lunedì 7 gennaio 2013

Monica.



Ci sono passioni che ti porti dietro tutta la vita (gli Smiths mi accompagnano da quando avevo sedici anni e gli occhiali grossi, così come la passione per la lingua inglese e i libri), altre nate in tempi più recenti ma altrettanto importanti (l'amore per la serie Gossip Girl, la fotografia e la cucina), altre ancora che sono finite con lo stesso ardore con cui sono nate (vent'anni fa amavo Ligabue e i quadri degli impressionisti, adesso non posso più né ascoltarlo né vederli) e altre, recentissime, che non sai ancora come si trasformeranno nel tempo, ma che per il momento ti coccoli con gioia. Una di queste è la passione per il vintage e in particolare per gli anni cinquanta e sessanta.


Mi perdo nel riguardare vecchi giornali sbiaditi a casa dei nonni, spolvero con amore le copertine dei dischi di mio papà che ascoltavo da bimba (adesso qui potrei tirarmela e sfoderare nomi da storia del rock, ma invece si trattava di Celentano, Patty Pravo, i Giganti e Caterina Caselli. Eh, già, vengo da lì), riguardo vecchie foto e vorrei che mia madre avesse conservato certi suoi favolosi vestiti e ovviamente perdo troppo tempo su Internet a riguardare immagini dell'epoca. E, tempo fa, nel girare qua e là mi sono imbattuta in alcune foto di Monica Vitti. Si può dire che è stato un colpo di fulmine? (Sì, perché le donne amano le donne, sappiatelo. Non credete alla storia dell'invidia.). Sono rimasta a bocca aperta davanti alla perfezione del suo volto, alla profondità dell'espressione, agli occhi che ipnotizzano. Come ho fatto a non accorgermi idi tanta perfezione per tutto questo tempo?



1 commento: