. grazie universo.


caro babbo natale, continuando a ringraziarti non posso certo non ricordare il viaggio in puglia con tutti quegli amici che non rivedevo da un sacco di tempo.
e soprattutto grazie per quel viaggio in scozia che Crösa mi ha regalato per il compleanno: una terra fredda che però ha la capacità di trasmetterti un calore inatteso che senti provenire proprio dal basso e dai boschi e dalla natura selvaggia. 
e già che ci siamo, ti ringrazio proprio per Crösa in generale, perché con lui a fianco è tutto più bello, anche se io ho la mia testa e lui la sua e a me piace anche fare tante cose per conto mio, tra cui sognare a occhi aperti e inventare cose da fare e creare e fantasticare e ascoltare musica e suonare e non parlare per ore, magari. perché è così che funziona, per me: si è coppia ma si è due. e uno più uno è più ricco che uno come fusione di due. 
caro babbo natale ci sarebbero ancora tante cose per cui ringraziarti, ma il tea for two non può essere tanto lungo perciò ti saluto, mi raccomando porta a tutte le persone che se lo meritano qualcosa di bello e ai cattivi e ai cagacazzo un po’ di colore nella vita, così da renderli più buoni.
Per quanto riguarda me, “dammi la carica, dammi l’energia, molta cattiveria, poca melodia”.

venerdì 18 dicembre 2015

Wishlist di Natale


Lo scorso anno, in preda alla tremenda tristezza per non essere potuta partire per Bruxelles, causa sciopero all'ultimo momento, mi sono dedicata alla scrittura di una wishlist assolutamente politically incorrect. Consumistica, sfacciata, assolutamente irrispettosa della miseria, come solo una vera wishlist di Natale può essere. 

Del resto, io sono stata cresciuta con un'etica calvinista, il denaro ha il valore del sudore speso per guadagnarlo, non lo si può sprecare in cazzate (anche se è incredibilmente liberatorio, sappilo, mamma), occorre averne rispetto. Benissimo, questo è stato il mio imprinting e quindi a volte mi trovo addirittura in imbarazzo a desiderare un paio di ballerine da 300 euro, come avevo scritto nella wishlist dello scorso anno. Ma poi chissenefrega, posso sparare alto, se uno non lo fa nella lettera a Babbo Natale, quando può farlo altrimenti?

Che poi, rileggendo la lista che avevo scritto lo scorso anno, mi sono resa conto che un po' di cose poi alla fine le ho ottenute, senza neppure ricordarmi di averle inserite nella lista, quindi chissà che non ci sia il magico potere delle wishlist nascosto dietro la letterina di Natale? Io, nel dubbio, ci provo e via. 

1. Lo scorso anno avevo chiesto un buono per Melissa. Visto che buoni da Melissa me ne sono auto-regalata un po', nel corso dell'anno, quest'anno rilancio con un buono regalo per Flamingo Bergamo, con annessa gita a Bergamo e magari pure una notte in un bed and breakfast della Città Alta. 

2. L'intera collezione natalizia di Lazzari. Anzi, mi correggo, l'intera collezione invernale di Lazzari. Perché porre limite ai sogni? 

3. Una Cambridge Satchel color rosso Natale. 

4. Con la quale recarsi in grande stile ad un corso della Scuola Holden. Magari questo, per dire. 

5. Una sideboard danese anni '50, con cui sostituire finalmente il mobile Ikea che regge la televisione. Che poi con un mobile così ci vorrebbe anche un divano marrone in pelle e un'intera parete di mattoni a vista, eh. 

6. Un cuscino di Pollaz da adagiare sul suddetto divano. Magari questo, ad accompagnare la mia fantastica tazza Ziggy

7. La cena di Capodanno, notte e risveglio alla Meira

8. Nella wishlist dello scorso anno, avevo chiesto la foto di Bob Dylan e Suze Rotolo. Che è arrivata, per il mio compleanno. Allora rilancio anche qui e chiedo, caro Babbo Natale, di poter andare alla Wall of Sound Gallery di Alba e scegliere una fotografia. Una sola, eh. 

9. Ultimamente sono in fissa con le graphic novel. Vorrei tutta la mia wishlist "comics" su Amazon. E tutto Gipi, l'ultimo di Zero Calcare, l'intero catalogo di Bao Publishing. Sì, come inizio potrebbe bastare. 

10. Il cofanetto di One Tree Hill, il, mio guilty pleasure di qualche anno fa. E' per i giorni in cui sono malata, dai. 

11. E poi, per finire, una vagonata di libri per bambini e una confezione di Lego. Ho tanto bisogno di tornare bambina per un po'. 

E con questo direi che è tutto. Che poi, diciamo la verità, Babbo Natale, fammi passare delle feste serene, non ti chiedo altro. Giuro. 

Buon Natale a tutti! 

mercoledì 16 dicembre 2015

Mi piace quando Vero preme play

Ricordo perfettamente quando Veronica doveva partire per Toronto. Era preoccupata, un po' triste per questioni che avevano poco a vedere con la partenza, forse - se avesse potuto scegliere - non sarebbe neppure partita. E io, oltre a cercare di convincerla che le All Star non erano calzature adeguate per un inverno canadese, continuavo a dirle che il Canada le avrebbe preso il cuore, che niente sarebbe più stato lo stesso. Ecco, oggi torna Vero e mi dimostra che avevo ragione. Adoro avere ragione. Buona lettura a voi e grazie a Vero per questi piccoli pezzi di sè che ci regala ogni volta. 


A Toronto, in Church Street, a una manciata di minuti di cammino dalla stazione degli autobus in Bay Street c’è un ostello. Un ostello dove tornavo ogni volta che avevo bisogno di rivedere la grande città e di respirare l’atmosfera cosmopolita e magica di un posto che come spesso mi capita, traspira benevolenza per chi l’ama.

Ecco, non è un mistero che io mi sia follemente innamorata di Toronto e credo che molti da qualche mese a questa parte mi stiano odiando perché la maggior parte dei miei discorsi cominciano con: “in Canada…”



Io so che Cinzia mi capisce e mi perdonerà per questo mio incontrollabile amore. Dicevamo, l’ostello di cui  è famoso per dare il domicilio a uno dei pub piu’ multiculturali del quartiere, The Cavern dove non solo si mangia e si beve alquanto bene ma si puo’ anche assistere a delle live performance di gruppi musicali locali.

La prima volta che mi sedetti sui banchi di legno dei tavoli di The Cavern ero in compagnia di tre francesi, un’americana e due quebecois. Al gruppo poco dopo si aggiunse un ragazzo Canadese, lui tornava a Toronto ogni due settimane un po’ per lavoro un po’ per far visita ad amici e parenti.
Il ragazzo Canadese mi si siede affianco e mi chiede se conosco Umberto Eco. Che probabilità aveva Veronica di incontrare qualcuno che le chiedesse di Umberto Eco?

Si, certo che lo conosco.
Ma lo sai che lui è molto amato qui a Toronto.
Oh, davvero.
Si, ha dato delle lectures alla Toronto University e una delle sue biblioteche  è stata d’ispirazione per Il nome della Rosa.



Mentre si parlava di Umberto Eco passando poi per Calvino e Gabriele D’Annunzio, il tavolo si era svuotato. I francesi erano andati via, l’americana aveva un aereo da prendere il giorno dopo, io e il Canadese rimanemmo soli al tavolo con una Steam Whistle ciascuno.

Il gruppo, nel frattempo, stava suonando una cover dei Pixies. Ascoltando le  prime note non ho potuto trattenere l’esclamazione:

Oh, I love this song!


lunedì 14 dicembre 2015

Il mio film di Natale

Dopo aver letto tutte le storie che si celavano dietro le vostre scelte per i film di Natale del Secret Santa, mi son detta che dovevo condividere con voi anch'io la mia. Ecco, io non ho un film di Natale. Cominciamo bene, eh? Mi spiego meglio, non ho un solo film di Natale. Ne ho almeno una manciata, diciamo. E non li riguardo mica ogni anno, no, sono lì nella mia memoria a ricordarmi ciascuno un periodo diverso della mia vita. 


Io sono stata una bambina molto poco bambina. Niente gonne, niente fiocchi, niente pizzi. Calzoni di fustagno, Clarks e toppe sui gomiti. Sì certo, giocavo con le Barbie, ma solo perché erano una proiezione della vita fighissima che volevo condurre da grande, fatta di spider fucsia, guardaroba traboccanti di vestiti e giro vita strettissimo. Per il resto, niente Cicciobello, dio santo (e infatti s'è visto anche da grande: istinto materno non pervenuto), niente giocattoli da casalinga (quelli continuo a ritenerli una perversione) e niente cartoni animati Disney. 

Dai, diciamolo a voce alta una volta per tutte: io, che adoravo tutti i tipi di cartoni animati che c'erano in TV, odiavo con tutto il cuore i film della Disney. Perché? Di base, perché cantavano e mi rompevo i maroni. Ma tipo due balle colossali a vedere topini con la gonna a canticchiare strofette. Lo so che adesso mi odierete, ma la sincerità prima di tutto, quello proprio non faceva per me. Li odiavo così tanto che, ancora adesso, quando qualcuno mi suggerisce un film di animazione da vedere assolutamente, la mia domanda è sempre: "ma cantano?". Il terrore, capite? 


Detto questo, non ho avuto un film di Natale fino a metà degli anni '80, quando sono arrivati gli Wham! e Last Christmas. Perché sì, proprio come ha detto la mia amica Alexia, il mio film di Natale sono stati (e ancora un po' lo sono) gli Wham! e il loro video (aprendo una piccola parentesi, a guardarlo ora mi chiedo: a) ma come ho fatto a non accorgermi che George Michael era gay e b) ma quanto era più figo Andrew Ridgeley?). Video che ha peraltro contribuito a creare tutto un immaginario di Natali e Capodanni passati sulla neve, in una baita a chiacchierare vicino al fuoco. Immaginario naufragato rovinosamente in una realtà di feste di Capodanno passate in cascine fredde a mangiare dalla carta come i gatti, prima che metà della gente si esiliasse a fumarsi delle gran canne lasciandomi, a me che delle canne non m'è mai fregato nulla, insieme al gruppo degli sfigati. 

I miei Natali sono cambiati radicalmente molto presto, quando ho perso la mia nonna adorata. Senza di lei, e senza mio nonno che è mancato esattamente un anno dopo, non c'era più un posto dove andare, un luogo dove ritrovarsi tutti insieme. Mio papà faceva i turni, spesso lavorava a Natale e quindi me ne stavo a casa con mia mamma, passando il pomeriggio davanti alla TV. E alla TV c'erano Asterix e Obelix, che per moltissimi anni sono stati i miei film di Natale. Forse lo sono ancora, perché non li ho mai più guardati da quell'epoca, e se dovessi farlo, sarebbe sicuramente un salto indietro nel tempo. Insieme a loro, non può mancare Buon Natale Charlie Brown, un altro classico dei pomeriggi di Natale su Rai Tre. Mille anni fa o forse più. 


Un po' più avanti nella mia vita, quando già ero all'università, un altro film s'è fatto strada nel mio cuore. E' Un amore tutto suo, film del 1995, con Sandra Bullock e Bill Pullman. L'avevo visto al cinema, me ne sono innamorata, avevo la videocassetta e me la riguardavo ogni Natale. E' un film dolcissimo, romantico, divertente, esattamente il genere di film da guardare a Natale. Chissà se c'è su Netflix? 

giovedì 10 dicembre 2015

I film di Natale del Secret Santa!


Lo scorso anno, primo glorioso anno del Secret Santa, avevo chiesto a tutte le partecipanti di indicarmi quale fosse la loro canzone di Natale. Da quel bellissimo elenco di pezzi, è nata la playlist del Secret Santa, che potete trovare in questo post oppure cliccando qui

Quest'anno ho deciso di cambiare argomento e vi ho chiesto quale fosse il vostro film di Natale preferito. Come nel caso delle canzoni, ci sono stati una marea di suggerimenti, film che si ripetevano, altri che non avevo mai sentito, altri ancora che non ricordavo più. Eccoveli qui, tutti qui sotto, così sapete cosa fare per prepararvi al meglio a questo Natale! Ce ne sono talmente tanti che ci vorranno tutte le vacanze di Natale per vederli. Ma, poi, c'è altro da fare in quel periodo?

Devo dire che i film di Natale confermano chiaramente il cliché secondo cui Natale ci fa tornare bambini e ci rende tutti dannatamente romantici. Infatti, il film più citato è stato Love Actually. Romanticoni che non siete altro, vi amo fortissimo. E vi amo anche per commenti come quello di Paola, che mi ha scritto: "film di Natale non saprei, o una roba che si piange tantissimo oppure A Nightmare Before Christmas". Oppure Alexia, che ha risposto come avrei potuto rispondere io: "non ho un film di Natale, va bene il video di Last Christmas degli Wham?". E' perfetto, Alexia, perfetto. 

Comunque, Love Actually è seguito a ruota da A Christmas Carol, in tutte le sue versioni, soprattutto in quella Disney. Io non saprei quale scegliere, ma sono sicura di aver consumato un Topolino di fine anni '80 con su proprio quella storia. A proposito, l'ho buttato come un'idiota a sedici anni quel Topolino e ora giro le bancarelle come una pazza per ritrovarlo. Ecco, magari se lo trovate mi fate un Secret Santa? :-D

Dopo questi due primi posti, ben distanziati, abbiamo ben tre film a pari merito. Ci sono L'amore non va in vacanza, che ho guardato di sfuggita, tempo fa, senza dargli molta importanza. Mi sa che dovrò proprio riguardarlo, date le vostre citazioni entusiaste! Poi non possono mancare Mamma ho perso l'aereo, che no, io proprio no e Family Man, che sì, è proprio un gran film di Natale. 

A seguire, un sacco di film a pari merito: Piccole Donne, che io adoooooooro nella versione del 1949, Miracolo sulla 34esima strada, che io ehm, ecco, uh, non ho mai visto, Una poltrona per due, che non poteva proprio mancare, La vita è meravigliosa, che pensavo fosse tra i vincitori, e A Nightmare Before Christmas

E poi un bell'elenco di film che sono stati citati una volta ciascuno. Ci sono film natalizi e non, ma la cosa più bella è che ognuno di voi mi ha scritto il perché della sua scelta, condividendo con me ricordi e storie personali. Che bello, ne sono onorata e felice. Ed eccovi i film rimanenti da guardare a Natale:

- La guerra dei bottoni
- qualsiasi film di Fred Astaire e Ginger Rogers (m'hai messo una gran voglia, Laura)
- Cenerentola 
- Le cinque leggende 
- La neve nel cuore
- Frankenstein Junior
- Il giardino segreto
- Mary Poppins
- Serendipity 
- La storia infinita
- Colazione da Tiffany
- Vacanze di Natale (pure per me, Simona, pure per me)
- Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato (nella versione del 1971)
- I ponti di Madison County
- Il piccolo lord
- Festa in casa Muppet
- La spada nella roccia
- Harry ti presento Sally

Insomma, non vi viene voglia di smettere di fare quello che state facendo e buttarvi sul divano a guardarne uno dopo l'altro? A me sì. Detto questo, se non avete partecipato al Secret Santa o se vi siete scordati di scrivermelo nella mail, qual è il vostro film di Natale del cuore? 

venerdì 4 dicembre 2015

Chiacchiere del venerdì

Buongiorno, amici belli! Come state? Qui tutto bene, oggi è un giorno speciale perché oggi pomeriggio procederò all'estrazione delle Secret Santa e manderò le mail. Diciamolo, fremo dall'emozione! Spero vivamente che tutto vada alla grande e si ricrei la stessa, meravigliosa atmosfera dello scorso anno. 

Nel frattempo, vi racconto un po' delle cose belle degli ultimi tempi. Buona lettura e buon ponte, per chi lo fa. Io non ho programmi, se non quello di starmene tranquilla e godermela. Che poi mi sembra un ottimo proposito, non credete?

- non ho visto molti film, ma gli unici due che ho visto - diversi come il giorno e la notte - mi sono piaciuti tantissimo. Ho visto Maria Antonietta e, che vi devo dire, avevo letto le peggio cose e invece mi sono innamorata. Io ho una certa passione sconsiderata per Sofia Coppola e per Kirsten Dunst, quindi forse il mio metro di giudizio è un po' poco equilibrato, ma il film l'ho amato. Barocco, sconsiderato, pop, bello. L'altro film che ho visto è stato Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, che volevo vedere da uuuuuuna vita. Dolceamaro, poetico, francese, delicato, perfetto. Sì, lo so, sono un po' indietro rispetto ai film in circolazione, ma ormai ho fatto pace con la mia scarsa voglia di andare al cinema. 

- ma dicci, Cindy, documentari niente in questo periodo? Ma che, stiamo scherzando? Non sia mai. Anche in questo caso, ne ho visti solo due ma entrambi molto belli. Il primo è What happened, Miss Simone?. Ecco, qui devo ammettere tutta la mia ignoranza, ma non sapevo molto di Nina Simone. Per me era la cantante di My baby just cares for me, punto. Non sapevo fosse stata una paladina dei diritti civili, arrivando ad abbandonare la sua famiglia in favore dell'impegno per la causa afroamericana, non sapevo soffrisse di depressione, non sapevo che la sua carriera avesse subito un periodo di enorme crisi. Come sempre capita con questo genere di film, illuminano un po' gli angoli bui della mia conoscenza. L'altro documentario, sempre incentrato sulla vita di una donna, sebbene di tutt'altra tempra, è Diana Vreeland: l'imperatrice della moda, un ritratto della redattrice di Vogue che ha cambiato la moda. Riassumendo: una tipa con due palle così, ecco. 

- questo è stato anche un periodo di scoperte. Ad esempio, ho scoperto un sito che eroga corsi online FIGHISSIMI. Si chiama Highbrow, offre corsi gratuiti della durata di 10 giorni, una mail al giorno. Appena l'ho scoperto, sono impazzita, ho fatto due salti di gioia, la riverenza e mi sono subito iscritta al corso sugli scrittori americani del Novecento, ma ce ne sono un sacco a cui sono interessata. Si può seguire solo un corso per volta, credo diventerà una mia piacevole abitudine quotidiana.

- come sapete se mi seguite su Instagram, ho scelto la mia agenda per il 2016. Dopo anni di Moleskine e un anno con la planner di A Beautiful Mess, quest'anno ho deciso di abbandonarmi all'amore che nutro per la rivista Flow e ordinare anche l'agenda. Grande idea. L'ho ricevuta in un attimo e quando l'ho aperta e annusata, sono stata travolta da un mare di ricordi. Sa di sussidiario delle elementari. E di quaderno Fabriano con i fogli spessi. Grande acquisto. Grande, grande acquisto. 

- tempo fa, sono stata da Melissa per un po' di acquisti di gioia. Non ci andavo da un bel po' e ho fatto la spesa. Tra le tante cose, due sono proprio speciali. Questo scrub per le labbra agrumato che, se non lo avete ancora, vi prego andate fuori e comperatelo. E' così buono che fa venir voglia di mangiarselo, ma al tempo stesso è davvero efficace. E poi questo profumo. Oh. Mio. Dio. Stavo aspettando che Valeria si preparasse per andare a pranzo, avevo già fatto la mia spesa, vedo questo profumo e mi colpisce il nome: "Gioia invernale". Me ne spruzzo un po'. Amore alla prima nota olfattiva. Sa di mandarini sbucciati. Il nome che porta è perfetto. 

- e la colonna sonora che mi ha accompagnata in tutte queste cose belle è sempre stata questa:



Buon fine settimana, buon ponte, buon Secret Santa, buona vita.

martedì 1 dicembre 2015

Cindy va in America parte 5: Palm Springs


Cosa si può fare dopo essersi sposati a Las Vegas? Beh, fare la luna di miele a Palm Springs, proprio come Elvis e Priscilla. No? Beh, sì, noi abbiamo deciso di sì. E abbiamo deciso di chiudere il nostro viaggio negli Stati Uniti con tre giorni nel deserto. Per la precisione, nella Coachella Valley, che è quanto di più vicino io possa arrivare al Coachella Festival. Ma va bene così, dai. 

A dire il vero, pare che avremmo potuto addirittura soggiornare nella stessa casa che aveva ospitato il re del rock, ma ho la sensazione che sarebbe stata oltre la nostra portata. Ma va detto che siamo stati davvero fortunati, perché (grazie a una provvidenziale offerta su Booking) siamo riusciti a prenotare una stanza in questo posto fantastico a un prezzo davvero conveniente. 


L'albergo era davvero bello, poche camere, tutte con patio affacciato sulla piscina, con musica lounge in diffusione tutto il giorno, buffet con frutta e barrette biologiche, vasca idromassaggio, fuoco acceso nelle freschine serate del deserto. Insomma, avevamo grandi progetti di escursioni e visite in quei giorni, in realtà ci siamo limitati a uscire solo per procacciarci il cibo. Che spesso ci portavamo in albergo per mangiarlo a bordo piscina. Del resto, che senso aveva stare in paradiso e passare del tempo fuori? Soprattutto se fuori c'erano 40 gradi e lì dentro c'era una piscina pronta ad accoglierti al primo segnale di caldo. 

Beh, insomma su, non esageriamo. Qualche giro a Palm Springs ce lo siamo fatti, sul far della sera. Com'è Palm Springs? Un posto davvero strano. Se esci nel cuore della giornata, non c'è nessuno in giro, tranne sparuti turisti e truppe di giardinieri messicani che lavorano alacremente per mantenere perfettamente verdi giardini perfetti nel mezzo del deserto. E' folle lo so, son matti questi americani. 



Ma se vi piace l'architettura, Palm Springs è una sorta di paradiso. Diventata, a partire dagli anni '40, un rifugio per le star di Hollywood, Palm Springs ha visto nascere una grandquantità di ville ed è diventata il luogo con la maggior concentrazione di case in stile Mid-Century Modern, tanto da allestire anche tour guidati per vederle. Noi non abbiamo fatto tour guidati, ma ogni giro in auto era tutto un "oh, che figata quella casa", "uh, e quella?", "no, quella è ancora meglio". Palm Springs trasuda ricchezza e a volte provoca un certo fastidio, ma - a differenza di tante altre località da ricchi assolutamente anonime - regala anche una grandissima bellezza. E questo la rende speciale. 

Palm Springs quindi ha visto finire il nostro viaggio. Ci ha visti arrivare stanchi, dopo un giro su e giù per la California e il Nevada, e quasi desiderosi di tornare a casa. Ci ha ripuliti dalla sabbia del deserto, nutriti a base di guacamole e quinoa, ci ha riposati e fatti ripartire con la morte nel cuore, come due reietti cacciati dal paradiso. Ecco, insomma, tutto questo per dire che siamo stati abbastanza bene a Palm Springs


(Se volete rivedere tutte le foto, le trovate qui).