mercoledì 26 marzo 2014

Mi piace quando Vero preme play

La musica è la cosa più bella del mondo, ne sono fermamente convinta. E questa canzone, questo post, queste emozioni non fanno altro che confermarlo. Grazie Vero per l'ennesimo racconto pieno di magia. 

Certe canzoni a me danno l’impressione di essere state create di notte.
La notte, quando il manto scuro del cielo comincia ad avere dei riflessi blu, quando tutti ormai dormono e l’unica anima ancora vigile è quella che ha tante parole in testa e un solo modo per farle uscire, la musica.

Chris Isaak è uno di quelli che scrive di notte, lui è un cantante americano di origini italiane, la sua voce è quella di Baby did a bad thing che è uno dei suoi pezzi migliori nonché inserito in Eyes Wide Shut di Kubrik.
Se dovessi associare la sua voce a qualcuno, io direi Elvis e qua vi lascio il tempo di lanciare un sospiro prima di proseguire. 


Chris Isaak ha raccontato di aver scritto Wicked game “really late at night” il che fa di questa canzone, che è già parte della mia storia, una delle mie preferite. In un interessante video/audio più audio che video, Chris Isaak viene intervistato riguardo la genesi di questa canzone. Lui racconta di averla scritta di getto, durante il tempo di attesa che lo separava da un incontro amoroso con una donna di cui lui dice “I knew she was going to be trouble” e che, nel momento in cui lei arrivò nel suo appartamento, lui era più entusiasta per la canzone che per il suo arrivo: “baby, you’re gorgeous, but listen to this song!”. Lo spirito della canzone è perfettamente riprodotto nel video, che associa a suoni languidi e atmosfere lontane da sogno, immagini altrettanto accattivanti –chiedetelo ad Helena Christensen, super top model che è ancora ricordata per quelle immagini scosciate in riva al mare-, che poi Chris se lo poteva anche permettere –come ora d’altronde, il charme non ha età-.

Dobbiamo a quella nottata una delle canzoni che ha segnato gli incontri della prima metà dei miei 20 anni e che ho preso e ripreso senza pudore da allora fino ad oggi. Ma cominciamo dall’inizio.

Chris è uscito dal baule rosso conservato nella soffitta della mia  vecchia casa, quando ero piccola ci andavo spesso a curiosare perché da lì sorgevano sempre tante meraviglie: foto di famiglia, un cavalletto per la macchina fotografica, un diario che mio padre teneva in attesa della mia nascita, le cassette con le compilation registrate direttamente dalla radio, dentro una di queste c’era Wicked Game.


Chi mi conosce mi chiede spesso di cantare “la mia canzone” perchè Wicked Game è sempre la prima cosa che comincio a suonare non appena ho una chitarra in mano. Ho un hard disk completamente zeppo di filmati e registrazioni dove l’unica canzone che si sente è Wicked Game. Ma come descrivere Wicked Game se non come una canzone che parla d’amore, quell’amore difficile da accettare che però ci piomba addosso come una pioggia da cui non possiamo trovare riparo e da cui, tuttavia, non possiamo che lasciarci inondare con tutta la sua forza e potenza? Vi lascio di nuovo il tempo per sospirare?

Facciamo un salto nel passato: Gennaio 2009, Leòn, Spagna.
Il martedì, nel Gran Cafè, chiunque aveva voglia di cantare o suonare poteva prendere uno strumento e salire sul palco. Io ero una di quelli. C’era un buffo giovane olandese che di lì a qualche giorno sarebbe tornato in patria per la fine dell’Erasmus e io, ovviamente, due giorni prima ero follemente caduta in amore per lui.

Col favore della notte e degli accordi di Wicked Game, una Vero accecata d’amore (o qualcosa che ci si avvicinava abbastanza) cantò quelle parole lanciandole languidamente più verso la sinistra che la destra, c’erano tutti, c’era anche lui.  



Ovviamente la cosa si concluse con un cd su cui, accanto ad ogni canzone, avevo scritto il motivo per cui l’avevo scelta, un pianto drammatico alla stazione degli autobus e la sua inesorabile partenza. Dopo qualche mail in un inglese scorretto e sgrammaticato, non lo vidi né gli scrissi più ma la serata la ricordano ancora tutti

E ora, è il tuo turno Chris. Mia cara Cinzia premiamo play?



lunedì 24 marzo 2014

Tea for Two

La Daria di oggi è cupa e seria, niente risate o lacrime commosse per il ricordo di un amore adolescenziale, ma una riflessione potente sul rapporto con noi stessi, il nostro stare male e il bisogno odierno di sembrare sempre al massimo. Leggetela, perché è davvero saggia, la nostra Daria Pop.

Leggendo i tweet o i post su facebook di Tizio mi sembrava stesse andando tutto alla grande, che fosse super impegnato, con meravigliosi progetti in cantiere, che avesse un sacco di lavoro in ballo e sempre nuove prospettive aperte. 
Poi lo sento. Mi dice che è un periodo durissimo, che fa proprio fatica a sbarcare il lunario e che fatica a ingranare. 

Ma pensa te, mi dico, da come scriveva sui social non l’avrei mai immaginato. 
Ed io, combattuta tra l’ammirazione del sapersi vendere a qualunque costo e la perplessità nel chiedermi che senso abbia farlo, giungo alla conclusione che mostrarsi a mille, sui social per giunta, non serva a un’emerita cippa.

Vero è che, insegnano i guru di leadership, la gente ti percepisce per come ti poni e tu puoi diventare quello che immagini di essere, ma dover per forza fingere che le cose siano perfette, a che cosa dovrebbe giovare? 
Meglio un sano silenzio, dal mio punto di vista, un attimo di tregua da concedere all’anima senza imporle anche la forzatura della finzione dello star bene.

Ed è mentre macino questi pensieri che, alla radio, passa un vecchio pezzo degli Afterhours, uno di quelli che mi piacevano un sacco.


Così, sulla scia del volere un pensiero superficiale che renda la pelle splendida, decido di lasciarmi stare male. Oggi va così, sono giù. E come cantano loro, maledico certe domande che forse era meglio non farsi mai.
E siccome credo che si debba saper prendere le distanze anche dall’essere a mille a tutti i costi, belli, propositivi, dinamici e sorridenti come ci insegna la pubblicità, io oggi voglio proprio liberare ‘sto magone.

Mi piace anche il pudore dello star male, sì. Quel concedersi una tregua, rintanandosi nel proprio magone per poi farsi un bel pianto liberatorio.
Mi piace proprio il pudore delle emozioni in generale. Se stai male, che bisogno hai di scriverlo sui social? E quindi, a maggior ragione, perché mostrarsi a mille se non è vero?
Per vendere se stessi e/o la propria attività, ok. Ci può stare.
L’importante, però, è saperlo. Sapere che stai solo facendo un make up alla tua vita prima di farla salire sul palcoscenico virtuale.
Perché, non so voi, ma io ho la sensazione che sui social molta gente si stia bevendo il cervello e confonda sempre più la realtà con la finzione
Magari, chissà, lo fa semplicemente perché, come dice Mastandrea in “Non pensarci”, le bugie sono un po’ più dolci.


venerdì 21 marzo 2014

Wishlist degli ospiti: Pretty in Mad

Buon fine settimana, miei cari. La wishlist degli ospiti di oggi l'ha compilata una persona davvero speciale, la meravigliosa Pretty in Mad. Pretty è un vulcano di creatività, la seguo da un po' di tempo e l'ho vista inventarsi progetti bellissimi e pieni di magia, prima legati unicamente alla fotografia, poi facendo collage e ora dedicandosi alla creazione di piccole gioie cucite a mano. Io sono una sua cliente fissa e ho il preciso obiettivo di regalare a tutte le mie amiche una sua creazione (siete avvisate, eh!). Ma Pretty è anche passione per i gatti, per la bella musica (ha il poster degli Smiths e dei Joy Division in salotto, posso non amarla?), per gli smalti, i capelli colorati e l'Inghilterra. Pretty in Mad è una persona dolcissima e sono davvero felice che abbia scritto questa wishlist per me e per voi. Insomma, qui le si vuol un gran bene!  

1. Chi mi conosce bene lo sa: non ho affatto il "pollice verde". Non è che non mi piacciano le piante, per carità, adoro fotografare fiori e foglie di ogni tipo, ma se si tratta di prendersi cura di tutto il verde che c'è in giardino, beh insomma, il discorso cambia.
Chi mi conosce bene sa anche del mio smodato amore per gli articoli di cancelleria. Tutti. Di qualsiasi tipo. Non faccio discriminazioni!
Per rimediare alla mia "inettitudine verde",  questo mi sembra un buon compromesso: SPROUT: la matita con seme dentro.


Sì avete capito bene: c'è il semino di una pianta dentro la matita.
Funziona così: voi scrivete, consumate la vostra matita e quando vi rimane solo il mozzicone lo piantate e lo annaffiate per bene. Nascerà una piantina della varietà che avete scelto, e sono tantissime! 
Oltre ad essere un'idea super carina, il messaggio di ecosostenibilità giunge forte e chiaro!
Niente: è una settimana che ci penso a 'sta genialata.

2. E dopo la matita non vuoi passare forse alla carta?
Girovagando su Etsy, come amo fare tutte le sere a tarda ora mentre marito e gatti dormono già, mi sono imbattuta nello shop ARMINHO: una coppia portoghese che produce favolosi e particolarissimi articoli da cartoleria. Ce n'è per tutti i gusti, a me è piaciuto da matti questo ricettario verde acqua… lo userei per scriverci le ricette dei dolci!


Ma date un'occhiata anche al resto perché ci sono taccuini e blocchi per appunti davvero favolosi!

3. Penso che chi è appassionato di fotografia e punta al professionismo come me, non possa esimersi dal collezionare libri di grandi fotografi dai quali trarre spunti e insegnamenti giorno dopo giorno.
Personalmente vorrei da morire  "Cat Cam", il libro di Cooper, il gatto fotografo.


Non conoscete Cooper?
Molto male. Cooper ha la sua digitale sempre al collo e scatta foto che di sicuro sono più interessanti di quelle che abbiamo fatto voi ed io in vacanza quest'estate, credetemi. Non per nulla espone in tutto il mondo e fa soldi a palate. E non scherzo.
PS: ma quanto è bellone lui? 

4. Al momento sono nel pieno di una strisciata per le volpine. lo so che son canidi e non felini ma che ci posso fare? Quei musetti…per non parlare di quelle codone!!
Questa spilla in legno taglio laser di TheTwentyfingers mi fa impazzire.


Devo averla. (Per dirla tutta adoro TUTTE le loro spille in legno, sono magnifiche!)

5. Ma veniamo all'angolo bellezza: parliamo della manicure. Io sono una fanatica di smalti e smaltini di ogni tipo e mi sono innamorata di questi nail stickers con gatto e con accessori per il cucito di Kate Broughton. Li voglio.




L'ho conosciuta grazie all'intervista pubblicata sul blog di Gaia Segattini e sono rimasta estasiata dai suoi lavori.

6. E da grande consumatrice di bevande calde quale sono, vorrei concludere questa wishlist, della quale, devo proprio dirlo, sono molto proud, con una bella tazza di tè.
Ma non un tè qualsiasi… vorrei poter assaggiare quelli delle selection di Once Upon A Craft, che propone bustine confezionate a mano con amore dalla dolce Olga e decorate con tags davvero deliziose.
Così anche il tè delle cinque diventa completamente handmade! Direi geniale.


Spero che la wishlist vi sia piaciuta, ci tengo a dire che sono tutte cose desidero e che realmente mi comprerei. Cioè… che mi comprerò ;-)

giovedì 20 marzo 2014

Wes Anderson Palette

Tumblr continua a regalarmi enormi soddisfazioni. Quello che ho scovato ieri è quanto di più hipster, pretenzioso, inutile e geniale esista sulla faccia della terra. Infatti io l'ho adorato subito. Si tratta di una raccolta di immagini prese dai film di Wes Anderson associate alla relativa palette di colori. Ecco, io impazzisco per cose di questo genere, vi rendete conto di che persona sono?










mercoledì 19 marzo 2014

In viaggio con Michela: Mazara del Vallo

Finalmente è arrivato il momento di fare le valigie e partire, anche se solo con la mente. Michela questo mese ci porta in un posto vicino, ma così bello da non aver nulla da invidiare alle mete più esotiche. Andiamo in Sicilia, ragazzi, non sentite già il profumo dei fiori d'arancio?

Va dove ti porta il cuore, così mi sono detta. Ed è là che la mia mente è tornata, in quella terra meravigliosa che è la Sicilia. Una terra di forti contraddizioni. E con le immagini sono riemersi i suoni, quelli dolci del mare e i più assordanti del traffico di una regione tanto sconclusionata quanto affascinante, il profumo degli agrumi e delle cose buone che hanno il sapore di una volta. Perché in Sicilia tutto ha il sapore di un tempo, quello che non si ricorda più.  E il calore della gente, che nonostante secoli d’invasioni non lesina sorrisi e calore. E poi c’è il sole, che scalda e colora ogni cosa, quasi a giustificare tanta bellezza e tanta natura. 

La meraviglia di un viaggio on the road è che regala emozioni e sorprese continue. E Mazara del Vallo è stata davvero una piacevole scoperta.  Fare una tappa non programmata spesso può rivelarsi il valore aggiunto di una vacanza, e anche molto più.  Mazara mi ha stupito ed entusiasmato da subito. 


E’ conosciuta per la sua attrattiva principale, il Satiro Danzante, la statua bronzea ripescata nel 1998 da un gruppo di pescatori nel tratto di mare antistante alla cittadina. Si tratta di un capolavoro di epoca ellenistica, che raffigura un satiro di Bacco che danza. Ciò che però ha catturato la mia attenzione, ancora una volta, è il quartiere storico, che a Mazara è chiamato casbah. Un dedalo di viuzze e vicoli di matrice araba, dove è facile perdersi proprio come in una Medina islamica.  I vicoli sono per lo più abitati da maghrebini e tunisini che sbarcano ogni anno sulla costa per lavorare sui pescherecci.  Mazara è la città dalle venti lingue, dove si respira un Mediterraneo senza confini. 


In questo groviglio di stradine bianche pervase dal profumo di couscous, dove spuntano abitazioni in tufo, vecchi palazzi barocchi e edifici normanni, ma anche case vecchie degradate, il tempo sembra essersi fermato.



Recentemente la casbah è stata oggetto di un’attenta opera di riqualificazione per essere riportata al suo antico splendore. Alle pareti fanno bella mostra splendide opere in ceramica, piastrelle colorate e narranti, vasi, panchine, che segnano un percorso ben preciso, grazie alle quali si ripercorre la storia, la tradizione e la cultura di Mazara. 


Una grande opera di restauro è toccata anche al Teatro Garibaldi, un gioiello restituito alla comunità nel 2010, che ho scoperto quasi per caso, passeggiando per le vie del centro. Si tratta di un piccolo teatro popolare interamente in legno, con palchi decorati con scene di folclore siciliano, ricostruito con materiale di scarto e vecchie barche dai maestri d’ascia mazaresi.  La storia mi è stata illustrata da una guida volontaria del posto, permettendomi anche un giro sul palco e nel loggione. Per un’amante del teatro come me nessun regalo sarebbe stato più gradito. “Sarei una vostra abbonata se abitassi a Mazara”. Questo ho scritto nell’album delle dediche alla fine della visita. E non potrebbe essere più vero di così. 


Le giornate soleggiate di marzo hanno risvegliato in me ricordi e profumi del nostro bel paese, ma ad aprile voleremo lontano, paesaggi mistici e lunari ci aspettano.  Buon mercoledì a tutti. 

giovedì 13 marzo 2014

Wishlist del venerdì

Mamma mia, è passata un'altra settimana, è ora di una nuova wishlist e...incredibile, io continuo a trovare cose da mettere nella mia lista dei desideri. Ma questo cosa vuol dire? Che il mondo è pieno di cose meravigliose oppure che io sono piena di grilli per la testa? Voi che ne dite? (Ma quante domande?) Beh, io credo che sì, il mondo sia pieno di cose bellissime ma che, sì, io ho la testa piena di grilli che saltellano. Però la sapete una cosa? Chi non sogna è morto. Bon, finito, ciao proprio. Quindi, viva le liste dei desideri, sempre. 

1. Come ben sapete, ho una grande passione per la fotografia. Cerco di non perdermi una mostra, amo sfogliare quei giganteschi libri che costano come uno stipendio e mi guardo tutti i documentari che parlano delle vite dei più grandi fotografi. In tutto questo, ho una grande predilezione per la fotografia vintage e non potete immaginare quanto mi piacerebbe visitare questa mostra. Si tratta dell'esposizione di fotografie di Bill Cunningham che, nel 1968, ha realizzato un progetto fotografico ritraendo modelli che indossavano abiti d'epoca in luoghi iconici della città di New York. Ne sono venute fuori fotografie come quelle qui sotto. Che dite, un viaggio a New York per vedere questa mostra ci sta tutto, vero?




2. Vi ho già raccontato mille cose (troppe?), ma non credo di avervi mai detto che la colazione è il mio pasto preferito in assoluto. Amo svegliarmi ogni giorno un po' prima, mettere su il caffè, apparecchiare la tavola, scegliere cosa mangiare (nel sogno immaginate pancakes, french toast, muffin a spreco e anche una fettina di torta di carote, nella realtà fette biscottate tristi come la morte,ché qui si è sempre a dieta) e le tazze da usare. Sì, perché sono un'accumulatrice (quasi) seriale di tazze. Fortunatamente sono una gran sbadata e ne rompo molte, quindi ho sempre la motivazione per comperarne di nuove. E ora vorrei queste qui, che trovate nel negozio Etsy Parris Chic Boutique



3. La pigrizia è il mio più grande difetto. Ne ho tanti, ma quello supera di gran lunga tutti gli altri. La pigrizia mi rovina la vita e conduco una lotta praticamente quotidiana contro questa mia tendenza all'indolenza, difetto che odio profondamente, in me e in chi mi sta intorno. La pigrizia è il motivo per cui faccio meno cose di quelle che vorrei fare, imparo meno cose di quelle che vorrei imparare e...vado in giro praticamente sempre senza trucco (vedo già delle sopracciglia alzarsi, lo so). Nella mia mente, vorrei saper fare make-up meravigliosi, essere come Sweet as a candy, della quale guardo i video con grandissima invidia (tra l'altro, ma quanto è deliziosa?) e uscire sempre perfetta. Nella realtà, un po' di cipria, mascara e ciao proprio (come dicono sempre le modelle nelle interviste, solo che il mio risultato è un po' diverso). Comunque, guardiamo il lato positivo, nun me se po' vede' ma almeno risparmio un po'. Però non ho motivo di acquistare questa favolosa pochettina da trucco, mannaggia. 


mercoledì 12 marzo 2014

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami


Questo libro è stato uno dei miei ultimi acquisti prima di cominciare l'ormai celeberrimo Project 10 Books, preso a causa di un colpo di fulmine. Ho letto il titolo e mi sono innamorata. Come mai? Beh, insomma ve lo dico ma poi non state lì a giudicarmi, eh? Ormai si sa che nella mia testa si agitano meccanismi di pensiero assurdi, dovreste conoscermi. E volermi anche un po' di bene, no? Comunque, tornando a noi, questo titolo mi piace così tanto perché mi ricorda uno dei miei film preferiti, Cosmonauta. Lo conoscete? È un film dolcissimo, che racconta la vita di una ragazzina degli anni '50 affascinata dalla Russia e dal PCI. Io lo amo moltissimo, perché parla di sogni e di adolescenza e perché mi ha fatto scoprire i Virginiana Miller, un dono davvero speciale. Quindi avete capito bene: ho scelto un libro perché il suo titolo mi ricorda un film. Sono da ricovero vero, lo so. Ma che vi devo dire? Così è. Poi il libro ha una copertina bellissima e io mi lascio affascinare dalle copertine (niente, oggi ho proprio deciso di mettere in piazza tutti i miei segreti più torbidi). A mia parziale discolpa, va detto che si tratta di un libro di Murakami, uno dei miei autori preferiti, e quindi praticamente si va sul sicuro (ché mica bastano un titolo e una copertina figa, eh). 

In questo libro ci sono, insieme, tanta tristezza e tanto amore (del resto che libro di Murakami sarebbe?). C'è un mare d'amore, ma è un amore non ricambiato, inconsapevole, addolorato. È un amore che parte dall'amicizia e lì si nasconde. Ma non c'è solo amore, c'è anche un tocco di giallo e di mistero, in questo libro. E un finale incerto, di quelli che non sai bene come definire. Poi ci sono il Giappone, l'Europa, Roma e una piccola isola della Grecia. E tutto ruota intorno alla protagonista, Sumire, un personaggio che nasce buffo e allegro, una sorta di folletto che vive in un mondo tutto suo e che l'amore farà diventare donna di colpo. Sumire è questa: "si chiedeva con apprensione cosa avrebbe potuto fare per diventare eccessiva, e possibilmente wild e cool, come un personaggio dei romanzi di Kerouac. Con le mani ficcate in tasca, i capelli studiatamente in disordine e un paio di occhiali dalla montatura nera di plastica come quelli di Dizzy Gillespie (anche se non aveva nessun problema di vista), guardava il cielo con un'espressione vacua. Di solito indossava una giacca di tweed troppo larga che sembrava comprata in un negozio di abiti usati, e dei rozzi stivali da lavoro. Se avesse potuto farsi crescere la barba, sicuramente l'avrebbe fatto". Io me ne sono innamorata subito. Poteva essere altrimenti? 

Paradossalmente, trattandosi di un libro di Murakami, di questo libro mi rimarrà la luce, intensa e accecante, dell'isola greca dove questo libro raggiunge il suo culmine. Dove nulla è più come prima. Una luce sotto la quale sembrano poter succedere solo cose meravigliose e dove invece si spezza un incanto. E poi rimarrà sicuramente l'incipit, uno dei più belli che abbia mai letto: "Nella primavera del suo ventiduesimo anno, Sumire si innamorò per la prima volta nella vita. Fu un amore travolgente come un tornado che avanza inarrestabile su una grande pianura. Spazzò via ogni cosa, trascinando in un vortice, lacerando e facendo a pezzi tutto ciò che trovò sulla sua strada, e dietro non si lasciò nulla. Poi, senza aver perso nemmeno un grado della sua forza, attraversò il Pacifico, distrusse senza pietà Angkor Wat e incendiò una foresta indiana con le sue sfortunate tigri. In Persia si trasformò in una tempesta del deserto e seppellì sotto la sabbia un'esotica città-fortezza. Fu un amore straordinario, epocale".

lunedì 10 marzo 2014

Tea for Two

Buongiorno a tutti! Inizia una nuova settimana, splende il sole e torna il Tea for Two di Daria, che oggi ce le suona e ce le canta. Enjoy!


L’altra sera sono andata in birreria con gli amici. 
“C’è un bel gruppo” dicono “sono inglesi e fanno rock’n’roll, si chiamano Peyote”.
Io non immaginavo di trovarmi di fronte una carica del genere.
Il più grande aveva 22 anni, stilosissimi nel look, nello stare sul palco, nel muoversi. Un gruppo come pochi se ne vedono in giro. Bel tiro, bei riff e un frontman di tutto rispetto.
Hey, I quite like it! 
Dopo mezz’ora tutta la nostra tavolata aveva acquistato il cd.
A fine serata, siamo usciti pure con le magliette.

(Cd e maglietta - fighissima - li trovate qui: Peyote)

Il mio amico, guardandoli incantato, inizia a scuotere la testa e a ripetere che non ce n’è, che gli inglesi musicalmente hanno una marcia in più e poi giù madonne perché qui sei vuoi fare il musicista ti guardano come un povero pazzo, perché non ci sono novità, se ci sono faticano ad emergere ma capisci che invece ci tocca sentire sempre le stesse cariatidi porca troia e meno male che ci capitano ancora serate così perché io mi sono proprio rotto i coglioni di sentire cover band di Ligabue vedendo pure che riempiono i locali, cazzo, e poi dimmi quanti gruppi italiani ti è capitato di beccare in giro che riuscivano a tenere un palco in questo modo? Tutti lì fermi, piantati sul palco o peggio autocelebrativi, gruppi di presi male che si autoincensano in nome di testi del cazzo e musica moscia che ti infliggono considerandola roba di nicchia, no, per intellettuali come loro e allora vaffanculo, ce la meritiamo tanta merda.

Non fa una piega.

D’altronde una volta mi trascinarono a un concerto dei Baustelle, otto euro l’ingresso.
Dopo soli venti minuti avrei pagato il doppio pur di sentirli suonare la metà.
Per fortuna gli dèi mi premiarono tempo dopo con un gruppo, o meglio un duo, che già mi aveva conquistato con i primi pezzi, ma vedendoli dal vivo, ragazzi, che botta.
Loro sono Il Pan del Diavolo, due ragazzi siciliani che con due chitarre e una grancassa diedero una bella sferzata al mio battito cardiaco.
Inutile dire che, anche in quell’occasione, me ne tornai a casa con il cd, la maglietta e, soprattutto, il plettro che mi regalò uno di loro, insieme a un sorriso larghissimo e alla faccia presa bene di chi si era divertito davvero, suonando.
Signore e Signori, godetevi Il Pan del Diavolo:


venerdì 7 marzo 2014

Wishlist degli ospiti: Aurora

Buon venerdì di sole a tutti, miei cari. Torna la wishlist degli ospiti e torna con Aurora, una delle persone che mi piacciono di più al mondo. Con lei è stato amore a prima vista e questo amore continua nel tempo, sebbene ci si veda sempre troppo poco. Aurora ha soffici capelli ricci in cui vorresti perderti, un sorriso che le illumina il viso e sa come si abbracciano le persone. Aurora è una scrittrice e io la corteggio da tempo. Per ora, dopo mesi di lusinghe, suppliche, ricatti (non è vero, gliel'ho chiesto solo "qualche" volta), sono riuscita a ottenere una wishlist, ma spero sempre che lei ci riservi qualche altra sorpresa per il futuro. Buona wishlist e grazie Aurora. 

Cinzia è una giovane donna davvero molto coraggiosa, e questo è uno dei suoi tanti pregi. Ma, in questo momento, mi voglio focalizzare su quel pregio in particolare. Perché ha avuto il coraggio di chiedere ad una sognatrice rinunciataria e prolissa (io), una lista dei desideri. Quando ne abbiamo parlato, ho sgranato gli occhi (avendo, io, gli occhi piccoli piccoli non se ne deve essere accorta), dopodiché, quando ci siamo salutate, mi sono diretta a casa borbottando un soliloquio folle che più o meno recitava così: “Perbacco! Questa cosa non fa per me, non sono in grado di fare una lista di desideri … Non posso certo scrivere che vorrei vedere il mio romanzo far bella mostra di sé in ogni libreria che frequento, oppure che vorrei tornare in Grecia con i miei genitori …” E altre corbellerie del genere. D’un tratto mi sono accorta, che mentre borbottavo, avevo dato inizio alla mia lista. Stavo proprio sognando che queste due cose meravigliose potessero accadere proprio in quel momento. Ma non mi ero solo limitata a desiderarle, ero andata oltre. Nella mia testa mi ero proiettata in quella realtà. Meraviglioso potere dei sogni. Ma non mi aspettavo che la freschezza e la magia delle liste degli altri potessero “contagiarmi”. Invece è successo. Così, ogni venerdì, clicco su questa pagina per partecipare ai desideri degli altri e, devo dire, che alcuni diventano un po’ anche miei. Insomma, il blog della mia amica coraggiosa e con il sorriso più dolce e aperto che abbia mai visto mi piace davvero molto. Devo confessarvi che io ho un mio personale “Genio della lampada” che, oltre ad aver realizzato inconsapevolmente parecchi dei miei desideri mi ha anche presentato il sorriso di Cinzia e, dopo averlo visto, ho pensato che fosse un altro sogno realizzato. Certi sorrisi, in fondo, lo sono no? Vi avevo avvertito vero che sono prolissa … :-P  Ora sono certa di poter anche indovinare ciò che state pensando, una roba tipo:
-“Ti prego, vai al sodo e dicci quali sono i tuoi desideri!”
Quindi mi trasformo in Aladino e cerco di esaudire il vostro desiderio più immediato. Pronte? Via! Anzi … Fermi tutti! C’è un’altra piccola precisazione da fare. 
-“Noooo! Ancora?”
Immagino che alcune di voi abbiano già rinunciato all’impresa di arrivare in fondo alla mia lista. Chiedo scusa, questa è una precisazione che va assolutamente fatta. Le cose che vorrei sono quasi tutte cose che potrei avere in questo preciso istante. Se mi mettessi le scarpe e uscissi di casa potrei possedere da subito almeno tre delle cose presenti in questa lista. Il fatto è che mi piacerebbe che qualcuna delle persone che ho intorno mi conoscesse così bene da sorprendermi con un dono azzeccato e inatteso. In un giorno qualsiasi, una delle persone che amo, dovrebbe arrivare con una delle seguenti cose (che pretese!). 
Ora potete fare una OLA. Siamo arrivate al punto.

1. Vorrei, vorrei, vorrei…Non lo dico mai quindi lasciate che io lo ripeta almeno tre volte…Mi piacerebbe ricevere in dono un anello con l’occhio di Santa Lucia. Ora che ho scoperto che non si uccidono più i simpatici molluschi gasteropodi per ricavare gli opercoli che vengono poi utilizzati per creare i gioielli, mi piacerebbe proprio possederne uno. Io adoro gli anelli, ne indosserei uno per ogni dito ma, ognuno di essi deve necessariamente rappresentare qualcosa. Deve essere un simbolo di un legame con qualcuno di importante altrimenti non ha senso. Per questo motivo vorrei che mi venisse regalato. Se poi fosse come quello qui sotto sarebbe davvero perfetto.


2. Mi piacerebbe avere una fisarmonica e, soprattutto, vorrei imparare a suonarla. Chissà perché mi sono ritrovata con un basso elettrico tra le mani e sto imparando a suonare quello. In effetti suonare la fisarmonica è molto più difficile, senza contare che è uno strumento anche abbastanza pesante. Avete mai provato a prenderne una in braccio? Io sì. Ci vogliono due braccia belle possenti e io non sono dotata di simili arti. Comunque eccola qui.


3. Il portafoglio che c’è nella foto. Mi piace talmente tanto che mi verrebbe voglia di tirarlo fuori dalla borsa di continuo. Forse è per questo motivo che non l’ho ancora comprato. Lo userei troppo di frequente e vi assicuro che non ho bisogno di tali stimoli. Però è adorabile!!


4. Purtroppo sono dotata di una capacità di memorizzare pari a quella di una mosca con l’alzheimer (dovrei desiderare una fornitura a vita di integratori di fosforo) così, da qualche anno, ho iniziato a trascrivere i brani che mi colpiscono di più dei libri che leggo. Visto che la vecchia agenda che ho utilizzato fino ad ora è quasi finita vorrei questa qui sotto. Nella mia libreria ci starebbe proprio bene.


5. Da  anni dico che vorrei andare a Saintes Maries de la Mer, in Camargue, il 24 e 25 maggio. Vorrei festeggiare insieme ai nomadi Santa Sara, la protettrice di tutti i viaggiatori del mondo. E’ un rituale molto antico che si perpetua da secoli e vorrei farne parte. Seguire la processione,  scortare la Santa fino al mare insieme ai gitani sui loro cavalli bianchi e dopo ballare per tutta la notte tra una miriade di persone, tra colori sgargianti e sguardi che hanno visto cose che, forse, io non vedrò mai. Assorbire un po’ di quella cultura dalla quale sono tanto attratta.


6. Leggere:tutti ogni anno organizza “Una nave di libri per Barcellona” in occasione della Giornata Mondiale del Libro. Si parte in nave da Civitavecchia insieme a scrittori, attori, registi e musicisti e si arriva a Barcellona per la festa di “San Giorgio,i libri e le rose”. In occasione di questa festa, le meravigliose ramblas vengono letteralmente invase da centinaia di persone. Tradizione vuole che le donne donino un libro agli uomini che ricambiano con una rosa. Questo perché la leggenda narra che San Giorgio riuscì con la spada ad uccidere il drago e a salvare la principessa. Dal sangue del drago nacque una rosa che il cavaliere donò alla principessa, lei ricambiò il gesto donandogli un libro. Da allora questo scambio continua ad avvenire tra persone care in onore di quella ricorrenza. Mi piacerebbe trovarmi, prima o poi, proprio in mezzo alle ramblas mentre questo avviene.


Alla fine mi sembra di esserci riuscita. Spero di non avervi tediate troppo. E’ stato bello desiderare e sognare un po’. 

mercoledì 5 marzo 2014

Una torta buonissima e una nuova rubrica

Signore e signori, è con grande entusiasmo che vi annuncio di aver partorito una nuova rubrica. O meglio, di aver partorito l'idea di una nuova rubrica, se sarà destinata a crescere e prosperare, beh...quello sta a voi. Eh, già...perché mi è venuta l'ennesima idea che coinvolge voi che mi leggete...ormai ho capito che mi risparmio una gran fatica facendo scrivere le cose a voi e quindi cavalco l'onda. Eheheheh, non mi prenderete mica sul serio, no guardate che scherzo eh. Mi piace un casino scrivere, anzi ho idee per post almeno fino alla primavera inoltrata, è che mi piace tanto anche coinvolgere voi, perché - come credo di aver già scritto - le case sono fatte per essere aperte agli amici, per fare festa insieme e condividere tempo, parole e affetto. Quindi ogni post scritto da voi è una piccola festa, un tè preso in compagnia, un aperitivo che ti lascia un po' brilla, un pezzo di vita passato insieme. E' per questo che li amo così tanto!

Ma torniamo alla questione della rubrica. Non credo che ve ne siate accorti, ma è molto tempo che non pubblico ricette di dolci. In realtà non esiste una motivazione precisa, semplicemente cucino meno cose dolci e quando lo faccio uso sempre le stesse ricette, quelle con cui vi ho già tormentati da tempo (ossia muffin, muffin e ancora muffin, praticamente in tutte le salse). Questa assenza di ricette era una cosa che mi spiaceva molto. Una casa non è tale senza del buon cibo da mangiare in compagnia e quindi sentivo che mancava qualcosa. Poi, qualche giorno fa, una mia cara amica mi ha mandato una ricetta di una torta di mele, scrivendomi che le era piaciuta molto e che aveva pensato di condividerla con me. E lì m'è venuta l'idea: perché non chiedervi di mandarmi i vostri dolci del cuore? Quelli che amate di più, quelli che sono un antidoto contro la tristezza, quelli che portate sempre a casa di amici perché piacciono sempre tanto, quelli di cui tutti vi chiedono la ricetta? Perché dai, che festa sarebbe senza un dolce? 


E sapete cosa sarebbe bellissimo? Se, insieme al dolce, mi raccontaste anche perché avete scelto quel dolce, perché lo amate così tanto, cosa vi ricorda, cosa lo ha fatto diventare parte della vostra vita...la sua storia, insomma. Che cosa ne pensate? Vi farebbe piacere fare questa grande festa tutti insieme? Secondo me, sarebbe bellissimo. Io comincio condividendo con voi la mia torta preferita di questi ultimi giorni, una delle torte che mi sono riuscite meglio della storia. La ricetta è praticamente una garanzia, perché fa parte del libro di dolci di California Bakery, che devo assolutamente acquistare (io l'ho presa qui). Il risultato è una meravigliosa ciambella al profumo di agrumi con un bel croccantino dato dai semi di papavero. Perfetta per il tè, cosa sto qui a dirvelo. 


Poppy Seed Citrus Cake

225 g zucchero semolato
280 g di farina
12 g di lievito per dolci
2 gr sale
135 ml di succo d'arancia
scorza grattugiata di un limone bio
scorza grattugiata di un' arancia 
135 ml di olio di semi di girasole
3 uova
50 g di semi di papavero (la ricetta ne prevede il doppio ma io non li avevo. A mio gusto, comunque, è sufficiente questa quantità). 

Versare in una ciotola grande il succo d'arancia, l'olio, le uova, lo zucchero, la farina, il sale, il lievito, i semi di papavero, le scorze di arancia e limone grattugiate; cominciare a mescolare solo alla fine. Mescolare per bene fino ad ottenere un composto liscio che abbia consistenza a nastro. Versare in uno stampo per ciambelle imburrato e infarinato e cuocere in forno preriscaldato a 170° per 40/45 minuti, facendo comunque la prova stecchino per verificare che sia asciutto. (La ricetta originale prevede anche una salsa di arance da fare assorbire al dolce a fine cottura, ma io sono una pigrona e non l'ho fatto. Sono comunque soddisfatta così). 

Allora, che mi dite? Aspetto le vostre ricette? Dai, dai...che ho anche già trovato il nome della rubrica e mi piace tantissimo!!!

martedì 4 marzo 2014

Shopped Tattoos

E finalmente è tornata la magia di Tumblr! Erano mesi che non scoprivo qualche meraviglia da quelle parti, finché non ho cominciato a vedere in giro foto di Audrey Hepburn tatuata. C'è voluto giusto un attimo e due click qua e là per capire che si trattava dell'ennesima iniziativa di qualche genio là fuori nel mondo: foto di personaggi famosi ritoccate in modo che sembri che siano tatuati. Una favola vera. Il Tumblr si chiama Shopped Tattoos e i miei occhi fanno i salti di gioia. Tra l'altro, Jaqueline Kennedy tatuata è troppo rock 'n roll. 







lunedì 3 marzo 2014

Le cose belle del mese: Febbraio


Non so se questa rubrica sia stata una grande idea, perché da quando la scrivo mi rendo conto ancor di più di quanto corra veloce il tempo. Non ho ancora finito di scrivere le cose belle di gennaio, che già ecco febbraio che finisce. E via che comincia marzo. Beh, vediamo il lato positivo: tra un attimo saremo nuovamente distese sulla sabbia a prendere il sole, con il desiderio di una Corona ghiacciata e il pensiero al concerto della sera. Bene, allora se la mettiamo così, che passi in fretta frettissima 'sto tempo! Intanto, mentre sogniamo una birra ghiacciata ma fuori fa ancora freddo, possiamo consolarci con le cose belle del mese di febbraio appena passato. 

Era da tantissimo tempo che sognavo una Patacca, ma credevo non facesse per me. Non pensavo di essere la persona giusta per indossarla, poi un giorno mi sono decisa a provarne una ed è scoppiato l'amore. Ma l'amore folle, eh, quello che fa girar la testa e non capisci più nulla, tanto da averne acquistata una e prenotate ben due. Lo so, mi sono innamorata e, come tradizione vuole, ho perso - piacevolmente - la testa. Ma vi chiederete: cosa sono le Patacche? Giusta domanda: le Patacche sono anelli in vetro di Murano a forma di animale. Un piccolo zoo magico che ti conquista al primo sguardo. Un inno alla bellezza della natura e al potere dei sogni. Ci sono maiali, rinoceronti, ippopotami, ricci e molti altri piccoli animali, in diversi colori e grandezze. E di questo mondo magico fanno parte anche i Tochetti, fedine colorate che raccontano storie bellissime. Io alla fine ho comperato un rinoceronte, ma ci sono un maiale e un riccio che mi aspettano. Ovviamente conto i giorni, come tutti gli innamorati di questo mondo. E, se volete saperne di più, vi rimando a questo meraviglioso post della mia cara Serena. 

Noi siamo infinito
Ricordo di aver inserito nella lista delle cose belle, qualche mese fa, il libro da cui è stato tratto questo film. Il libro l'avevo adorato e avevo comperato immediatamente il DVD, per poi conservarlo per godermelo per bene, come si fa con i vestiti nuovi o il gusto di gelato preferito nella vaschetta (ditemi che non lo faccio solo io, vi prego). Comunque, dopo aver atteso tanto, il momento giusto è arrivato e il film l'ho amato alla follia. Come il libro, più del libro, non lo so. Il protagonista ama gli Smiths, quindi è impossibile che questo film non lo adorassi. Ma, oltre a ciò, è una dolcissima storia adolescenziale, leggera e profondamente seria insieme, con una bravissima Emma Watson. Comperatelo, scaricatelo, affittatelo, fate come volete ma guardatelo. Vi piacerà, parola di Cindy. 

Of Monsters and Men
La lista di questo mese sarà forse più breve delle altre, ma si tratta di un elenco di grandissimi amori veri, di quelli che durano per tutta la vita. Gli Of Monsters and Men sono uno di questi. Hanno fatto un solo disco, che è perfezione pura. Lo sto ascoltando ogni giorno, più volte al giorno,  ogni volta con nuova emozione. Loro mi hanno catapultata nelle atmosfere d'Islanda, un luogo che mi sta mandando infiniti segnali. Credo sia arrivato il tempo di prenotare un biglietto per Reykjavik (ma questa è un'altra storia). 

I broccoli 
Ussignur Cindy, dopo questo elenco di meraviglie, parli di broccoli? Eh, lo so, però l'amore è amore. Allora, che vi devo dire, sono arrivata alla tenera età di quarant'anni senza aver mai assaggiato i broccoli. Mai proprio no, mia madre ci aveva provato più volte, ma avevo sempre fatto orecchie da mercante. Credevo fossero cattivi, come potevano essere buoni i broccoli? Dai, sono una verdura da sfigati, come si fa a mangiarli? Beh, grazie a uno dei buoni propositi di quest'anno, ossia la volontà di mangiare più sano e cucinare piatti nuovi, mi sono trovata al mercato a guardare questa verdura dalla forma strana, che avevo sempre immaginato ostile. Li ho comperati, ho cercato una ricetta adeguata e li ho assaggiati. Bam. Conquistata. Finito, ciao proprio. Nel mese di febbraio ho mangiato broccoli quasi tutti i giorni. Li adoro. Come ho fatto a vivere finora senza di loro?

Un gelido inverno
Dopo aver visto American Hustle ed essermi lasciata conquistare da Jennifer Lawrence, basta che veda il suo nome in un film che lo scelgo senza esitazione. Questo film non lo conoscevo, l'ho scelto appunto unicamente in base al criterio "presenza di Jennifer Lawrence nel cast" e sono felicissima di averlo fatto. Non so se lo abbiate mai visto, è un film crudo, doloroso, un ritratto di un'America molto poco scintillante. E Jennifer Lawrence è bravissima, ovviamente.

Breaking Bad
E niente, sono finita anche io nel tunnel di Breaking Bad, come metà della nazione. Ci arrivo tardi, ma mi piace cominciare una serie quando so che è arrivata alla fine, così mi posso lanciare in una maratona di puro godimento, sapendo di non dover aspettare troppo per vedere la fine. Ho strane manie e non ho paura ad ammetterlo, ormai dovreste conoscermi. Ancora nel tunnel di Dexter (che per me rimarrà la serie PIU' bella), in attesa dell'ultima stagione, sono entrata in quello di Breaking Bad. Ho appena iniziato, c'è ancora tanta strada fare, ma sono già dipendente.

E voi cosa mi dite? Quali sono state le vostre cose belle di febbraio?