Buongiorno! Come state? Avete festeggiato, mangiato, spacchettato, dormito? Insomma, siete stati bene? Spero davvero di sì!
Chiudiamo l'anno con un bellissimo post di Elena de Il mare in giardino, che ci parla di poesia e che spero possa essere di buon auspicio per l'anno che ci aspetta. Spero che porti poesia in tutte le nostre vite e mille piccoli momenti di emozione pura. Vi auguro che il 2016 realizzi tutti i vostri sogni più sfrenati, ma anche i bisogni più semplici. Vi voglio felici.
Grazie Elena per il tempo che mi dedichi, sempre. Buona lettura e buon 2016!
Grazie Elena per il tempo che mi dedichi, sempre. Buona lettura e buon 2016!
Siamo arrivati, non so nemmeno bene come, al dodicesimo Leggermente, l'ultimo dell'anno ed è tempo di Cocorosie:
Sono emozionata e sono onorata di aver collaborato con questo bellissimo blog, di essere stata scelta per parlare di libri, proprio io che della scrittura ne vorrei fare una ragione di vita (oltre che un mestiere).
Per festeggiare il primo anno da Cindy ho scelto una raccolta di poesie, perché mentre i racconti non fanno per me (mi perdo per strada ogni volta che provo a iniziarne uno e ci rimango male quando finisce), le poesie sono state per anni la mia lettura preferita. Se devo essere sincera sono state anche la prima cosa che ho scritto, da bambina, dopo i pensierini del giorno all'asilo.
Ricordo ancora un brevissimo componimento sulle abitudini di un contadino che piacque tantissimo a mia madre e che deve essere tuttora conservato a casa sua, nel quadernino a fiori su cui lo scrissi almeno venticinque anni fa.
Il libro di oggi si intitola Chi ha fatto il turno di notte, è di Izet Sarajlić e non l'ho scelto per caso. Quando ho iniziato a occuparmi di questa rubrica, nel Gennaio scorso, ho raccontato di un regalo della mia amica Nessie, una garanzia in fatto di libri. Anche il piccolo libro bianco che vedete in foto è entrato nella mia vita grazie a lei, che me lo consigliò in una notte insonne trascorsa a casa sua, mentre ancora non avevo un letto mio dove dormire e lavoravo al circolo fino a tardi.
Ricordo che mi disse: "Qui dentro troverai i tuoi amori". Così fu.
Ne comprai una copia per me la mattina dopo, e lo rilessi così tante volte, negli anni, da consumarlo.
Raccoglie una serie di poesie di guerra, di vita e di passione, dove ognuno di noi può intravvedere un pezzo di sé, amalgamato tra i versi di dolore e di ironia, mescolato a bombardamenti e baci, a morte, paura, emozione e speranza.
Essendo un libro di poesie mi verrebbe istintivo riportarne qui versi interi, per ripercorrere con voi passaggi ironici e massacri: non lo farò, perché le poesie vanno lette in solitudine, prima di tutto. Poi è bello condividerle, certo, sussurrarle sotto le coperte con un'unica piccola luce accesa sul comodino, raccontarle ad un pubblico seduto in sala con il bicchiere di rosso tra le mani, recitarle alla maestra la mattina dell'interrogazione. Ma, prima, vanno lette in solitudine.
Quindi vi dirò cosa si è portato con sé questo libro, in un vortice di coincidenze che ormai non mi sorprende più, ma che è sempre bello accorgersi quando parte. Qualche anno fa è uscito un racconto, poi diventato documentario, di Erri De Luca, intitolato Il turno di notte lo fanno le stelle: SBAM. Appena lo lessi mi venne subito in mente la mia piccola e bianca raccolta di poesie e la andai a cercare. La prefazione? Di Erri De Luca, grande amico di Sarajlić...e tutti i tasselli sono magicamente tornati al loro posto, almeno per me.
Poi, metteteci che sono una romanticona sentimentale, ma l'idea di una galassia in turno, pronta a vegliare sulle mie insonnie e difficoltà, sulle mie ore trascorse a pensare a quello che va e a quello che invece si blocca, mi piace tantissimo. Metteteci queste cose e andate a comprare il libro.
Se mi chiedete qual è il mio brano preferito vi rispondo La linea Maginot (so che Nessie mi troverebbe d'accordo), ma non domandatemi altro, perché non riesco a spiegare tutto quello che poco più di centoventi pagine possono portarsi dietro.
Vi lascio con la citazione, che ho fatto una fatica maledetta a scegliere e che, alla fine, ho pescato un po' a caso, costringendomi a non trascrivere tutta la poesia da cui arriva e che si intitola Jecovac:
"Adesso abbiamo il vantaggio che anche parlando di foglie parliamo di noi".