lunedì 26 giugno 2017

Leggermente: Memorie di un vecchio giardiniere

Come ogni mese, torna il Leggermente e ci travolge di bellezza. Questa volta Elena ci parla di giardini e di un signore che ha dedicato al giardinaggio tutta la sua vita. Poche cose sono più magiche delle piante, quindi corro ad aggiungere il libro alla wishlist! Buona lettura e grazie a Elena per l'ispirazione continua. 

Finalmente sono andata in ferie, i ritmi sono rallentati e riesco a leggere con un po' di regolarità... Che nostalgia dei tempi in cui divoravo libri senza sosta! Ora, quando torno a casa per cena e, dopo aver mangiato, finisco quelle quattrocento cose di lavoro ancora da chiudere, la giornata termina a letto, in un principio di svenimento.


Memorie di un vecchio giardiniere me lo hanno prestato, strano perché non amo leggere libri non miei. La provenienza però era indice di sicurezza visto che arrivava dritto dritto dalla famiglia spacciatrice ufficiale di ottime letture. Quindi, questo piccolo libretto made in England, nato una marea di anni fa dalla penna di Reginald Arkell, è venuto con me per un po', ben custodito nella mia borsa, pronto per essere estratto in ogni pausa possibile.


Innanzi tutto occorre parlare del titolo poiché, purtroppo, l'estro del povero Reginald è stato colpito dalla maledizione di "Se mi lasci ti cancello". Il vero titolo di Memorie di un vecchio giardiniere era assai più bello e poetico in origine, si chiamava infatti Old Herbaceus. Tutta un'altra storia, no?

Ad ogni modo, occupiamoci del libro: mi è piaciuto? Sì. 

A tratti forse mi sono un poco annoiata, ma, sarà che con me a scrivere di giardini si vince facile, sarà che i nomi dei fiori, le atmosfere di serra, le piante selvatiche sono da quando ho memoria il mio rifugio più caro, il signor Arkell mi ha conquistata. Ha usato una buona dose di dolcezza, un po' di humor inglese del più puro, semplicità, vecchio stile e qualche massima ben dosata e decisamente attuale, nonostante dalla prima edizione ci separino ben sessantasette anni.



Tutto ruota attorno a un giardino, come è ovvio che sia, e al suo giardiniere, il Signor Pinnegar, un uomo anziano che cresce con noi, dalla prima all'ultima pagina. Si inizia con l'infanzia sulle sponde del ruscello a raccogliere erbe spontanee, si prosegue con l'assunzione presso la villa della Signora Charteris come aiutante, si continua con la nomina a capo giardiniere della tenuta e si termina con l'età matura e gli acciacchi della vecchiaia.

Nel frattempo ci sta la guerra, ci stanno le difficoltà quotidiane che lavorare a contatto con la terra e contemporaneamente insieme ad altri esseri umani inevitabilmente porta con sé, ci sta la solitudine del cuore, in qualche modo comunque colmata dal verde, ci stanno l'affetto profondo e la gratitudine rispettosa verso la donna che gli ha dato la fiducia e il pane... fino alla fine.


Non è facile raccontare la delicatezza di questo libro e quindi non andrò oltre con il Leggermente di oggi, mi limiterò a ricordarvi di guardare l'ultima parola che Reginald ha scelto per chiudere Old Herbaceus e a proporvi la citazione che invece ho scelto io:

"La signora Charteris sosteneva che se passassimo il tempo libero a curare dei fiori invece che a dire delle grandi sciocchezze, al mondo si starebbe molto meglio".

Amen, aggiungo.

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