venerdì 28 ottobre 2016

Chiacchiere del venerdì

(photo Unsplash)

Alleluia, alleluia, è venerdì ed è tempo di fare due chiacchiere. O no? Sì, dai, mettete su l'acqua per il tè che c'ho voglia di raccontarvi un po' di cose. E' tardi per il tè? Beh, dai, al venerdì uno spritz ci sta tutto. Insomma, che vogliate bere o no, che vogliate mangiare o no, spero comunque abbiate voglia di scambiare due parole con me. 

E' buffo, perché se dovessimo incontrarci di persona e mi chiedeste cos'ho fatto ultimamente, ogni volta, puntualmente risponderei di non aver fatto nulla di particolare, niente di che, ah che noia, ah che schifo la vita (più o meno, eh). Poi, quando prendo in mano il quadernino dove appunto le cose da raccontarvi, scopro di avere un elenco lunghissimo, dal quale devo regolarmente tagliar via un po' di roba per evitare di scrivere un post lungo come la quaresima. 

Detto questo, da dove cominciamo?

- ho approfittato di una domenica di sole splendido e della scusa di dover scrivere un post per Instantly Italy per farmi una bella gita. Da tempo sentivo parlare de La Cervara, un'abbazia restaurata a picco sul mare tra Santa Margherita Ligure e Portofino e, visto che poi avrebbe chiuso per l'inverno, ho deciso di farci un giro. La visita è stata interessante, soprattutto per un fantastico giardino (con un glicine che devo assolutamente tornare a vedere fiorito) e per la vista incredibile sul golfo di Portofino. L'interno è restaurato e profondamente rimaneggiato, in modo da ospitare eventi e cerimonie e quindi mi ha lasciata un po' meh. E' stato comunque piacevole, un posto un po' surreale, un grande sfoggio di ricchezza (la guida ci ha raccontato adorante che l'attuale proprietario ha deciso di comperare e restaurare il complesso dalla sera alla mattina), un favoloso giardino. Ah, l'ho già detto, il giardino, sì. Ma è davvero bello. 

- da qualche anno a questa parte, a Genova fanno mostre di fotografi importantissimi. Da tempo mi sono ripromessa di non perderme neppure una, anche se il fotografo in questione mi è sconosciuto o non particolarmente "nelle mie corde". Ultimamente ne ho mancata qualcuna, quindi non volevo che mi sfuggisse quella di Helmut Newton. Ammetto di essere andata senza sapere cosa aspettarmi e sono uscita senza sapere se mi fosse piaciuta. Le foto in mostra sono interamente incentrate sul corpo femminile, molti sono nudi, moltissime sono immagini estreme e decisamente volgari. Come ho scritto su instagram, Newton diceva di amare il cattivo gusto molto di più del presunto buongusto, da lui considerato "normalizzazione dello sguardo". Avrei tanto da dire in proposito e non voglio tediarvi. Dico solo che alcuni scatti proprio non li ho capiti, non ne ho capito il lato artistico, non ne ho intesa l'urgenza. Va detto però che alcuni scatti, i big nudes soprattutto e le stesse immagini vestite/svestite, sono di una bellezza emozionante

- sarà anche che ho visto la mostra di Newton il giorno dopo aver visto, su Netflix ovviamente, il documentario Miss Representation, una riflessione sullo sfruttamento dell'immagine della donna nei media. E' incentrato principalmente sulla società americana, ma pone quesiti universali. Guardatelo, è un modo per riflettere su immagini e modalità di pensiero che spesso diamo per assodate e quasi non consideriamo. Ma mica è l'unico documentario che ho visto, eh? Stiamo scherzando? Ho visto quello su Steve Aoki, un pazzo furioso figlio di un pazzo furioso che poi capisci perché è così fuori di testa, quello su Keith Richards e le influenze musicali degli Stones, e il concerto di Justin TImberlake, che come balla lui nessuno proprio. Se vi affascina il Giappone, vi consiglio The birth of sakè, che racconta il modo in cui viene realizzato questo liquore tradizionale giapponese (sapete che viene realizzato da persone che per sei mesi non fanno altro? Sei mesi della loro vita chiusi in un laboratorio, senza veder nessuno,eh). Ho visto anche il documentario su Amanda Knox, del quale avevo sentito un gran parlare e invece vabbè, niente di che. 

- per quel che riguarda i film, non ne ho visti molti, devo ammettere. Ho visto La bicicletta verde, che avevo nella mia lista di Netflix da tantissimo tempo e sul quale nutrivo grandissime aspettative, e l'ho trovato carino, sì, ma forse mi aspettavo davvero molto di più. E' la storia di una bimba saudita che sogna una bicicletta per sfidare il suo amichetto, in una società dove certe cose alle bimbe sono proibite. Mi sono innamorata della piccola protagonista, ma il film in sè, non so. Carino, ma nulla più.

- la serie dell'ultimo periodo è Le regole del delitto perfetto, che io e mio marito abbiamo divorato in due weekend. Mamma mia, che serie fantastica. La conoscerete sicuramente, è la storia di una docente di diritto penale (e stimato avvocato) che sceglie cinque suoi studenti per assisterla nei vari casi. Questo è solo l'avvio, poi succedono un po' di cose che non sto a dirvi. Comunque, è un susseguirsi di colpi di scena, i personaggi sono fantastici, una di quelle serie che ti inchiodano al divano, insomma. Meno male che c'è solo la prima stagione, per ora, su Netflix, altrimenti non avrei più messo il naso fuori di casa. 

- essendo io una stimata e pregiata cliente Amazon, mi hanno gentilmente fatto dono di tre mesi di prova gratuita per Audible, l'applicazione per l'ascolto degli audiolibri. La sto provando, ma ve ne parlerò più in dettaglio nella rubrica sui libri (che torna la prossima settimana, non vedo l'ora!). 

- per finire, ultimamente sto ascoltando pochissima musica che non sia quella che passa in radio, e sono quindi vittima di questa moda anni '80 che imperversa in ogni dove (o almeno su Radio Deejay). E anche se i miei amici musicisti impegnati ora inorridiranno, devo dire che mi piace parecchio. Sarà che più invecchio, più guardo con malinconia al passato, non so. Però 'sto fatto che appena parte una canzone, io sono catapultata a trent'anni fa, mi fa stare da Dio. 

E quindi, non potevo che lasciarvi con questa: 


Ora tocca a voi, ditemi: cosa avete fatto ultimamente?

venerdì 21 ottobre 2016

Leggermente: Wild

Buongiorno, amici miei. Avete voglia di cominciare il fine settimana con una bella iniezione di meraviglia? Allora leggete questo post di Elena, l'ennesimo Leggermente che parte da un libro solo apparentemente semplice per farci riflettere su sentimenti profondi. In mezzo, come sempre, a tanta natura e a tanta bellezza. Grazie Elena, buona lettura e buon fine settimana a voi. 

Ho trovato il mio libro, gente!


Come sempre la scelta della musica non è casuale, negli anni ho consumato questo CD (ne possiedo addirittura due copie) e "A quai" meritava proprio di accompagnare il Leggermente di Ottobre.

In realtà tutto è nato da The Little Gardener, l'ho scoperto grazie a Scaffale Basso e l'ho cercato. L'ho trovato e ordinato, ma, ad oggi, non è mai arrivato. Naturalmente non mi arrendo, posso forse non possedere un albo illustrato in cui il fiore che rappresenta la forza d'animo è una zinnia rossa? Ovvio: No.



Nel frattempo, però, due amici che mi regalano sempre libri perfetti sono tornati da un viaggio e mi hanno portato questa meraviglia.

Wild è il primo libro di Emily Hughes, se volete saperne di più qui c'è un ottimo articolo che parla di lei e di un'altra mia adoratissima illustratrice, in occasione del loro ultimo soggiorno in Italia (sorvoliamo sul fatto che io non sia potuta andare a Treviso ad abbracciarle forte).

Ma, tornando a Wild, si tratta davvero di un libro bellissimo.



A partire dalla dedica, che potrei tranquillamente aver scritto io: "For my mama, with all my wild heart", per continuare con i disegni, che meritano una considerazione a parte, fino ad arrivare alla storia vera e propria, quella di una ragazzina trovata nel bosco e trascinata a vivere in città, costretta a conformarsi ai canoni estetici e di comportamento del mondo urbano. Non entrerò nel merito della morale, ma non nascondo che le pagine in cui la piccola selvaggia gioca nei prati e nasconde felice la sua chioma arruffata tra le chiome altrettanto arruffate degli alberi sono quelle che mi hanno colpita di più.

Per quanto riguarda le illustrazioni, invece, avete presente quei tratti anni 70/80, un po' confusi, pieni di segni a matita, di ripassi e calcature su colori tenui, quasi seppiati, come se il tempo fosse già passato tra le pagine? Anche alcune cartoline di auguri, a dire il vero un tantino inquietanti, hanno lo stesso sapore, le ricordate?



Bene, il libro di oggi è così, vintage e retrò, perfetto per scavare a dovere nel cuore di chi è cresciuto a pane e Ritorno al Futuro come me. Se leggere Wild non vi dovesse bastare potete sempre spararvi una puntata di Stranger Things.

Quindi, trama a parte, bella pure lei ma forse un tantino semplicistica (mi porti in città - non mi piego ai comportamenti civili - scappo per tornare nel bosco - ciao), disegni a parte per veri nostalgici, resta una grande verità, almeno secondo me. Risiede nella citazione che ho scelto e che si trova anche sulla quarta di copertina:
"You cannot tame something so happily wild..." [non puoi domare nulla di così felicemente selvaggio].



E’ proprio vero, niente mi fa stare bene quanto sentirmi liberamente selvatica, all'aperto, con chi amo, che ci sia il sole o faccia brutto, con la neve o il mare accanto. Nulla è in grado di domare questa mia gioia saverga (come diciamo qui a Genova), né il lavoro né le fatiche quotidiane riescono a soffocare la voglia di natura che vive dentro di me da quando ne ho memoria.

Credo che sia un insegnamento valido per tutti: ognuno di noi, infatti, ha un posto in cui si sente davvero se stesso e tornare lì, spesso o anche raramente, sarà sempre come arrivarci per la prima volta. 
Parola di una wild in carne, ossa e foglie.

[La playlist del Leggermente la trovate qui]

venerdì 14 ottobre 2016

Wishlist del venerdì

Buongiorno! Come state? Tutto bene? Qui va abbastanza bene, se non facesse così freddo sarebbe tutto molto più divertente, ma la vita va così, che vi devo dire. E' arrivato il fine settimana, finalmente, oggi mi aspetta un epico cambio degli armadi, fortissimamente indispensabile perché non posso continuare ad andare avanti con strati e strati di magliette e felpe. L'inverno è arrivato, prima ci rassegniamo meglio è. Ma una cosa bella c'è, torna la wishlist del venerdì e illumina questo venerdì di pioggia. Non siete contenti? Io sì, eh. 

1. Io possiedo due uffici, uno estivo e uno invernale. Anzi, mi spiego meglio: il mio ufficio è privo di riscaldamento e quindi in inverno mi tocca trasferirmi in quello di mio marito, dove c'è una bella stufa calda. Ogni anno rimando il più possibile il trasloco, perché adoro il mio ufficetto, dove c'è tutto quello che conta: la radio, l'angolo per il tè, le foto e le cartoline appese alle pareti, i barattoli di liquirizia. Quest'anno poi avevo deciso di rimetterlo a posto e renderlo ancora più bello, non fosse che il freddo improvviso mi ha colta alla sprovvista. Contavo di appendere un sacco di cose belle alle pareti, tra cui, sicuramente qualche poster di Tutticonfetti. Adesso dovrò aspettare il disgelo, mannaggia. 




2. Nonostante ami tantissimo la moda e lo shopping, spesso per forza di cose mi trovo ad essere vestita sempre più o meno uguale: jeans e una maglietta in estate, jeans, una maglietta e un cardigan in inverno. Del resto, lavorando da casa, è un po' complicato vestirsi di tutto punto. Mai mi vedrete in tuta o pigiama, ma neppure con il vestitino carino o la camicetta dalla fantasia adorabile. Allora mi son detta che dovrei avere più magliette carine, insomma diventare "quella che sì ha sempre jeans e maglietta, ma hai visto che carine le magliette che ha?". Insomma, cercavo un altro motivo per fare shopping e l'ho trovato, facile no? Ce ne sono migliaia che vorrei, credo che comincerò da questa con Virginia Woolf. Credo che sia proprio perfetta. 



3. E poi sapete cosa vorrei tantissimo? Vorrei andare via. Ma non per una vacanza lunga, giusto per qualche weekend. Vorrei andare a Bologna a breve, ché poi la mostra di Bowie finisce e io non ho proprio voglia di perdermela. Vorrei andare a Bergamo, a trovare Daniela di Flamingo e a camminare per le stradine di città alta e poi fermarmi a bere un bicchiere di vino, o due, o tre. Vorrei andare a Modena e vedere finalmente il negozio di Jessica e tornando passare da Piacenza, per fermarmi ad abbracciare Valentina de L'Altro Sport. Vorrei andare a Milano, girare per tutti i posti belli che mi sono segnata sul taccuino, pranzare con la mia amica del cuore e giocare con sua figlia. Vorrei andare a Torino, passare un po' di tempo con Valeria da Melissa, andare a pranzo insieme e poi andare a curiosare da Armuar e fare un brunch da Cenerentola Pret A Manger e poi magari, sulla via del ritorno, passare ad abbracciare Katiuscia. Ecco cosa vorrei, davvero. 

martedì 11 ottobre 2016

I libri del mese scorso: settembre


Mi va riconosciuta una grandissima capacità: come invento io rubriche di blog che poi abbandono dopo qualche mese, nessuno proprio eh. Venerdì scorso, mentre scrivevo le chiacchiere del venerdì, ho realizzato che sto leggendo proprio una marea di libri ultimamente e vogliamo mica perdere l'occasione di parlarne? Ma scherziamo? Di conseguenza, eccomi qui con una nuova rubrica fresca fresca, che speriamo riesca a vedere il panettone. Non lo garantisco, ma ci proviamo. 

Ho deciso di mettere insieme, mese dopo mese, tutti i libri che hanno fatto parte della mia quotidianità: quelli che ho letto, quelli che ho comperato, quelli che ho aggiunto alla mia lista dei desideri (ci vorrebbero due vite per leggerli tutti, ma io conto di diventare centenaria e quindi leggerne un bel po'). Questo post racchiude i libri di agosto e settembre, prometto solennemente che gli altri post saranno più brevi. 

Libri letti

La felicità delle piccole cose - Caroline Vermaille

Questo libro racconta di una caccia al tesoro sulle orme di un quadro di Monet, a cui si intrecciano anche le vicende personali dei vari personaggi. Quando ho finito il libro, in spiaggia a fine agosto, mi son detta: "ce ne fossero di più di libri, così". E' leggero senza perdere l'intelligenza, delicato senza diventare lezioso, commovente ma non troppo, con una trama che ti cattura. E' un libro perfetto per stare bene. Guarda caso, è francese, come molti dei libri che mi hanno fatta sentire così in passato. 

Il rumore dei tuoi passi e Alfredo - Valentina d'Urbano

Il rumore dei tuoi passi è invece un libro che ti prende lo stomaco e te lo strizza fino a farti star male. Una storia d'amore e amicizia in un ambiente di degrado estremo. Due personaggi, Bea e Alfredo, che ti fanno venire voglia di prenderli a pugni a ogni riga, ma che ti incollano alla lettura. Ne Il rumore dei tuoi passi la storia è raccontata dal punto di vista di Bea, in Alfredo è invece raccontata dal punto di vista del ragazzo. Per forza di cose, il primo mi ha catturata di più del secondo, letto quando ormai conoscevo già trama e fatti. 

Moshi moshi - Banana Yoshimoto

Nel corso degli anni, ho letto le peggio cose su Banana Yoshimoto, in molti la odiano, io continuo ad amarla profondamente. I suoi libri sono pieni di struggimenti, dolori, introspezioni, molta tristezza (qui si racconta di una figlia che accoglie in casa la madre dopo il suicidio del marito), ma io la amo soprattutto per come racconta il Giappone. Ogni suo libro è un viaggio in quel paese meraviglioso e già solo per questo vale la pena leggerla. 

L'ultima valle - Carlo Sgorlon

Devo l'amore per Sgorlon a Omar Pedrini che, in un programma di anni fa, raccontava il Friuli mettendo insieme il frico, Carlo Sgorlon e i Tre Allegri Ragazzi Morti, tre cose delle quali mi sono appassionata parecchio. Amo Sgorlon perché tutti i suoi libri (almeno quelli letti finora) sono ambientati in piccoli paesi di montagna, abitati da persone profondamente legate a leggende millenarie e a riti d'altri tempi. Questo racconta la vicenda del Vajont ambientandola però in un luogo di fantasia. Me lo sono divorato.

La mia Thailandia - Manuela Vitulli

Manuela Vitulli è una delle poche blogger di viaggi che seguo. La trovo onesta, sincera, visita veramente i posti di cui scrive (cosa non sempre così scontata nei blog di viaggi), mi piace il suo stile. Ho comperato con gioia il suo ebook, perché da tempo la Thailandia gira nei miei pensieri. E ho fatto bene, perché è un bellissimo racconto di quel paese e una guida molto utile. Quasi che lo prenoto, 'sto volo per Bangkok. 

Nell'intimità - Hanif Kureishi 

Avevo letto questo libro moltissimi anni fa, in poche ore, durante una lunga attesa in aeroporto. Ero in una fase difficilissima della mia vita, macerata da decisioni difficili da prendere e cambiamenti da fare. Questo libro mi ha aiutata tanto e, quando l'ho visto sullo scaffale della libreria mentre riordinavo, mi sono decisa a rileggerlo: è stato come se rivedessi me stessa, quindici anni fa, china su quelle pagine. Non sono obiettiva, c'è troppo di me dentro quel libro, non so giudicarlo da un punto di vista letterario. Ma se lo leggete, vi prego, non associate me al protagonista, eh. 

Tanto vale vivere - Dorothy Parker

Ho comperato questo libro su Depop, nel profilo di Giulia Bertelli a.k.a. Un Peu Sauvage (non riesco a linkarvelo, ma ve lo consiglio, se amate i libri). Non sapevo bene cosa comperavo, mi incuriosiva semplicemente leggere Dorothy Parker. Come ho scoperto quando mi è arrivato, si tratta di una raccolta di racconti brevi, poesie e recensioni teatrali. L'ho aperto con qualche dubbio, perché io non amo molto i racconti, ma sono stata conquistata. Dorothy Parker è incredibilmente ironica, sarcastica, ma ha anche una vena di maliconica e compassionevole, e - soprattutto - scrive da dio. Dentro i suoi racconti c'è New York, il proibizionismo, una vasta galleria di tipi umani tratteggiati con grandissima maestria. Ah, la amo. 

Libri acquistati

Il fatto di essermi iscritta alla mailing list delle offerte lampo Kindle mi manderà in rovina, a colpi di 99 centesimi per volta. E' un tunnel dal quale non riesco proprio a uscire, però. Vuoi mica perderti l'occasione di comperare un libro per pochi soldini? Con questo ragionamento, ho comperato:

Non aspettare la notte, l'ennesimo libro di Valentina d'Urbano, la trama non mi ispirava granché ma le recensioni erano ottime e allora via di compra con un click.

Amy e Isabelle di Elisabeth Stout, scrittrice di cui non ho ancora letto nulla, ma di cui ho sentito solo grandissime cose. La trama mi incuriosisce molto, parla di donne, di provincia americana, del rapporto madre e figlia. Sento che mi piacerà. 

Altrove, forse di Amos Oz, autore de L'Amante, uno dei miei dieci libri preferiti di sempre. Ho comperato questo libro perché non ho mai letto altro di Oz e perché mi incuriosiva leggere questa storia corale ambientata in un kibbutz. 

La mia Londra di Simonetta Agnello Hornby, scrittrice che non amo per niente, ma ero curiosa di leggere di Londra. Mi sa che ho sbagliato, ma vabbè. 

Libri messi in lista

Start Where You Are di Meera Lee Patel, uno di quei classici libri che comprerei per non usare mai e quindi tengo accuratamente in wishlist senza la minima intenzione di acquistarlo. Comunque, è una sorta di diario/libro con ispirazioni e stimoli per coltivare la propria creatività. Non lo userei mai, ma mi piace pensare di essere una di quelle persone che usano libri del genere. 

Lara: The Untold Story That Inspired Doctor Zhivago di Anna Pasternak, il racconto della storia d'amore che ha ispirato il Dottor Zivago, scritto dalla nipote di Pasternak. 

Le ragazze di Emma Cline, libro di cui tutti parlano ultimamente. E' la storia di un gruppo di ragazze sedotte da una setta, nell'America degli anni '70, ispirata alla vicenda di Charlie Manson. Ne avevo letto opinioni contrastanti, Ilenia di Con amore e squallore lo consiglia vivamente e quindi ho spostato il libro in cima alla mia lista. 

John & Yoko:A New York Love Story. Ho sfogliato questo libro fotografico nella galleria di Guido Harari a Alba. Non credo ci sia bisogno di commenti. 

Greenterior: Plant-Loving Creatives and Their Homes. Un altro libro fotografico che illustra un po' di case fantastiche piene di piante fantastiche abitate da persone fantastiche. Costa un occhio della testa, non lo comprerò mai, ma mi piace tenermelo lì.

E voi? Avete libri da consigliarmi? Dai, che così allunghiamo la lista, tanto ormai...

venerdì 7 ottobre 2016

Chiacchiere del venerdì

(foto Unsplash)

Uh, ciao, vi ricordate di me? Ogni tanto faccio capolino da queste parti, eh. Come vi ho detto e ripetuto fino alla nausea e allo sfinimento e bon basta Cindy lasciaci stare, vorrei passare molto più tempo qui, ma la triste vita di tutti i giorni mi trascina via con sè e vado a dormire che è domenica e mi risveglio che è venerdì, spesso senza rendermi conto di tutto quello che è successo in mezzo. Detto questo, ogni tanto mi ritaglio un po' di spazio e torno qui. 

L'ultima volta in cui ho postato le chiacchiere del venerdì era fine luglio, in mezzo è passata mezza vita e quindi temo fortemente che questo post finirà per essere lungo come la Quaresima. Vi chiedo perdono in anticipo, se ve ne andate capirò, se rimanete vi abbraccerò, se mi lasciate un commento raccontandomi le cose belle del vostro ultimo periodo vi amerò fortissimo. 

- come dice giustamente Alice nel suo ultimo post, il fatto che settembre sia il nuovo gennaio è passato un po' di moda. Qualche anno fa, tutti ne parlavano, quest'anno abbiamo cominciato settembre senza troppi buoni propositi in giro e senza ironici auguri per il nuovo anno. Io ho smesso di fare nuovi propositi da tempo, perché per troppi anni sono stati sempre gli stessi, sempre disattesi. Ma dentro di me avevo l'intenzione di cominciare a fare yoga. Non l'ho detto a nessuno, me lo sono tenuto dentro di me. Ho cercato un corso, escluso le ore della sera, ché appena comincia il freddo l'unica cosa che traguardo alla sera è il mio divano, escluse quelle dell'alba, ché uscire fuori al freddo lasciamo perdere e mi sono concentrata su un unico corso possibile, alle 8.30 del mattino. Dopo aver messo da parte le remore sul fatto di togliere tempo al lavoro, mi sono decisa. Ho telefonato, chiesto informazioni, preso decisioni. E poi ho cominciato a trovare scuse. Uh, stamattina non posso, non mi sono depilata. Uh, ma oggi no, come faccio, ho un lavoro da consegnare. Ah, no dai, oggi no, come faccio a lasciare la cagnolina senza la passeggiata di prima mattina? Alla terza scusa, ho detto basta e ho cercato una soluzione adatta a me. Che ovviamente si è palesata con YouTube e un canale yoga del quale mi sono innamorata. Ho cominciato e sto andando avanti da un po'. Sono contenta e forse prima o poi troverò la voglia di fare un corso vero e proprio. O forse no. Per ora va bene così. 

- sempre per quel che riguarda YouTube, da quando non ci sono più la mia amata Concita De Gregorio e il suo programma di libri in Tv, dedico la pausa pranzo a guardarmi dei gran video. Ultimamente, sono diventata dipendente del canale Con amore e squallore (io sono innamorata alla follia di Ilenia e - se amate i libri - ve lo straconsiglio, anche se immagino lo conosciate già). Un altro canale che parla di libri (e non solo) che amo molto è Read Vlog Repeat, mentre - quando ho voglia di rilassarmi e sorridere, mi faccio una dose abbondante di Annalisa Superstar

- tutti questi canali YouTube che seguo, con i vari preferiti del mese, haul, suggerimenti, questo e quest'altro, mettono una gran voglia di fare shopping, mannaggia al mio portafoglio. Ho comperato una marea di libri, di cui poi vi racconterò, mentre sto tenendo botta di bruttissimo per quel che riguarda i vestiti. Non so per quanto ancora reggerò, ma finora sono stata bravissima. Ho solo acquistato una bellissima felpetta di cui vado orgogliosissima. L'ho comperata da Sara Colombo di S'Art Lab, che avevo intervistato su questo blog tempo fa e che sto convincendo disperatamente a darsi da fare sui social, perché è troppo brava. Se volete dare un'occhiata alle cose che fa, la trovate su Facebook e su Instagram. Seguitela perché se lo merita. 

- è arrivato l'autunno e, come ho detto prima, d'autunno divento un tutt'uno con il mio divano. Sono anziana dentro (e fuori) e quindi ceno presto, metto a posto, mi fiondo sul divano e vivo una vita parallela su Netflix. Ho visto una milionata di serie TV: Stranger Things, che ho adorato e m'ha fatto venire una gran voglia di anni '80, e di cui non vi dico nulla perché se ne parla a destra e a manca da quest'estate. Poi ho guardato la seconda stagione di Narcos, la serie ispirata alla vita di Pablo Escobar, che è FAVOLOSA. Gran ritmo, colonna sonora da paura, e i maglioni di Escobar, amici miei, i maglioni di Escobar. Ho visto anche Marcella, una serie che nessuno s'è filato ma che ho trovato davvero interessante. Ambientata a Londra, è la storia di una poliziotta che deve risolvere una serie di omicidi seriali e che in qualche modo viene coinvolta in uno di questi. Non dico altro, a me è piaciuta molto. Ho anche cominciato la settima stagione di Sons of Anarchy, ma non riesco ad andare avanti. Ho talmente poca voglia che mi sa che mi farò raccontare la fine dalla mia amica Daria. La cosa buffa è che sono stata io a consigliargliela, ma ero alla terza stagione e mi sembrava una cosa fighissima. Adesso per me è solo noia mortale. Intanto, per le prossime settimane, complice l'assenza da casa di mio marito, mi faccio una maratona di ripasso di Gilmore Girls, ché il 25 novembre è dietro l'angolo (#teamjess per sempre, tra l'altro). 

- sempre su Netflix, sul quale tra l'altro hanno aggiunto una valangata di film, ho visto un film carinissimo. Si tratta di Today's Special, la storia di un ragazzo indiano che sogna di andare a fare uno stage di cucina a Parigi ma è costretto a rinunciare per aiutare i genitori nel loro ristorante. Certo, non è un capolavoro della storia del cinema, ovvio, ma è uno di quei film leggeri e delicati, ironici senza essere sguaiati, con un pizzico di commozione e un piacevole lieto fine (non ho spoilerato niente perché è ovvio che questi film vanno a finire bene, devono finire bene). Non rimarrà nella storia del cinema, ma io vorrei vederne più spesso, di film così.

- io sono iscritta a più newsletter di quanto sia umanamente possibile leggere, infatti ogni mattina passo almeno mezz'ora a cancellare mail senza neppure aprirle. Ma ce ne sono alcune, circa una ventina, che non mi perderei per nulla al mondo. Una di queste, la mia preferita in questo periodo, è quella di Maria Alexandra Vettese e Stephanie Congdon Barnes, due fotografe che vivono a 3191 miglia di distanza e che hanno dato vita al progetto 3191 Miles Apart. La loro newsletter, a cadenza settimanale, è un concentrato di bellezza, bellissime fotografie e ispirazione continua. L'ultima mail che è arrivata è questa

- per quel che riguarda i libri, ne ho letti veramente troppi, facciamo che dedicherò loro un post a parte. Se ne scrivessi ancora qui, questo post diventerebbe così lungo da farvi stramazzare al suolo e maledire il momento che avete cominciato a leggermi. Vi lascio con questa canzone qui sotto, che ascolto costantemente da giorni. Ma voi ditemi, cosa avete fatto di bello ultimamente? Film, libri, serie tv, shopping? Raccontatemi!