sabato 2 febbraio 2013

Marilyn - The Last Sessions


Dio benedica Sky Arte. Anzi, Dio benedica chi a Sky ha deciso di creare questo nuovo canale. Era dai tempi di Current (ne piango ancora la chiusura) che non si vedevano documentari così interessanti. E se ne sentiva davvero il bisogno,  visto che la programmazione di Sky in prima serata a volte fa piangere. Apparentemente, l'offerta è mirabolante, peccato che si tratti di migliaia di programmi tutti uguali: quelli che fanno le torte, le sciure che cucinano, quelli che cercano una casa  (Dio ce ne liberi), quelli che vendono, comprano o mettono a posto le cose vecchie, centinaia di canali che propongono le stesse, identiche cose. Capisco la necessità di dover fare ascolto, guadagnarsi abbonati e così via, ma magari un programma diverso ogni tanto, in un orario accessibile a tutti...Ma vabbè, Sky non è mica obbligatorio, no? Potrei farne a meno (beh, qui si potrebbe dire che quelli di Sky sono come i migliori spacciatori, ti fanno provare la roba gratis e poi ti danno la mazzata quando ormai sei assuefatto e, giuro, uscirne è difficile, ci vorrebbe un rehab), giusto? Oppure smettere di lamentarmi, no? E infatti, in questo panorama tutto uguale, è arrivato un raggio di luce. Il canale più bello del mondo, quello che trasmette esattamente quello che voglio io: documentari su musica, arte, cinema e programmi alternativi. Grazie. Davvero, di cuore. Però adesso non chiudetemelo, fatemelo godere almeno per un po', ok?


La cosa più bella di Sky Arte sono i documentari che vanno in onda il venerdì sera. Marina Abramovich (riguarderei mille volte quel documentario, lei mi ipnotizza), Pina Bausch, Serge Gainsbourg e, ieri sera, Marilyn Monroe. Un documentario che prende avvio dalle sessioni di psicanalisi a cui Marilyn si è sottoposta per alcuni anni prima della sua morte e ne racconta la vita, dolorosa e straziante. Ne viene fuori una donna disperata, profondamente sola, totalmente abbandonata a se stessa e preda di chi la circondava, continuamente in bilico tra Norma Jean e Marilyn. Tutte cose che già si sapevano, certo, ma il documentario va ancora più in profondità e illustra certi accadimenti della vita di Marilyn accompagnandoli con le sue parole, registrate durante le sessioni di psicanalisi. Si vede Marilyn completamente persa cantare gli auguri a John Kennedy e si sente tutto il suo abbandono. La si vede farsi scattare fotografie con gli occhi pieni di dolore. La si vede in difficoltà durante certe riprese, sopportata con sdegno e superiorità dai suoi colleghi, considerata sempre e solo una bionda stupida. Si vivono questi momenti con lei e si prova dolore. E pena profonda, per una donna che non deve mai aver avuto un solo momento di felicità vera nella sua vita. D'ora in avanti, non la guarderò più nello stesso modo: la sua apparente leggerezza passerà in secondo piano e rimarrà solo la donna con il meraviglioso sorriso e gli occhi tristi di certe foto.



2 commenti:

  1. Consiglio la visione di "Marilyn”, titolo originale “My week with Marilyn” di Simon Curtis; un filmetto senza troppe pretese ma che per un fan come me della Bionda con la B maiuscola è stata una visione piacevole e soddisfacente.

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    1. E' quello con Michelle Williams? L'ho visto in aereo, ma con schermo centrale e cuffie che praticamente non funzionavano, quindi non vale. Devo rimediare.

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