mercoledì 7 maggio 2014

The Future of Storytelling # 1: la mia storia preferita

(foto awelltraveledwoman.tumblr.com)

Bene, bene, come vi dicevo la volta scorsa, ho seguito con grandissimo entusiasmo la prima unità del corso online The Future of Storytelling. Ho ascoltato tutte le lezioni, ho guardato il materiale aggiuntivo (si parlava del film Memento, per parlare della linearità del racconto, l'avete mai visto?), ho letto contributi e riflessioni degli altri studenti e mi sono apprestata ad eseguire il mio primo compito "a casa". Piena di aspettativa, sorriso sulle labbra, apro il quadernino e mi appresto a prendere appunti in merito al tema del compito: raccontate brevemente qual è la vostra storia preferita e perché.

Uh, bene, figo, leggo un sacco di libri, se mettessi in fila tutti i libri che ho letto da quando ho imparato a farlo, credo potrei arrivare fino in Sicilia, vedo molti film, leggo fumetti, facile. Bene, la mia storia preferita è...vuoto totale. No, beh, ma è impossibile, ma come? Ci penso mentre sono fuori col cane, il mio momento di meditazione preferito, e non mi viene in mente neppure una sola storia degna di nota. Torno a casa, guardo la libreria e non mi sovviene nessuna trama che valga la pena ricordare come la più bella di questo mondo. Do un'occhiata veloce alla mia collezione di DVD e niente, niente di niente. Cerco nella memoria, ci sarà per forza una storia di famiglia che si racconta sempre, dai. No, non c'è. Nella mia mente non ci sono storie. Anni di parole, letture, immagini, canzoni e neppure una storia. Ossia, certo, tante storie ma nessuna che reputi così importante da essere "la mia preferita".

Ci penso per giorni, mi torturo perché non mi va di arrendermi al primo compito assegnato (va bene che gestisco bene i fallimenti, ma a tutto c'è un limite), cerco in ogni modo di arrivare a una soluzione finché, improvvisamente, capisco dove sta il problema. Il fatto è che me ne è sempre fregato piuttosto poco delle storie, perché io amo i personaggi. Sono i personaggi a prendermi il cuore e mi fanno scordare la storia. Quindi se mi chiedete dei miei libri preferiti, vi racconterò di Elizabeth Bennet, del cane epilettico di Malaussène, di quel gran signore di Dick Diver oppure, se parliamo di cinema, non esiterò a dirvi di quanto ami Beatrix Kiddo o di come conosca alla perfezione Kathleen Kelly, quello che ama, quello che desidera e le cose che odia.

Per non parlare delle ambientazioni. Ah, la Parigi della trilogia di Katherine Pancol, la Milano anni '50 di Scerbanenco, ne ricordo le strade, il traffico, la nebbia, pur senza mai esserci stata, in quella Milano lì. E che dire dei profumi di Haifa, ne l'Amante di Yehoshua? E la luce della Marsiglia di Izzo? Ricordo i tavolini del bar del Vieux Port ed è come se mi ci fossi fermata anche io, insieme a Montale. O la Tokyo notturna di Lost in Translation, la Miami di Dexter, l'inesistente Stars Hollow di Gilmore Girls. Ma niente, mi dispiace, non posso dirvi della mia storia preferita. Non ho una storia preferita, ho un mondo intero popolato di personaggi e luoghi amati e vissuti come fossero miei. Quindi sono giunta alla conclusione che do poca importanza alle storie, ma seguo un corso che si chiama The Future of Storytelling. Le contraddizioni non mi spaventano, non c'è che dire. 

E voi? Ditemi che non siete come me, qual è la vostra storia preferita?

7 commenti:

  1. ma anche io come te, adoro i posti n cui mi sembra di esser stata visti nelle serie, le atmosfere di certi libri, i personaggi che mi hanno fatto compagnia, la magia di certe scene...ma non ho una storia preferita, e nemmeno un film preferito...Mi sento strana...

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    1. Ahahah, coraggio non sei sola! Io davanti alla richiesta "raccontami la tua storia preferita" sono andata in panico, ho messo in discussione anni di letture, mi sono strappata i capelli...poi ho capito: chissenefrega delle storie quando ci sono le persone? Quei personaggi così perfetti da essere vivi, in carne ed ossa, quei posti così veri da poterli vivere? Godiamoci tutto questo! :-)

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  2. Non ho un libro, né un film preferito, neppure un piatto, per non parlare di una storia preferita. Sarei andata anch'io in panico alla domanda "raccontami la tua storia preferita". Non mi sento strana, mi devo preoccupare? Sono un'infatuata perenne, di tutto, dei libri, dei film e di tutte le storie che la compongono e la rendono speciale. Mi sento più legata ai luoghi e alle persone, a pensarci bene le persone fanno i luoghi...che sia questa la verità?

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    1. Hai perfettamente ragione, mia cara Michela. Io ci sono arrivata dopo un momento di sbandamento, ma ho capito che quello che conta (almeno per me) sono proprio i personaggi e le ambientazioni. :-)

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  3. Ehm intendevo scrivere un'infatuata perenne della vita...sorry!

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