martedì 24 maggio 2016

Leggermente: Giochi di luce

Ogni volta che introduco il Leggermente del mese, ripeto sempre le stesse cose: è un incredibile dono, una bellissima possibilità di scoperta, una pioggia di meraviglia, una porta che si apre su un mondo nuovo. Cosa ci posso fare se ogni volta Elena si supera e scova un libro più bello del precedente? Grazie Elena, come sempre, e buona lettura a tutti voi. 

Ho comprato il libro di questo mese principalmente per la copertina: ci sono dei cespugli, un bambino curioso, una luce che illumina i dettagli e scopre mondi nascosti
What else?
Apriamolo.

Per tutta la prima parte, devo essere sincera, non mi sembrava granché.

Ero in libreria che lo sfogliavo e pensavo: "E quindi?". I disegni sono belli, nulla da dire, l'idea del bianco e nero ovunque tranne che nei coni di luce della torcia, dove spuntano timidi i colori, è geniale, ma non mi pareva sufficiente. Avevo la sensazione che mancasse qualcosa, che non partisse.

E invece, inesorabilmente, è partito.

Verso la metà del libro, al protagonista, un bimbetto sveglio con i capelli a scodella e le galosce ai piedi, succede una cosa. Non svelerò nulla perché l'effetto sorpresa è sicuramente il responsabile principale del mio acquisto felicissimo, ma vi dirò che il punto di vista di ogni pagina è ora, inevitabilmente, capovolto.


Come al solito c'è tutta una questione emotiva ingarbugliata tra i miei pensieri, quando decido di scegliere un libro, in particolare se si tratta di letteratura per l'infanzia. 

Un po' credo dipenda dal fatto che pure io mi sto cimentando nella scrittura di una pubblicazione per bambini (non è una storia ma una raccolta di piccole attività pratiche), un po' sicuramente deriva dal percorso di analisi che faccio ormai da anni e che, gira che ti rigira, torna sempre alla mia infanzia. 

Ritengo quindi che sia molto importante il messaggio di un libro destinato a letture bambine: penso che "la morale" e tutti gli spunti che stanno dietro a disegni, frasi brevi, o, come in questo caso, solo illustrazioni facciano bene non solo ai più piccoli, ma anche e soprattutto agli adulti. 


Giochi di Luce di Lizi Boyd è un vero e proprio manifesto sull'amicizia, o meglio, sui rapporti con l'altro, con il diverso da sé. 

La sua forza sta certo sulla scelta (o non scelta) dei colori, sui buchi nelle pagine che corrispondono sempre a qualcosa, in qualunque modo li si guardi, ma del resto tutto corrisponde sempre a qualcosa, nella vita di ogni giorno. Bello o brutto che sia.

La sua forza, dicevo, sta di certo su queste particolarità, ma non solo: il punto profondo è il ribaltamento, un espediente semplicissimo e molto efficace per ricordarci che è attraverso gli occhi degli altri che, spesso, capiamo meglio noi stessi, vediamo la soluzione, imbocchiamo la via, ci guardiamo davvero.


Non è per nulla scontato, secondo me, trovare un messaggio simile in un libro per bambini, ammesso che questo benedetto messaggio ci sia veramente; non esiste niente di più frequente nella mia vita che trovare risposte dove non ci sono.

Non posso lasciarvi nessuna citazione, questa volta, perché Giochi di luce vive unicamente di illustrazioni, però ho scelto una frase della canzone dei Goldfrapp che apre la recensione di oggi che mi pare calzi a pennello (per non parlare del video eh...).

"Like I'm walking up surrounded by me". 


P.S. Ma i particolari dietro la copertina finale, uguali a quelli dietro alla copertina iniziale, ma questa volta un pochino colorati???

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