Questo libro era nella mia wishlist da mesi. L'avevo visto consigliato l'anno scorso su qualche sito americano, non ricordo bene dove. Mi piaceva un casino la copertina, cosa che - confesso e sono sincera - spesso mi spinge tantissimo verso la scelta di un libro (poi leggo anche la trama, eh). Mi piaceva l'idea di mettersi in cammino e raccontarlo. Sapevo del film con Reese Witherspoon, che mi ispirava moltissimo, ma che non mi ero mai decisa a vedere (sì, vedo troppo pochi film, è una mia grossa mancanza). Insomma, 'sto libro era lì, ma non mi decidevo a comperarlo.
A peggiorare le cose, qualche tempo fa ne avevo letto una sonora stroncatura, una recensione in cui si diceva che si trattava della solita fuffa americana, le menate sull'autoaiuto, la scoperta di sè stessi, tutto in salsa Eat, Pray and Love. Visto che quest'ultimo libro l'ho trovato particolarmente irritante, in qualche modo Wild l'ho messo da parte mentalmente senza neppur comperarlo. Poi, nella mia assidua frequentazione di You Tube (che vi devo dire, alla sera devo scollegare il cervello), l'ho visto consigliato da una blogger americana. E daje, apri Amazon, compra con un click e via, in un attimo ho cominciato a leggerlo.
Se non ne avete ancora sentito parlare (cosa difficile, visto che se ne è detto più o meno ovunque), Wild è la storia autobiografica di Cheryl Strayed, una ragazza americana la cui vita viene sconvolta dalla scomparsa della madre, che muore di cancro a quarantacinque anni. Questo avvenimento lascia Cheryl completamente persa, una giovane donna che guarda la sua vita andare in pezzi senza reagire, senza far nulla se non abbandonarsi all'autodistruzione. Finché un giorno, del tutto casualmente, decide di percorrere il Pacific Crest Trail, un percorso di trekking che attraversa la California e l'Oregon, fino allo stato di Washington.
Ho cominciato a leggere questo libro con un po' di esitazione, principalmente perché avevo in testa la questione delle menate sulla scoperta di sé stessi e temevo volesse un po' insegnarmi a vivere. E poi, diciamocelo, 315 pagine su una che cammina? Sarà mica noioso? Ecco, diciamo che la mia parte razionale veniva fuori in tutta la sua fiera rigidità.
Ma ho dovuto ricredermi. Questo libro mi è piaciuto un casino. Proprio tanto. La scrittura è coinvolgente e la trama appassionante, grazie anche ai continui flashback sulla vita dell'autrice prima di intraprendere il cammino. E poi lei è sincera, onesta, vera. Ossia, chissà se lo è, ma dalla sua scrittura traspare questo e ciò rende il tutto estremamente interessante.
Mi piace che racconti di sé aspetti negativi senza alcuna vergogna né alcun tentativo di giustificazione. Mi piace che abbia deciso di intraprendere il cammino per puro caso, dopo aver visto una guida del Pacific Crest Trail mentre era in coda al supermercato e non per chissà quale ragione mistica o spirituale. Mi piace che racconti tutti i suoi momenti di debolezza, l'impreparazione, l'inadeguatezza nell'affrontare un tale cammino. Mi piace perché potrei anche essere io, cioè no, io no, io al secondo giorno avrei abbandonato tutto e sarei corsa verso la prima città a bermi una birra guardando la TV. Diciamo che mi piace pensare che potrei essere io. Meglio così, dai.
Ma ho dovuto ricredermi. Questo libro mi è piaciuto un casino. Proprio tanto. La scrittura è coinvolgente e la trama appassionante, grazie anche ai continui flashback sulla vita dell'autrice prima di intraprendere il cammino. E poi lei è sincera, onesta, vera. Ossia, chissà se lo è, ma dalla sua scrittura traspare questo e ciò rende il tutto estremamente interessante.
Mi piace che racconti di sé aspetti negativi senza alcuna vergogna né alcun tentativo di giustificazione. Mi piace che abbia deciso di intraprendere il cammino per puro caso, dopo aver visto una guida del Pacific Crest Trail mentre era in coda al supermercato e non per chissà quale ragione mistica o spirituale. Mi piace che racconti tutti i suoi momenti di debolezza, l'impreparazione, l'inadeguatezza nell'affrontare un tale cammino. Mi piace perché potrei anche essere io, cioè no, io no, io al secondo giorno avrei abbandonato tutto e sarei corsa verso la prima città a bermi una birra guardando la TV. Diciamo che mi piace pensare che potrei essere io. Meglio così, dai.