Arrivo all'appuntamento con il 52 Project dopo essere appena rientrata da Madrid e ancora preda di quella classica depressione (di durata variabile a seconda della lunghezza e dell'intensità del viaggio) che mi affligge dopo ogni rientro a casa. Tornata dal viaggio negli USA, a metà ottobre, mi sono curata con l'attesa del concerto dei Black Keys e con il Natale imminente, ora non so cosa mi aiuterà. La primavera? Nah, fuori di sono cumuli di neve grigia e bagnata. La prospettiva di un nuovo viaggio? Uhm, mi sa che per un pò dovrò aspettare, non si vedono possibilità all'orizzonte (tranne le miglia di Alitalia che scadono...forse si vede un po' di luce). Qualche novità sbalorditiva? Direi di no e, visto che ultimamente tutte le news sono state negative, magari va anche bene così. Vabbè, cercherò in qualche modo di uscire da questo stato d'animo cupo in cui penso che altrove è meglio, che è tutto più figo, che tutti sono più felici, che cosa cavolo ci faccio ancora qui, ripetendomi una frase della saggia Camilla: "Siamo sempre e solo di dove vogliamo essere. Il resto è semplice geografia della scusa". Mai parole furono più perfette per descrivere me e la mia situazione. Continuo a lamentarmi di dove vivo, ma non faccio nulla per cambiare le cose. Perché? Ecco qualcosa su cui riflettere.
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