Qualche giorno fa Elena mi ha fatto un piacevolissimo regalo di Natale, inviandomi un Leggermente del tutto inaspettato. Sapevo che stava passando un periodo di caos e credevo avremmo ripreso la rubrica a gennaio. E invece ecco la mail ed ecco la recensione di un libro che ho visto ovunque, nei mesi scorsi. Si tratta di Eccomi, il nuovo libro di un autore che, come dice Elena, non è propriamente incluso nei miei preferiti. Io e certi scrittori americani contemporanei abbiamo un rapporto un po' turbolento, mettiamola così. Però sono contenta che ne abbia scritto Elena, del cui giudizio mi fido ciecamente. Chissà, magari un giorno potrei anche lanciarmi nella lettura di questo libro. Ora lascio la parola a lei. Buona lettura!
Ben ritrovati a tutti, comincio subito scusandomi per il mese scorso. Non c'è stato nessun Leggermente a Novembre poiché, sebbene sia da sempre il mio mese preferito, credo che a sto giro sarò costretta a cambiare idea: ho inanellato una serie di sfighe e intoppi che il tempo (e il modo) di leggere e scrivere proprio non sono ruscita a trovarlo.
Ben ritrovati a tutti, comincio subito scusandomi per il mese scorso. Non c'è stato nessun Leggermente a Novembre poiché, sebbene sia da sempre il mio mese preferito, credo che a sto giro sarò costretta a cambiare idea: ho inanellato una serie di sfighe e intoppi che il tempo (e il modo) di leggere e scrivere proprio non sono ruscita a trovarlo.
Comunque, l'ultimo romanzo di cui ho parlato qui era Denti bianchi, di un'autrice adorata da Cindy e, fino ad allora, conosciuta da me solo di nome. Oggi è la volta di uno dei casi editoriali del 2016 (per non dire IL caso editoriale): intendo Eccomi di Jonathan Safran Foer che, se non sbaglio, la padrona di casa non ama granché.
Il primo libro che ho letto di questo autore è stato Molto forte incredibilmente vicino: l'ho adorato, sfogliato mille volte, riletto a tratti, sottolineato (più di quanto non lo fosse già di suo), consigliato e regalato. Poi è stato il turno di Ogni cosa è illuminata e infine di Se niente importa. Mi sono piaciuti tutti, in modi differenti hanno parlato al mio cuore, in modi differenti sono rimasti dentro di me, indisturbati.
Per quanto riguarda il libro di oggi sono estremamente confusa. La prima parte mi ha rapita: nonostante le dimensioni e il peso non proprio da tascabile ho trasportato questo grande libro giallo ocra un po' ovunque. Matita alla mano e foglia secca come segnalibro ho sottolineato frasi intere, ho riletto passaggi meravigliosi che sembravano proprio togliermi le parole di bocca, ho creduto spesso (cosa che mi succede ogni volta e non penso di essere la sola a cui capita) che quelle pagine parlassero a me di me, ho sperato che continuasse così fino alla fine.
Ora, non so dire se abbiano influito il blocco del lettore che ha contraddistinto questo mio anno o gli eventi infausti di cui sopra, ma la seconda parte di Eccomi, quella centrale per intenderci, ha indebolito piano piano il mio interesse fino quasi a soffocarlo del tutto, facendomi arrancare nella lettura per un sacco di tempo.
Niente paura però, ci siamo ripresi sul finale e, continuando a seguire il filo logico del periodo incasinato, forse il fatto che negli ultimi giorni la situazione familiare stesse migliorando (giusto per chiarire, nulla di tragico, mia mamma si è malamente rotta un braccio, ha subito un intervento e ha avuto bisogno di parecchia assistenza all'inizio della convalescenza) ha facilitato anche il mio rapporto con la lettura con questo libro in particolare.
Le sottolineature a matita sono tornate e il mio personalissimo giudizio finale è positivo perché, se non altro per le prime duecento pagine, è impossibile secondo me rimanere indifferenti davanti a certe frasi.
Non mi resta, dunque, che salutarvi con la citazione di oggi, anche se, lo ammetto, scegliere è sempre difficile. Avrei potuto scrivere un Leggermente solo estrapolando pezzi e incollandoli qui, virgolettati, in corsivo, in grassetto o colorati di verde: sarebbe stato sicuramente il metodo più efficace per farvi respirare un po' dell'atmosfera che si sente leggendo questo libro.
Alla fine, però, ho deciso per questa:
"L'ampiezza della loro vita in comune rendeva impossibile condividere la loro unicità. Avevano bisogno di una distanza che non fosse un ritrarsi ma un tendere la mano".