venerdì 6 marzo 2015

Tea For Two

E' un bellissimo venerdì di sole, qui dalle mie parti, e ho deciso di scardinare tutti i piani del blog per pubblicare un Tea for Two arrivato fresco, fresco, nel quale sento un bel po' di primavera. Quella dei progetti e dei nuovi inizi. Buona lettura!


Era una fredda giornata d’inverno, grigia e con poca samba, quando da una delle fighissime playlist spotify di Oimemì, lo shoppino di vestiario più figo di questa vita e pure della prossima, partì questo pezzo.
SBAM!
Mi inchiodò alla poltroncina perché QUELLA era la voce che andavo cercando, QUELLA la melodia, QUELLI i suoni.
Ecco, questo vorrei suonare io. E magari ogni tanto spremerci ancora più succo di new wave e magari piazzarci qualche pezzetto di melodia anni 60 che detta così non c’entra una beata fava ma per come ce l’ho in testa io renderebbe eccome, arrangiata giusta.


Sarà che da qualche tempo a questa parte cerco di trovare la quadra giusta per dei pezzi e credetemi non è facile anche perché ho deciso di scriverli soloedesclusivamente in italiano, roba che rende il tutto ancora più complicato, perché se noi avessimo cantato per esempio la prima strofa di “Where did you sleep last night” in italiano, il pezzo non se lo sarebbe cacato nessuno (ragazza mia, ragazza mia, non miii mentiiireee, dimmi doooveee hai dormiiitooo la scorsa notteee).

Che poi non è nemmeno vero quello, perché in italiano si può cantare quello che si vuole esattamente come in inglese, sono le melodie a fotterci, perché, nel bene e nel male, siamo impregnati di musicalità italiana ed è difficile staccarsene nel momento in cui cerchi di combinare un testo con una chitarra in mano.

Una volta arrivarono i Blonde Redhead a cantarci in italiano un pezzo che non si sentiva dai tempi di Battisti, una figata unica, una capacità di saper giocare con le parole senza conoscerle più di tanto. Et voilà. Il risultato è stato questa meraviglia:


Ora, quello che vorrei riuscire a fare io è combinare certe sonorità con del cantato in italiano. Non si butta via niente, ho ascoltato veramente di tutto (o quasi) nel corso del cammin della mia vita e ora vorrei raggruppare tutto, miscelare e vedere che cosa esce.

Per farlo, e lui lo sa, ho bisogno innanzitutto del mio ingegnere del suono personale, nonché chitarrista dai suoni sporchi ma non troppo, i miei preferiti: mio cuggino mio cuggino. Lui ha la capacità di giocare coi suoni della chitarra come pochi e ha pazienza infinita nei confronti della sottoscritta che forse capisce meglio il cirillico della tecnologia strumentale.
Non solo, ma a cugino non mancano mai due birre in frigo, il che rende una collaborazione ancora più solida e creativa. 

Per cui sappiate tutti che io e cugino abbiamo iniziato a divertirci un po’, faremo dei pezzi, ci lavoreremo su, si uniranno a noi altri strumenti con i rispettivi suonatori e al momento giusto, SBAM, vi troverete quantomeno un EP su spotify (non capisco bene il true bypass, ma sto studiando con la pazienza di un certosino tutte le questioni di etichette indipendenti collegate e amenità varie). 

La morale è sempre quella: tanto vale provare a fare quello che ci piace, o no?

1 commento:

  1. suo cuggino suo cuggino8 marzo 2015 alle ore 09:21

    guarda che il tuo ingegnere del suono personale, e lui lo sa, è più uno che c'ha i suoni giusti ma non troppo. al limite può occuparsi giusto delle birre (...responsabilità da non sottovalutare affatto nel processo creativo, specialmente se ancora in erba)

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