lunedì 11 febbraio 2013

Le correzioni - Jonathan Franzen

 
Questo post mi farà apparire meno intelligente, meno di tendenza, sicuramente meno hipster (non che lo sia peraltro, per quanto subisca il fascino di certa musica e dell'abbigliamento finto dimesso) e anche un po' meno intellettuale. E pace, così sia. Le correzioni è un macigno. L'ho detto. Leggerlo è stata un'impresa, faticosa come camminare in montagna a mezzogiorno nel mese d'agosto e lunga come quando si aspetta qualcosa che non arriva mai (in questo caso, la fine del libro). Ma alla fine ce l'ho fatta. L'ho finito, perché odio abbandonare i libri. Mi è capitato solo con Anna Karenina (e qui continuo a perdere punti come intellettuale e donna di cultura) e ancora adesso lo porto come un marchio sulla coscienza. Non so perché senta questo dovere, ma mi dispiace lasciare un libro a metà, anche se questo vuol dire prendere la lettura come un obbligo e passare serate a cercare di digerire pagine e pagine che a fatica riesci a mandare giù.
Comunque, 'sto libro l'ho finito e ho capito una cosa: non sono fatta per certa letteratura americana. Jonathan Franzen, Jonathan Safran Froer, Jennifer Egan, David Forster Wallace, mi avete sfinita. Amo il vostro immaginario, l'America, New York, i vostri quartieri di Brooklyn, tutto quello che ruota intorno a voi, ma con voi non ce la faccio. Mi dispiace. Siete pesanti, geniali sicuramente, avete scritto pagine di altissima letteratura, ma altre profondamente noiose e quasi irritanti, a volte. E dire che Le correzioni ce l'ho in casa dal lontano 2003. L'ho comprato d'impulso e poi l'ho conservato nella libreria in attesa che arrivasse il momento giusto per leggerlo, come si fa con un vino pregiato o con un vestito speciale, mi ha seguita fedelmente in ben due traslochi e ha sempre occupato un posto privilegato tra i libri in attesa, perché pensavo fosse così bello da doverlo gustare con attenzione.
Finalmente pensavo fosse arrivato il momento giusto, l'ho aperto, ho iniziato le prime pagine e mi sono ritrovata immediatamente risucchiata in questa storia di una famiglia americana del Midwest, dove figli ormai grandi si trovano a fare i conti con i genitori e l'educazione da loro impartita, permeata dal perbenismo tipico degli anni '60 e dalla necessità di apportare correzioni a qualsiasi comportamento che sfugga a questa norma. La trama è affascinante, la descrizione dei personaggi pure, certe pagine le ho letteralmente divorate, ma a un certo punto si è rotto qualcosa. Le descrizioni sono diventate prolisse e le digressioni eterne. Ho continuato strenuamente, perché mi incuriosiva seguire le vicende dei personaggi e perché comunque continuavano a venir fuori, qua e là, pagine di mirabolante letteratura. Ecco, diciamo che magari con una sforbiciata ogni tanto,  la lettura sarebbe risultata più scorrevole. Lo so, ho detto un'eresia. Ma da queste parti non siamo mica intellettuali, nè. Ora è piuttosto chiaro, vero?

8 commenti:

  1. Non ho letto Franzen, e tuttavia ho amato Anna Karenina :D ma ho pensato la stessa medesima cosa di D. Foster Wallace e, ammetto, anche di libri in teoria più agili come Stoner di Williams e Il tempo è un bastardo della Egan: senso di sfinimento!!! sono un po' contenta hehe anche io mi sentivo meno intelligente ecc ecc ecc !!! quindi ... grazie! :D ora il problema è che avevo preso anche Guardami della Egan e già ho iniziato a leggere altri due libri per paura di affrontarla gosh !!!

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  2. È bello sapere di non essere soli, vero? :-) scrivere questo post è stato un po' come fare coming out per me e aiuta sapere di non essere l'unica a far fatica a leggere certi libri di tendenza! :-) Adesso per riprendermi ho bisogno di due gialli e almeno un chick-lit! :-)
    Cinzia
    Ps: fammi sapere com'è quello nuovo della Egan, che magari le do una possibilità.

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  3. solidarietà su Anna Karenina, io ci ho messo 3 mesi interi per riuscire a finirlo...in ogni modo, ero davvero attratta da questo libro tempo fa, tant'è vero che speravo in un regalo di natale-compleanno (il messaggio sfortunatamente non è stato recepito da chi di dovere mavabenecosì)...non so non so, penso che alla fine lo comprero' di mia sponte e vedremo se riusciro' a battere il record di Anna Karenina :)

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    1. Eh, però tu Anna Karenina l'hai finito...io ce l'ho ancora in sospeso lì da qualche parte e non so se riuscirò mai a ritrovare il coraggio per aprirlo!!!! :-)

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  4. Per me solo la visione della copertina è più che sufficiente!

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  5. Ti ricordi mesi fa si parlava della Egan e del mio darle un secondo tentativo con Guardami?? Beh ho iniziato mille volte... poi ad un certo punto ho mollato del tutto. In Il tempo è un bastardo almeno il fatto che fossero tanti racconti (seppure legati tra loro) spezzava un po' il discorso, dava un minimo di ritmo. Invece Guardami, secondo me !!!, è lentissimo. Non so se mi sono fermata proprio sul più bello, però. I primi capitoli sono preparatori ed intriganti ma poi arriva un momento di stallo pazzesco. Ci dovrebbe essere una parte in cui si "risolve" un mistero, e forse solo per questo prima o poi spero di avere la verve giusta per riprenderlo. Invece ho iniziato da poco NW di Zadie Smith, che mi piace e finora non mi ha particolarmente mai deluso, e da subito mi ha fatto venire voglia di leggerla. Che dire: sarà questione di alchimie?! :DDDDDDDDD
    baci, roberta

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    1. Perfetto, Guardami non lo compro. Ho capito alla perfezione!

      Zadie Smith piace tantissimo anche a me, grazie del suggerimento!

      Un abbraccio
      Cinzia

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