lunedì 15 aprile 2013

A freewheelin' time - Suze Rotolo

 
Come ho già scritto in passato, a volte il modo in cui un libro arriva a noi è importante quanto il libro stesso. Ciò vale sicuramente anche per questo libro. Tempo fa ho scoperto un sito che vende bellissime fotografie, tra cui alcune di musicisti famosi. Nel guardare e riguardare tale e tanta meraviglia (con un po' di bava alla bocca, lo ammetto), mi sono innamorata di due foto che ritraggono Bob Dylan con Suze Rotolo, una delle sue prime fidanzate. Ne volevo scrivere sul blog, ma visto che il sito non mi lasciava salvare le foto, ho cominciato a cercare su Google delle immagini che potessi utilizzare nel mio post. Nel cercare le foto, come sempre succede nel magico mondo di Internet (regno della serendipità), ho scoperto che Suze Rotolo ha scritto un libro sulla sua storia d'amore con Bob...potevo non comperarlo? Beh, in effetti potevo, visto che Bob Dylan non mi interessa molto. La sua musica, esclusi alcuni classici assolutamente imprescindibili (a parte Knockin' on Heaven's Door, che ho sentito troppe volte nei karaoke degli anni '90 e che ancora non riesco ad ascoltare senza uno storcimento di budella), non mi ha mai troppo appassionata e lui non mi sta neanche troppo simpatico. Ma Suze Rotolo, in quelle foto, ha un'aria ingenua, svagata e innamorata e mi ha incuriosita. Poi il sottotitolo del libro è A Memoir of Greenwich Village in the Sixties: New York? Sixties? Non potevo non leggerlo...
 
 

Nel leggere questo libro mi sono letteralmente innamorata di Suze, anzi della Suze che ha conosciuto Dylan a vent'anni. Suze, con una storia familiare tutta speciale: figlia di comunisti americani di origine italiana, cresciuta nel Queens, in una casa piena di libri e di discorsi intellettuali. Suze, considerata un outsider dai coetanei di periferia, perché così diversa e lontana dal conformismo americano degli anni '50. Suze, ancora, rimasta orfana da piccola e in balia di una mamma con seri problemi di alcolismo, che trova l'unico momento di vero svago nella domenica passata al Greenwich Village, in Washington Square Park, ad ascoltare musica folk, sentendosi finalmente parte di una comunità di simili. In questo ambiente, ad una festa,  Suze incontra Bob, all'epoca ancora un musicista sconosciuto che suona nei locali per pochi soldi, e nasce la storia d'amore tra il poeta e la ragazza di periferia, che però non sente la propria inferiorità perché "lui sarà anche un talento, ma io sono di New York e lui del Midwest e ha tanto da imparare". Infatti, sarà proprio Suze ad aprirgli gli occhi sulla politica e sulle istanze del movimento civile, che Bob all'epoca ancora non conosceva.
 
 
 
Ho amato molto questo libro. L'ho amato perché è un libro che racconta soprattutto l'adolescenza dell'autrice e la storia d'amore di due ragazzi appena ventenni, che stanno scoprendo la vita in un momento di incredibile fermento artistico e culturale. Una storia d'amore come ce ne sono mille, se non fosse che il ragazzo sta diventando Bob Dylan. Ho amato questo libro perché questa vicenda straordinaria è raccontata con grande semplicità, senza nessuna presunzione. E dire che si parla di una ragazza diciassettenne che conosce tutti i grandi musicisti dell'epoca, che vede muovere i primi passi a Bill Cosby e a Woody Allen, che tengono spettacolini di cabaret nei locali del Village, e che ha ispirato canzoni come Tambourine Man, scritta da Bob durante una notte in giro per le strade dopo una lite. Per dire, io al suo posto me la sarei tirata un pò. E invece no. Lei non fa altro che raccontare di loro due: due ragazzi, che si amano tantissimo e crescono insieme, finendo con l'aver bisogno di continuare a crescere l'uno lontano dall'altra, per trovare se stessi e diventare adulti, come spesso succede in tante storie d'amore. 
 
 
Poi c'è New York. Il Village, così diverso da com'è ora...si racconta di allevamenti di polli all'aperto, nelle stesse zone dove adesso ci sono negozi di super lusso e ristoranti alla moda. Bleecker Street, dove oggi Magnolia Bakery fa compagnia alle boutique di Marc Jacobs, era una via di locali di musica jazz e piccoli pub scalcinati. Gli abitanti facevano musica in strada, fino alle prime ore dell'alba, e c'era un clima di grande rilassatezza, come in un piccolo paese. Questa immagine così romantica della città ha aggiunto ancora più fascino a un libro già di per sè davvero delizioso. Suze Rotolo ha aperto una finestra su un periodo storico magico e una città che riempie i sogni di tanti (i miei sicuramente) ed è come se fossi stata, almeno per po', lì insieme a lei. Quindi, grazie Suze, per una lettura che mi ha fatto emozionare, scoprire qualcosa di nuovo e sognare. Non posso chiedere davvero di più!

2 commenti:

  1. Un libro che mi piacerebbe molto leggere sebbene anch'io non sia affezionata in modo particolare a Bob Dylan.
    Mi piace, sì, ma non è mai stato un mio mito.
    Ma amo molto le memorie di vita, le biografie che ruotano intorno al mondo della musica e del cinema hanno sempre un bel ritmo, questo libro sembra proprio così!
    Grazie del consiglio prezioso e a domani ;-)

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    1. Anch'io, come ho scritto, non ho mai avuto tutta 'sta passione per Dylan. Ma lei sembra davvero una persona speciale. Mi ci sono affezionata!

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