Gennaio è stato un mese strano, iniziato in grande stile, con una piacevolissima festa di Capodanno, tanta energia e voglia di fare, poi si è improvvisamente trasformato in una lunga serie di giorni cupi, a seguito di un lutto proprio il giorno del mio compleanno. Un altro piccolo, grande pezzo della mia infanzia se ne è andato, con quel lutto, e devo venirne a patti. Ma questo capita a tutti e non voglio intristirvi. Del resto, ci sono state anche un bel po' di cose belle e ve le racconto qui.
I Rolling Stones
Come vi dicevo qui, il nuovo anno è iniziato con un documentario sui Rolling Stones. Da lì è partito un revival totale della loro musica, ore intere su Spotify ad ascoltare i loro primi dischi, godendomi la meravigliosa perfezione di certa loro musica e la bellezza di ritrovare canzoni che per lunghi anni erano finiti nel dimenticatoio della mia mente. Ogni canzone mi sembrava più bella della precedente, una lunga successione di pezzi dei quali non potevo più fare a meno. E in tutto questo ho scoperto che la loro canzone che amo di più è Wild Horses. Ci tenevo a dirvelo.
Il commencement speech di Neil Gaiman per la University of Arts
Ho scoperto questo speech grazie a uno dei tanti corsi online a cui sono iscritta. In una delle lezioni, si chiedeva agli studenti di condividere le loro principali fonti di ispirazione e una ragazza ha condiviso questo. Oltre a essere il marito di Amanda Palmer, cosa per me fondamentale data l'ammirazione che nutro per quella donna, Neil Gaiman è uno scrittore, fumettista, sceneggiatore, saggista e molte altre cose. Neil Gaiman è soprattutto una persona gentile, umile e dotata di grande sense of humour (almeno questo è quello che traspare dalle sue interviste) e questo discorso è insieme commovente e pieno di energia.
Thelma e Louise
Ho riguardato questo film, per puro caso, una sera qualsiasi, in cui l'offerta televisiva era deprimente. Ho visto questo film milioni di volte, ma era passato tanto tempo dall'ultima volta e così mi son detta che era arrivato il momento di rivederlo. Beh, l'emozione è stata pressoché uguale alla prima volta (salvo il fatto che conoscevo già il finale) e alla fine, nonostante conoscessi la scena a memoria e potessi citare le battute degli attori, mi sono commossa. Per l'ennesima volta. E ho anche capito che la Monument Valley è il posto più bello che io abbia mai visto.
La rubrica Sopa do Dia di Cucina Precaria
Che io amo Cucina Precaria alla follia credo di averlo dichiarato un po' ovunque. Ora lei se ne esce con questa rubrica meravigliosa, in cui condivide settimanalmente - ogni martedì - ricette di zuppe di ogni tipo. Proprio, proprio quando io ho deciso di mettermi a dieta e introdurre più verdura e cibi sani nella mia alimentazione. Io sono felice di amarla così tanto, perché il mio amore viene ripagato con progetti così. Thank you, mia cara Cucina Precaria.
Gli Arcade Fire
Pochi gruppi hanno conquistato il mio cuore, in tempi recenti, come gli Arcade Fire. Mi sono innamorata di loro grazie a No cars go, mi hanno accompagnata in lunghi mesi canadesi, tempo fa, e ogni nuovo album che esce per me è pura gioia. Pensavo non sarebbero mai riusciti a superare The Suburbs e invece hanno realizzato un altro piccolo gioiello musicale. Gennaio è passato con loro in cuffia e si è concluso con l'acquisto dei biglietti per il loro concerto. Salti di gioia. Felicità. Ma come faccio ad aspettare fino al 24 giugno?
La trasmissione Pane quotidiano
Una delle cose positive di lavorare da casa, oltre a poter lavorare in pigiama (non lo faccio mai) oppure in tuta (neppure quello, mai, mai, mai giuro) e poter uscire a portare il cane a correre quando uno non ce la fa proprio più a stare al chiuso, c'è la possibilità di vedere la TV in pausa pranzo. Non che questo sia un grande vantaggio, ché a quell'ora c'è della gran rumenta, ma da quando c'è la trasmissione di Concita de Gregorio, la pausa pranzo assume tutto un altro significato. Mezz'ora di cultura, riflessioni, pensieri, il tutto con toni pacati e grande intelligenza. La puntata che ha visto ospite Gipi è stata la perfezione.
American Hustle
A distanza di più di quindici giorni, ancora non so se mi è piaciuto questo film. L'ho trovato troppo lungo, diverso da quello che mi aspettavo, in sala faceva troppo caldo, insomma non so. Però una cosa l'ho adorata, davvero tanto: l'ambientazione, i costumi, le acconciature, estreme, esagerate, perfettamente anni '70. E poi la scena dei due protagonisti che ballano in discoteca al ritmo di I feel love o l'intera sequenza alla festa al casinò, beh quelle valgono tutto il film.
intramontabili stones!
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