mercoledì 23 aprile 2014

In viaggio con Michela: Cappadocia

Buon mercoledì, miei cari. Oggi torna la rubrica di Michela, che ci vuole bene e ci fa sognare raccontandoci di posti meravigliosi e incantati. E quello di oggi lo è in particolar modo, perché si tratta della Cappadocia, luogo lunare e fatato dove si può far volare la fantasia. Quale posto migliore per dei sognatori come noi? Buona lettura!


Non programmato e deciso dal caso, così è stato il mio viaggio in Turchia. 
Surreale e fiabesco il paesaggio che si è presentato ai miei occhi una volta raggiunta la fatata Cappadocia. Un paesaggio atavico, quasi mistico. E' stato come immaginarsi sulla luna, chi c’è stato sa di cosa parlo e conosce le emozioni provate dinanzi a tale meraviglia, una conformazione geologica unica al mondo, Patrimonio dell'Umanità dal 1985.  Ho trovato la Cappadocia un luogo poco terreste e molto fiabesco, ammirandolo la mente vaga, si perde, i confini si confondono e ci si sente in una realtà segreta, in un mondo a parte. 


La regione, ubicata nella Turchia centrale, è composta di tufo, formato da fango e ceneri emessi dal vulcano del Monte Argeo, che per millenni è stato plasmato dall'erosione di acqua e vento, acquisendo forme insolite e dando luogo a un paesaggio definito "lunare" per l'aspetto magico e insolito. Canyon, scogliere, guglie, enormi camini e funghi di pietra. Qui la natura ha giocato e l'intelligenza dell’uomo ha lasciato il segno. Molti picchi rocciosi furono svuotati all'interno e trasformati in abitazioni, realizzando insediamenti rupestri. I paesaggi sono, infatti, ricchi di cavità e grotte. 


Gli abitanti della regione costruirono vere e proprie città sotterranee, articolate su più livelli ed equipaggiate di fori di areazione, stalle e pozze d'acqua, che se utilizzati come rifugi permisero di sopravvivere per mesi. 
I monaci costruirono basiliche e monasteri e affrescarono con icone bellissime le pareti. Le chiese rupestri più interessanti si trovano nella Valle di Goreme, un luogo magico, un museo a cielo aperto, dove sono state censite oltre 350 chiese e si possono ammirare i Camini delle Fate, curiose formazioni laviche formate da piramidi sormontate da coni, definiti fatati poiché posati da divinità celesti. Così narra la leggenda. 


La conformazione geologica permette la visione di figure assai curiose, una delle rocce che mi aveva colpito di più è il cammello ma ricordo anche la foca, il delfino, e molte altre. Non a caso la Devrent Valley è chiamata la Valle dell'immaginazione, dove il divertimento è individuare figure bizzarre perdendosi con lo sguardo tra le rocce e i pinnacoli, dove la luce riflessa crea effetti spettacolari, dal bianco al senape, dall'oro al rosso mattone. 
Il mio sogno è tornare per rivivere questa enorme scenografia naturale da un’altra prospettiva, dall’alto di una mongolfiera. 

Una piccola isola italiana ci attende per un tuffo, arrivederci a maggio.
Buon mercoledì a tutti.

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