martedì 15 luglio 2014

Frida

Credo che non ve lo ricordiate, ma tempo fa vi avevo promesso un post sulla mostra di Frida Kahlo. È da marzo che provo a scriverlo, senza riuscirci. Una volta mi sento troppo stanca, una volta non mi sono abbastanza ispirata, una volta fa troppo caldo, freddo, ho mal di testa, piove, nevica, c’è il sole. Insomma, pare non essere mai il momento giusto. In realtà, il motivo è che non mi sento all’altezza di scrivere di Frida. Come si fa a scrivere di questa donna così immensa? Così ispirante, elevata, magica? La sua grandezza è tale che le parole non sembrano adeguate. Oggi ci provo, ma come spesso mi capita, verrà fuori un post completamente diverso da quello che vorrei. Perdonatemi. L'amore annebbia la testa. 


Rincorro Frida da tempo, almeno dal lontano 2004, quando ho affrontato un caldo allucinante e la maledizione di Montezuma per andare a vedere casa sua. Era la mia prima volta in Messico, Città del Messico era un inferno di caldo e stordimento per via dell’altitudine e avevo passato i primi due giorni della vacanza chiusa in albergo a fare i conti con il succitato Montezuma. Ma non potevo lasciare la città senza vedere la Casa Azul. E così sono salita sulla metropolitana più colma e soffocante che abbia mai sperimentato, mi sono diretta a Coyoacan e, non senza star male ancora una volta prima di entrare, ho varcato la soglia della casa di Frida. 


Credo che le persone religiose provino sentimenti simili quando visitano certe chiese oppure rendono omaggio ai santi a cui sono devoti. Il senso di gratitudine e di emozione che ho provato in quel momento penso possa essere paragonabile unicamente a certe esperienze mistiche. O alla felicità che provo a un concerto rock (sono blasfema, lo so, ma non lo faccio davvero apposta). Comunque, quando ho visto il letto di Frida, con sopra lo specchio che lei usava per dipingere se stessa, ho provato una commozione e un dolore difficili da descrivere. Il pensiero di mesi di sofferenza, di dolore fisico così intenso da stordire, dell’obbligo di vedere l’orizzonte nei propri occhi, mi ha abbattuta. E ha aumentato il mio amore.  



Quando sono stata in Messico non ho avuto modo di vedere molti quadri di Frida. Nella casa ve n’erano pochi e ricordo che una parte del museo era chiusa. Quindi, quando si è aperta la mostra a Roma, sono corsa da lei. In realtà, non l'ho fatto tanto per i quadri, ovviamente meravigliosi, ma perché avevo letto che erano in esposizione moltissime foto e non potevo proprio perdermele. E lì, nella mostra, ho ritrovato quella sensazione provata in Messico anni fa. Stavo guardando uno schizzo intitolato Por Mi Manolo, in cui Frida descrive l’esperienza del proprio aborto. Rivoli di sangue scorrono dalla vagina e dal cuore. E ancora una volta ho provato un dolore profondo, come se la sua sofferenza fosse anche la mia.


E nel guardare quel quadro, provando così tanto dolore, ho ripensato a questo articolo in cui Conchita De Gregorio, riflette sul perché, delle tante donne dell’epoca, proprio Frida Kahlo sia diventata un’icona mondiale e perché sia un simbolo soprattutto per le donne. Io credo si tratti soprattutto di solidarietà femminile. Solo le donne sanno essere così  profondamente solidali verso il dolore di un’altra donna. Per gli uomini Frida Kahlo è una donna baffuta vestita in maniera colorata, per le donne Frida è una donna che soffre ed è impossibile non amarla, sentirla vicina, solidarizzare con lei. Questo è quello che ha trasformato Frida in un’icona, il non aver avuto pudore, ma l'aver condiviso il proprio dolore con grande sincerità, facendolo diventare il dolore di tutti, anzi di tutte. Questa è la vera arte di Frida, quello che permea i suoi quadri, il suo volto, la sua vita, ed è questo il motivo che la rende così diversa da qualsiasi altra artista. È questo che la rende Frida.  Ed è per questo che le voglio così bene. 

5 commenti:

  1. Bellissimo post Cinzia. Il mio prossimo impegno sarà conoscere tutto di Lei.

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    1. Ma grazie, Michy! Se vuoi, ti consiglio alcuni dei miei libri preferiti su di lei. :-)

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  2. Te ne sarei grata! Kiss.

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  3. Quasi mi emozionavo! Non ho avuto l'occasione di visitare Città del Messico, e nemmeno la mostra di Roma, ma condivido ogni tua parola e sensazione! Frida ha messo a nudo la parte più vulnerabile di sé stessa nelle sue opere e questo ce la fa sentire vicina come nessun altra.

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    1. Non so dove tu viva, ma la mostra di Frida sarà anche a Genova. Magari riesci a vederla!

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