La musica è la cosa più bella del mondo, ne sono fermamente convinta. E questa canzone, questo post, queste emozioni non fanno altro che confermarlo. Grazie Vero per l'ennesimo racconto pieno di magia.
Certe canzoni a me danno l’impressione di essere state create di notte.
Certe canzoni a me danno l’impressione di essere state create di notte.
La notte, quando il manto scuro del cielo comincia ad avere dei riflessi blu, quando tutti ormai dormono e l’unica anima ancora vigile è quella che ha tante parole in testa e un solo modo per farle uscire, la musica.
Chris Isaak è uno di quelli che scrive di notte, lui è un cantante americano di origini italiane, la sua voce è quella di Baby did a bad thing che è uno dei suoi pezzi migliori nonché inserito in Eyes Wide Shut di Kubrik.
Se dovessi associare la sua voce a qualcuno, io direi Elvis e qua vi lascio il tempo di lanciare un sospiro prima di proseguire.
Chris Isaak ha raccontato di aver scritto Wicked game “really late at night” il che fa di questa canzone, che è già parte della mia storia, una delle mie preferite. In un interessante video/audio più audio che video, Chris Isaak viene intervistato riguardo la genesi di questa canzone. Lui racconta di averla scritta di getto, durante il tempo di attesa che lo separava da un incontro amoroso con una donna di cui lui dice “I knew she was going to be trouble” e che, nel momento in cui lei arrivò nel suo appartamento, lui era più entusiasta per la canzone che per il suo arrivo: “baby, you’re gorgeous, but listen to this song!”. Lo spirito della canzone è perfettamente riprodotto nel video, che associa a suoni languidi e atmosfere lontane da sogno, immagini altrettanto accattivanti –chiedetelo ad Helena Christensen, super top model che è ancora ricordata per quelle immagini scosciate in riva al mare-, che poi Chris se lo poteva anche permettere –come ora d’altronde, il charme non ha età-.
Dobbiamo a quella nottata una delle canzoni che ha segnato gli incontri della prima metà dei miei 20 anni e che ho preso e ripreso senza pudore da allora fino ad oggi. Ma cominciamo dall’inizio.
Chris è uscito dal baule rosso conservato nella soffitta della mia vecchia casa, quando ero piccola ci andavo spesso a curiosare perché da lì sorgevano sempre tante meraviglie: foto di famiglia, un cavalletto per la macchina fotografica, un diario che mio padre teneva in attesa della mia nascita, le cassette con le compilation registrate direttamente dalla radio, dentro una di queste c’era Wicked Game.
Chi mi conosce mi chiede spesso di cantare “la mia canzone” perchè Wicked Game è sempre la prima cosa che comincio a suonare non appena ho una chitarra in mano. Ho un hard disk completamente zeppo di filmati e registrazioni dove l’unica canzone che si sente è Wicked Game. Ma come descrivere Wicked Game se non come una canzone che parla d’amore, quell’amore difficile da accettare che però ci piomba addosso come una pioggia da cui non possiamo trovare riparo e da cui, tuttavia, non possiamo che lasciarci inondare con tutta la sua forza e potenza? Vi lascio di nuovo il tempo per sospirare?
Facciamo un salto nel passato: Gennaio 2009, Leòn, Spagna.
Il martedì, nel Gran Cafè, chiunque aveva voglia di cantare o suonare poteva prendere uno strumento e salire sul palco. Io ero una di quelli. C’era un buffo giovane olandese che di lì a qualche giorno sarebbe tornato in patria per la fine dell’Erasmus e io, ovviamente, due giorni prima ero follemente caduta in amore per lui.
Col favore della notte e degli accordi di Wicked Game, una Vero accecata d’amore (o qualcosa che ci si avvicinava abbastanza) cantò quelle parole lanciandole languidamente più verso la sinistra che la destra, c’erano tutti, c’era anche lui.
Ovviamente la cosa si concluse con un cd su cui, accanto ad ogni canzone, avevo scritto il motivo per cui l’avevo scelta, un pianto drammatico alla stazione degli autobus e la sua inesorabile partenza. Dopo qualche mail in un inglese scorretto e sgrammaticato, non lo vidi né gli scrissi più ma la serata la ricordano ancora tutti.
E ora, è il tuo turno Chris. Mia cara Cinzia premiamo play?