venerdì 15 gennaio 2016

Ho scritto anch'io un post su Bowie


Sì, ho scritto anch'io di David Bowie. Del resto, come potevo non farlo? Domani compio 43 anni, da qualche giorno lui è morto e si è portato via un pezzo della mia adolescenza. Sono venuti a mancare tanti cantanti, in questi anni, ma nessuna perdita mi ha colpita così tanto. Mi chiedevo perché, in questi giorni, e ho capito che è come se fosse il primo amico che se ne va. Quello della compagnia, magari un po' più grande di te, che improvvisamente viene a mancare e il tuo mondo perde un pezzo. Tu perdi un pezzo di te stessa. 

Quando è morto John Lennon ero troppo piccola per realizzare cosa fosse successo, pur rendendomi conto che era qualcosa di enorme. Quando è morto Freddie Mercury, l'ho semplicemente acquisito come un fatto della vita. Non sono mai stata una fan dei Queen, del resto. Quando è morta Amy Winehouse, ne sono rimasta colpita, ma l'ho conosciuta per troppo poco tempo per volerle bene veramente. E poi ero ce l'avevo con lei da morire, la rabbia ha superato il dolore. E' stato brutto quando è morto Lou Reed, ma per quanto molto amato, lui ha frequentato solo una piccola parte della mia vita. Ma con Bowie è diverso, dio mio, Bowie c'è sempre stato. 


La prima canzone che ho sentito di David Bowie è stata senza dubbio Absolute Beginners. Era il 1986, io avevo i jeans con i risvolti - esattmente come ora -  e non mi ero ancora ripresa dalla visione di Simon Le Bon a Sanremo con il piede rotto. Le mie giornate erano divise tra scuola, compiti e Deejay Television. Ed è stato lì che ho visto per la prima volta il video in cui Bowie, vestito di tutto punto, si aggira per una Londra in bianco e nero. Quel ritornello mi era rimasto in testa per giorni, ma non m'è venuta voglia di saperne di più. Ero una ragazzina, c'era ancora troppo Simon Le Bon nel mio cuore. 

Per un po' di anni, per me, Bowie è rimasto il Bowie di metà anni '80: un elegantissimo signore inglese, che sapeva portare capelli ossigenati con lo stile di pochi. E con una buona dose di figaggine, come dimostra il video di Let's Dance. Bowie per me era quello del duetto con Mick Jagger e della canzone con Pat Metheney. Una presenza costante, nelle mie giornate attaccata alla radio, ma non una passione bruciante. 


Ho capito che David Bowie era anche qualcosa di diverso quando ho visto Christiane F. e i ragazzi dello zoo di Berlino. Ma quel film mi aveva inquietata troppo. All'immagine pop di Bowie che avevo avuto fino a quel momento, se ne affiancava una sbrigativa di "musica da tossici" (ti chiedo perdono, David, ero giovane). Sono passati davvero tanti anni, ma ancora mi chiedo come abbia potuto non rimanere folgorata da Heroes, in quel film. 

Il momento di innamorarmi di Bowie è arrivato anni dopo, quando ormai ero all'università, e un'amica è arrivata con un sacchetto pieno di CD di Bowie dicendo: "mia cugina si trasferisce, dobbiamo assolutamente copiare questi CD prima che parta". Assolutamente, certo. Come se fosse una questione di vita o di morte, certo. Del resto, spesso la musica è questione di vita o di morte. Spesso la musica ti salva la vita, quasi sempre te la migliora. E aver copiato quei CD, senza fare altro per un'intera giornata, ha reso la mia indubbiamente più bella. E più ricca. 


Il primo disco che ho ascoltato è stato Ziggy Stardust che, ovviamente, rimane il mio preferito. Come descrivere quello che succede quando ascolti un disco che ti cambia la vita? Ti scatta qualcosa dentro, un senso di gratitudine, di appartenenza, la sensazione, l'improvvisa certezza che là fuori nel mondo ci sia qualcuno che ha capito perfettamente chi sei. Lo ha spiegato bene La Pina qualche giorno fa, parlando di Rock 'n' Roll Suicide: "quel modo di dire 'you are not alone' mi ha cambiato la vita". Basta una frase, un'accordo, un modo di dire una certa cosa. E' un'emozione fortissima, la sensazione più bella che ti dà la musica ed è per questo che la amo così tanto. Quindi David, grazie di avermi fatto sentire così. Grazie di esserci stato. E di esserci per sempre. 

4 commenti:

  1. Dico solo una cosa: mi hai commosso. Un bel po'. (Ciao David, e come ha detto Michael Stipe " i am certain that wherever Bowie is now, I want to be there someday")

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    1. Ecco, dovesse per caso venire a mancare Michael Stipe, sarebbe un dolore analogo.
      Un abbraccio enorme
      Cinzia

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  2. La musica segna la nostra vita in modo incredibile. Io ho una cassetta registrata e scritta da mio padre di Ziggy Stardust, per me è speciale sia per la musica che per il valore affettivo.
    Comunque, auguri per domani... è anche il mio di compleanno ;-)
    baci
    la effe

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