lunedì 1 febbraio 2016

Praticare la gratitudine


Quando la gente parla di me, uno degli aggettivi che usa maggiormente è: "sorridente". Io sorrido molto, sorrido quando saluto le persone, sorrido con gli amici, sorrido quando mi chiedo informazioni, sorrido spesso anche al telefono, a meno che non si tratti dell'ennesimo operatore che tenta di prendermi per sfinimento. 

Questo potrebbe sicuramente far pensare che sono una persona allegra, serena, in pace. Beh, ragazzi, dietro quel sorriso si nasconde il caos. Fidatevi, il caos vero. Se poteste aprire una finestra e guardare dentro la mia testa, vedreste pensieri che si affastellano, dubbi che si ripetono, interrogativi che si agitano in continuazione. Un vero e proprio marasma, chiuso lì dentro al sicuro da occhi indiscreti. 

Perché sì, l'ho imparato da mio papà, non ci si lamenta mai. E non si rompono i maroni agli altri con le proprie menate, ché hanno già le loro cose a cui pensare. Quindi mi tengo tutto dentro, a bollire e ribollire. La piccola parte che emerge in superficie la condivido con mio marito, ma buona parte delle cose rimangono lì dentro, nel magma del mio cervello. Vi prego di non preoccuparvi, non c'è nulla di grave che non va nella mia vita, ho solo troppi pensieri e troppe cose a cui non riesco a trovare posto, dentro di me. 

Ultimamente, mio marito è spesso via per lavoro e mi ritrovo a passare un bel po' di serate in solitudine. Nella maggior parte dei casi, dedico questo mio tempo a guardare su Netflix documentari e serie che lui non vorrebbe guardare mai o ad ammazzarmi di concerti su You Tube. Poi ci sono quelle sere in cui i pensieri sono ancora più fitti e non si riesce a mandarli via. Come la settimana scorsa, quando - mentre Ziggy Stardust emanava meraviglia dalla televisione - sentivo che la tristezza stava prendendo il sopravvento. 

Quando sento che l'umore va giù, le cure sono diverse: uscire e camminare, mettere la musica degli Of Monsters And Men a tutto volume, mettermi a cucinare. Era sera tardi, non sentivo di poter fare nulla di tutto questo e allora mi sono fatta una tisana, sono andata a letto e ho aperto Flow Magazine, che è quanto di più terapeutico ci sia, per me, ultimamente

Ho scorso un po' di pagine, beandomi della bellezza e dell'ispirazione continua che ne ricavo, finché non sono arrivata a un articolo su Hailey Bartholomew, una fotografa australiana, che anni fa ha dato vita al 365 Grateful Project. Hailey racconta di aver attraversato un periodo difficile, in cui non riusciva più a essere felice e soddisfatta della propria vita, per quanto fosse praticamente perfetta.  Hailey ha ritrovato la serenità con un progetto fotografico, chiamato appunto 365 Grateful Project, che prevedeva di fotografare ogni giorno una cosa di cui era grata. 

Credo di aver sentito mille volte parlare di progetti del genere e la mia mente c'è sempre passata sopra, spesso bollandole come inutili pratiche new age per fricchettoni, ma quella sera ho sentito che era quello di cui avevo bisogno. Non avevo voglia di stressarmi a fare fotografie, allora ho deciso di tenere un diario della gratitudine. Ho preso il quaderno più bello che ho, quello che rimaneva da mesi intonso nella libreria per paura di rovinarlo, ho scritto la data del giorno e ho cominciato a scrivere. Ogni sera, per qualche minuto, mi siedo al tavolo, rifletto sulla giornata e scrivo. Ed è una pratica bellissima, che mi sta facendo sentire infinitamente meglio. 

E il motivo è davvero semplice, incredibilmente banale: ogni giorno ci sono infinite cose di cui essere grati, anche di una piccolezza infinitesimale, e non è il caso di aspettare domani per essere felici. Semplice, appunto, banale, infatti, ma a volte è davvero difficile rendersene conto. E scrivere, fermarsi un attimo, riflettere, aiuta tantissimo a dare importanza a quello che si ha, senza pensare che avremmo bisogno di altro per stare meglio. Perché, basta aprire la pagina del diario a caso, come si può non essere felici di aver trovato un mazzo di fiori inaspettato sul tavolo di un ristorante, vedere il cielo tinto di rosa un pomeriggio all'uscita della stazione o aver bevuto un cappuccino perfetto? 

Se avete voglia di fare come me e adottare una pratica della gratitudine quotidiana, ho una cosa per voi. Dentro a Flow Magazine c'era un piccolo quadernino, chiamato The Little Gratefulness Diary, lo vedete nella foto in alto. Io non lo uso, ho già il mio quaderno speciale, e ho pensato di regalarlo a qualcuno di voi. Scrivetemi nei commenti se lo volete, lo spedisco con enorme gioia. 

13 commenti:

  1. La gratitudine è un sentimento che riempie quel vuoto tra l'avrei voluto e quello che è stato, una carezza nei giorni storti, quando hai perso la strada e non sai bene quando e come sia accaduto. E' un percorso molto bello. Anche io cerco di trovare qualcosa per cui essere felice e grata alla vita, anche se non sempre mi riesce. Cercherò di farlo con più impegno e costanza.
    Un grande abbraccio
    la effe

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    1. Hai ragione, è un percorso bello e mi sta facendo davvero bene. E' una piccola meditazione quotidiana.
      Un abbraccio grandissimo.
      Cinzia

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  2. Anch'io ho adottato questa "pratica" un pò di tempo fa. Mettere nero su bianco aiuta molto ad analizzare se stessi, a riscoprire le cose belle che spesso finiscono per scivolarci sotto gli occhi come se fossero invisibili. Sono contenta che tu ti stia sentendo già bene.
    Ps: io, il mio quaderno speciale, ce l'ho quindi lo lascio volentieri a qualche altro :-*

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    1. Eh sì, esatto, hai detto benissimo. Fisso sul foglio delle cose che altrimenti fuggirebbero via e dimenticherei per sempre, perché spesso sono davvero piccolissime.
      Un abbraccio!!!
      Cinzia

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  3. sono cose bellissime. io cerco di farlo al mattino quando mi sveglio. a volte ringrazio anche il letto, anche se ultimamente sempre meno perché dormo male e sogno brutto. mi piacerebbe molto quel quadernino. se lo hai già assegnato, ne farò uno io, come hai fatto tu.

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    1. Visto che sei stata la prima a chiederlo, il quaderno è tuo. Così sarà anche una scusa per rivederci. :-D
      Baci grandissimi
      Cinzia

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  4. Quando ti leggo apprendo sempre cose nuove e belle che mi fanno stare bene, quindi credo che inizierò anch'io questa 'pratica' e il primo pensiero di gratitudine sarà verso di te, per averti 'conosciuta' attraverso il tuo blog e ringraziarti per tutto quello che mi fai scoprire o riflettere...

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    1. Ecco, questo tuo commento finirà direttamente sul mio quadernino questa sera. Sono felice di averti ispirata, grazie a te di avermi lasciato questo commento. Non hai idea di quanto mi riempia di gioia.
      Un abbraccio forte
      Cinzia

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  5. Ne parlavamo proprio la scorsa settimana a yoga. e anch'io ho avuto (e forse ho ancora) lo stesso identico approccio che hai avuto tu. Sono appunto divisa tra "'ste robe new age" e "forse è proprio quello di cui avrei bisogno". mi piacerebbe cominciare a farlo sul quel quadernino perché viene da te, dalle tue parole, dalle sensazioni che mi dai, di cui spesso sono grata (naturalmente se hai dato la precedenza ad altri nessun problema).
    ti abbraccio forte,
    Em

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    1. Ciao cara,
      purtroppo il quadernino è già andato a Daria, che ha lasciato un commento prima di te. Ma ci saranno altri regali in futuro, ho bisogno di liberare un po' di spazio fisico e mentale! Grazie mille per le belle parole e, per quel che riguarda le robe new age, ho deciso di lasciare da parte la mia razionalità e approfondire. C'è tanta fuffa, ma ci sono anche cose preziose. E' un bellissimo percorso di conoscenza e arricchimento!
      Un abbraccio grandissimo.
      Cinzia

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  6. Io sono grata alle persone come te che sorridono! A me invece sta venendo il muso di un bulldog tanto sbuffo; poi penso che potrei star peggio e riesco anche a sorridere unpoco alla collega sempre allegra

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