Eccovi la seconda puntata del viaggio insieme a Daria Pop.
Non so che dirvi, ma qui è sempre sera quando vi scrivo.
E forse anche un po’ per onorare il titolo di questa rubrica e il jazz, di cui so molto poco ma che ho imparato ad amare grazie a una persona che più che una persona è un matto che esplora, studia e approfondisce ogni ramo dello scibile umano, un adorabile personaggio fuori dalle righe universalmente conosciuto come Patettino, beh, dicevo, anche un po’ per onorare il nome con cui QueenCindy ed io abbiamo battezzato questa rubrica, sto ascoltando quel gran classicone che è “Hello, Dolly!” direttamente dalla voce di Louis Armstrong.
Mi è anche venuta voglia di parlarvi di Patettino, ma ci torneremo.
Perchè un personaggio così non ve lo regalo mica subito. Vi faccio attendere, vi incuriosisco, vi ingolosisco.
E intanto, dopo “Hello, Dolly!”, proseguo mettendo su un vinile di dixieland, tutto per la Queen che ama tanto New York e se ami New York, ami anche i film di Woody Allen e conseguentemente ami il dixieland. Perchè il dixieland ti alleggerisce, ti fa scivolare, pattinare, piroettare a un metro da terra, ti fa percorrere quei marciapiedi che, nella Grande Mela, sono proprio grandi, fermandoti ai semafori dove c’è sempre un sacco di gente, tutta lì, intorno a te, che aspetta di attraversare la strada per andare a infilarsi in uno dei mille angoli della città.
E mentre tu sei lì, fermo sul marciapiede, aspettando che il semaforo diventi verde, sollevi il naso all’insù e guardi i grattacieli.
Dio, come sono alti.
Dio, quanti sono.
Ti senti così piccolo che ti ricordi quanto ti sembrava alto il mobile del tuo salotto quando avevi quattro anni e non riuscivi ad arrivare al ripiano dei dischi.
Lì, fermo, ruoti su te stesso per guardare dal basso i grattacieli e sorridi perchè non è una balla quando ti dicono che a New York tutto è possibile. E il dixieland ti risuona nelle orecchie mentre ti volti e guardi la gente intorno a te, chiedendoti se tutte quelle vite in circolazione incroceranno ancora la tua, prima o poi. Magari di nuovo a un semaforo, o fermando un taxi, perchè i taxi a New York li fermi davvero come nei film, sporgendoti un po’ in strada e agitando un braccio sopra la testa.
Ah, l’America.
Io l’America l’ho vista attraverso i tuoi occhi e le tue parole, Queen.
E attraverso gli occhi di un grande paraculo che può andare dove vuole, starsene lontano quanto vuole, che alla fine mi chiama, da qualsiasi parte del mondo, solo per dirmi “Zoccola!”.
Perchè lui è Marras e può permettersi questo e altro.
Perchè lui è un Grande Amico e quindi quando ci sentiamo mica ci raccontiamo che cosa facciamo nella vita o com’è andato il suo ultimo viaggio.
Con un Grande Amico come lui spari cazzate e ridi come se l’avessi visto due ore prima davanti a un caffè e si sapesse già tutto l’uno dell’altra.
Perchè lui i viaggi me li racconta attraverso le sue foto che annusano tutto e colgono attimi e sguardi e movimenti come su un set cinematografico.
Come dite? Vorreste vederle anche voi?
Allora fatevi guidare da Marras e sognate, scrollatevi di dosso il grigiore del lavoro, dei casini, delle bollette da pagare, mettete su del dixieland e volate qui:
Se proprio non resistete, date un’occhiata anche alle altre foto, del Sud America, dell’Est Europa, dell’Africa.
Oddio. Io avrei dovuto parlarvi dell’Africa.
“Ma questa è un’altra storia, e si dovrà raccontare un’altra volta”.
mi hai fatto venire la pelle d'oca. pensavo si potesse soffrire solo di mal d'Africa. ma invece il mal di NewYork mi è entrato nel cuore più di altri. ci tornerò, e tornerò in America. presto, prestissimo. magari non proprio a NewYork, ma di sicuro andrò di là. ad ascoltare il dixieland. che voglia!
RispondiEliminaE allora daje, Serena, vola di là! poi ci racconti, così vedrò l'america anche attraverso i tuoi occhi!
EliminaLi conosco bene quei tipi di Grandi Amici, un bacione a tutte e due.
RispondiEliminaAhhh che meraviglia non sentirsi imprigionati in conversazioni che ti abbattono, che sanno di aggiornamenti da pagina fb, tipo "che cosa stai pensando/che cosa stai facendo/come ti senti". no, ai Grandi Amici non hai bisogno di raccontare NULLA. un bacione a te!
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