Sono davvero una persona fortunata perché continuate a riempirmi di regali. Oggi torna Michela, dopo una lunga pausa dovuta al lavoro, e lo fa con un post dedicato a uno dei posti più belli che io abbia mai visto in vita mia. Uno di quei posti che si prendono un pezzo del vostro cuore e non ve lo restituiscono più. Ho lasciato pezzi di cuore un po' ovunque, nel mondo, ma quello che ho lasciato a Skye è un po' più grande degli altri. Quindi grazie Michela, grazie per essere tornata e per aver scelto di raccontarci un posto così speciale. Buona lettura!
Ricominciare a scrivere per ‘A casa di Cindy’ è il più bel regalo di questa fine estate calda e soleggiata, un’estate lunghissima che sembra volermi restituire i giorni in cui ero lontana dall’ombrellone e dal mare, i giorni indimenticabili trascorsi in Scozia.
Mi metto comoda al pc, mentre l’acqua per il tè si scalda e inizio a raccontarvi.
Una Cinquecento bianca e sedici lunghi giorni per scoprire le meraviglie di una terra dalla bellezza selvaggia, potentemente forte nei colori e nella sconfinata solitudine dei paesaggi.
Nessuna grande città, se non la bella Edimburgo, scoperta durante il più grande festival delle arti del mondo; solo piccoli villaggi sul mare e graziose cittadine nella campagna più verde e rigogliosa mai vista. E poi le Highlands, i Loch, i faraglioni e le spiagge bianche incontaminate. E le isole, perle di inestimabile bellezza. Non si può dire di aver conosciuto e apprezzato appieno la Scozia senza aver visitato le sue isole, almeno le più importanti.
Vorrei trasferirvi un po' delle emozioni provate raccontandovi di quella che più mi ha colpito e affascinato, l’isola di Skye.
Portree è la pittoresca ‘capitale’, con un porticciolo di casette che è una palette di toni pastello.
Essendo situata in posizione centrale, risulta essere un’ottima base per visitare l’isola agevolmente.E’ una cittadina vivace, molto graziosa e ricca di localini e ristoranti niente male. Ricordo una memorabile scorpacciata di salmone al Dulse & Brose.
A nord di Skye si trova uno dei territori geologicamente più interessanti in Europa, la Penisola di Trotternish. E’ il paradiso per chi come me ama fare escursionismo. Sono imperdibili la salita fino all’Old Man of Storr, un pinnacolo di basalto alto 50 metri e le passeggiate sull’altopiano vulcanico del Quiraing, che regala scenari mozzafiato. Consiglio una tappa allo Skye Pie Cafè, caratteristico quanto originale caffè galleria.
L’ovest più estremo racchiude la gemma più preziosa, Neist Point.
Quanto ho adorato questo luogo lo scoprireste solo andandoci, sfidando il vento lungo la scogliera per immortalare il colpo d’occhio che si presenterà ai vostri occhi, una lingua di terra che culmina con un bellissimo faro bianco. Un ricordo indelebile, senza alcun dubbio l’immagine che ho più viva negli occhi e nel cuore.
La giornata a Neist Point ha raggiunto la perfezione quando anche il palato ha avuto la sua parte, al Three Chimneys per una sofisticata tappa gourmet.
Ho amato tutto di questa morbida isola verde, le gallerie d’arte che sbucavano dietro ad ogni curva, le zuppe calde, la parlata veloce e incomprensibile dei suoi abitanti, la purezza dell’aria e il profumo dell’oceano, le colonie di foche e le pecore, soprattutto che fossero in numero più alto delle persone, le casette basse, tutte bellissime, l’aria frizzante la mattina e la luce nordica fino a tardi. E quelle uniche gocce di pioggia scese alla nostra partenza e io subito a pensare che piangesse, perché stavamo lasciandola.
A Skye ho toccato il cielo con un dito.