martedì 15 settembre 2015

Leggermente: C'è posto per tutti

Di tutte i racconti di libri che Elena ci ha fatto, in questi mesi, questo è indubbiamente quello che mi ha fatto commuovere di più. Buona lettura a voi, amici cari, e buone riflessioni. E come sempre grazie a Elena che ogni mese ci regala spunti di ispirazione, lettura e pensiero. Il mio grazie non sarà mai abbastanza! 

Subito musica, che ci togliamo la paura.


Questo mese tocca al "libro per bambini", che ormai lo sapete: io, in realtà, non faccio distinzioni.

Per quanto riguarda la lettura che ho scelto, l'ho addirittura ricevuta in regalo per il mio trentesimo compleanno, quando "bambina" non lo ero decisamente più da un pezzo.
Il titolo è C'è posto per tutti, l'autore è Massimo Caccia e l'editore è Topipittori...chi sennò?


Quando ho deciso di scrivere di questo libro non avevo assolutamente pensato ai riferimenti politici e culturali, decisamente attuali, che poteva portare con sé. O meglio, ci avevo pensato perché si tratta di una storia molto simbolica, di un avvenimento famosissimo raccontato con  meravigliose illustrazioni in tutto il suo profondo significato. Il fatto è che, nel frattempo, la situazione dei migranti, degli sbarchi sulle coste italiane, dei terribili naufragi, delle stragi in mare per intenderci ha continuato inesorabilmente a peggiorare e i flussi di esseri umani in fuga da guerre, terrore e miseria sono sempre più numerosi, diffusi, vicini.

C'è posto per tutti non ha parole, non ci sono testi, frasi, esclamazioni, pensieri scritti. Nemmeno un dialogo. Nulla, solo disegni.

Ma bastano, sapete? Eccome se bastano.


E' la storia che ognuno di noi conosce perfettamente, è il viaggio degli animali del mondo all'interno dell'Arca, è la fuga dal diluvio universale, è la ricerca della salvezza al di là dell'acqua.

Ma chi può salire su quella barca? Che, diciamocelo, non è nemmeno così grande come sembra, è molto più instabile del previsto, è di legno, è sbilanciata, scricchiola sotto il peso delle bestie più grandi, oscilla persino quando le libellule si appoggiano sul ponte. 

Prima salgono gli elefanti tenendosi per la coda, poi tocca alle giraffe perplesse, ai rinoceronti maldestri, agli struzzi curiosi. Montano serpenti, trichechi, mammiferi del deserto e rettili grandi come i coccodrilli. Salgono pellicani e facoceri, panda solitari, formichieri, canguri, tucani e bradipi lenti. Poi tocca alle iene e nessuno le accompagna, ai babbuini, ai lemuri, agli animali notturni e a quelli con le corna lunghe. La fila continua con gli opossum, gli armadilli, i camaleonti e le pulci di mare, con le talpe, le tartarughe, gli scoiattoli e le mantidi religiose, mentre gli ultimi a salire, anzi, a saltare a bordo sono i rospi e i grilli, seguiti dagli insetti volanti e da quelli striscianti. Alla fine...arrivano le formiche.


Questo è quello che vedrete iniziando il libro dal fondo, immaginatevi tutto al contrario se deciderete, giustamente, di cominciare a sfogliarlo dalla prima pagina.

Una raccomandazione, valida qualunque scelta farete: conservate l'ultimo sguardo per l'illustrazione nascosta dietro alla copertina: ogni volta che la incontro mi riempio di angoscia, perché se quattro anni fa mi sembrava un'immagine claustrofobica, geniale e a tratti persino buffa, ora in quegli occhi sbarrati vedo altro. Vedo espressioni conosciute, umane, vedo paura e speranza, vedo denti stretti e sogni lontani. 


Credo che sia capitata una cosa, penso che, per la prima volta, l'attualità abbia condizionato la mia percezione di un libro, per di più di un libro per l'infanzia. Se non fossimo bombardati ogni giorno da notizie di uomini, donne, bambini accatastati gli uni sugli altri, ammassati nelle stive delle barche, sui gommoni o nelle celle frigorifere dei camion, chissà in che modo guarderei l'ultimo disegno di questo libro.

I flussi migratori ci sono sempre stati, le guerre da cui fuggire pure e io, a trent'anni, non ero certamente meno informata di adesso. Eppure, quell'illustrazione, quei piccoli occhi bianchi spalancati non mi hanno mai fatto male allo stomaco come adesso.

La frase che ho scelto non esiste, perché C'è posto per tutti è un libro solo illustrato. Però penso che il titolo della colonna sonora vada benissimo: walk.

Nessun commento:

Posta un commento