lunedì 8 febbraio 2016

Una bucket list al contrario

(foto Cameron Kirby via Unsplash)

Conoscete Giada Carta? Io l'ho scoperta da relativamente poco tempo e ne sono stata conquistata. Credo di averla scoperta grazie a Gioia Gottini, inzialmente ho cominciato a seguire la sua pagina Facebook, ma va detto che (ti chiedo scusa Giada, se mi leggi) subito non capivo esattamente cosa facesse. Quindi guardavo da lontano, apprezzavo le foto che condivideva, leggevo con curiosità quanto scriveva sulla sua pagina, senza mai approfondire veramente, ma allo stesso tempo senza mai allontanarmi, come se fossi consapevole che c'era qualcosa per me, tra quelle righe. 

Il primo passo verso l'amore incondizionato è avvenuto con un suo post su Samhain e sui rituali da fare in quell'occasione. Da lì, ho messo da parte la metà razionale del mio cervello e ho deciso di approfondire. Non so nulla di dee, miti, rituali, ma è un mondo che mi affascina tantissimo. E lei lo sa raccontare con grande attenzione, con un tono pacato e delicato, non con quel piglio da invasati che spesso contraddistingue questo genere di temi (e che allontana le persone in bilico tra due mondi, come me).  

Mi sono letta tutti i post del blog, mi sono iscritta alla newsletter e ora godo fieramente di un bellissimo regalo per le iscritte: 29 gesti d'amore per te stessa, ossia una mail al giorno per tutto il mese di febbraio, ciascuna contenente un suggerimento per stare meglio. Il primo di questi, ricevuto lo scorso lunedì, ha colpito dritto nel segno: si tratta di redigere una bucket list al contrario, ossia non una lista di "cose da fare prima di...", bensì un elenco di cose belle che si sono fatte e di cui si è felici, orgogliosi, quello che volete voi. 

Beh, questo suggerimento sembrava scritto apposta per me e il mio bisogno di allontanare la frustrazione e la malinconia e il non ho combinato niente e la vita fa schifo e così via. Sembra quasi una perfetta continuazione della mia pratica della gratitudine, un modo per scacciare ancora più lontano le lamentele e i vortici negativi. 

La bucket list al contrario può essere generica oppure coprire uno specifico ambito, può coprire uno spazio temporale limitato oppure tutta la vostra vita. Insomma, la cosa bella è che si può fare un po' quello che si vuole, in base alle proprie esigenze. Bene, io ho deciso di scrivere la prima bucket list al contrario sul tema viaggi, visto che giusto in questi giorni mi lamentavo con me stessa di aver viaggiato poco, di non aver visto nulla, eh guarda quello lì dov'è andato, guarda quella cos'ha fatto, e io son sempre a casa, e non vedrò mai tutti i posti che voglio vedere e via di seguito. Bene, ecco qui la mia lista. 

- ho fatto la prima vacanza da sola a 16 anni, ho preso l'aereo per la prima volta a 19 per andare in vacanza con mia cugina a Amsterdam (potrà sembrare una sciocchezza, ma erano altri tempi e altri genitori, quindi un grande traguardo!).

- sono stata quattro volte a Parigi e due a Vienna, di cui una a Natale. Sognavo di vedere Vienna sotto Natale e l'ho fatto

- ho visto la chiesa dei gitani e i fenicotteri a Les Saintes Maries de la Mer. Due volte

- sono stata alla Fondazione Maeght a Saint Paul de Vence e al Museo Matisse a Nizza

- ho visitato lo studio di Cezanne a Aix-en-Provence e la Casa Azul di Frida a Città del Messico. 

- ho visitato il Museo di Georgia O'Keeffe a Santa Fe

- ho vissuto tre mesi in California, tre in Messico, tre in Canada. Perché tre ogni volta? Il visto turistico, baby

- ho mangiato aragoste su un'isola deserta da qualche parte vicino a Cajo Largo

- ho dormito in almeno dieci case cubane diverse e fatto colazione con altrettante famiglie, tra La Havana e Santiago De Cuba

- ho festeggiato il mio compleanno a Ushuaia, in Patagonia e navigato sul canale di Beagle

- ho visto il tramonto nella Death Valley e guidato di notte nel deserto verso Las Vegas

- sono stata al concerto dei Muse a New York e dei Black Keys a San Diego

- ho passeggiato per il mercatino di San Telmo, la domenica mattina, a Buenos Aires

- ho dormito in Cile, anche se solo per tre giorni

- sono stata a New York in autunno. E a Natale. E in primavera

- ho cercato i passi di mio bisnonno, a Ellis Island

- mi son seduta a guardare il mare a Uig, sull'estremità nord dell'isola di Skye

- ho bevuto tè e scones a Edimburgo, bubble tea a Tokyo e chai a Istanbul

Questa lista potrebbe andare avanti ancora per un bel po', questo è giusto quello che mi è venuto in mente nell'ultima mezz'ora. E scriverla mi ha fatto rendere conto di quanto abbia fatto, di quanto abbia visto, di quanti chilometri abbia macinato

Ma soprattutto ho realizzato che ciascuna delle cose che ho scritto era un sogno, un desiderio che pareva impossibile nel momento in cui si è formato nella mia mente, ma che ho lavorato duro per realizzare. E' buffo come, nel momento in cui un sogno diventa realtà, si passi oltre e quasi ci si dimentichi di quello che si è fatto, proiettandosi avanti verso il prossimo desiderio, la prossima meta, il prossimo obiettivo. 

Fermarsi e guardare indietro, invece, dà una grandissima forza, come quando si torna da una camminata in montagna e si chiede al proprio compagno di gita: "ma abbiamo fatto tutta questa strada?", complimentandosi con se stessi per il traguardo raggiunto. 

Vi consiglio caldamente di farlo, quando vi sentite giù e vi sembra di non aver concluso un bel niente, vi farà un gran bene. Noi guardiamo sempre avanti ed è indubbiamente salutare, ma non dobbiamo scordarci dell'importanza di fermarci, guardare la strada dietro di noi e renderci conto di quanti passi abbiamo messo in fila. E' una pratica che fa davvero bene e che applicherò sicuramente ad altri ambiti della mia vita. Quindi, grazie Giada!

6 commenti:

  1. E' una cosa bellissima!
    La voglio fare pure io questa lista... e ho viaggiato molto meno di te!!! :( Però mi sono tolta le mie soddisfazioni!

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    1. Eh, certo!!! E' proprio quello che conta! Vedrai che ti vedranno in mente una miriade di cose. :-)
      Un abbraccio
      Cinzia

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  2. mi pare sinceramente meraviglioso festeggiare non chiedendo e sperando in qualcosa, ma avendo la passione di quelle cose che si sono fatte e ringraziando per esse... è una cosa che riempie di orgoglio, la gratitudine che si affaccia nei giorni d'amore!

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    1. E' qualcosa di altamente terapeutico, l'ho scoperto facendolo!
      Un abbraccio
      Cinzia

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  3. Io sono ancora più scettica e allergica di te a cose tipo "la dea interiore" (dentro di me al massimo potrei aspirare ad essere Pollon), ma ieri è stata una giornataccia e per addormentarmi scacciando i pensieri ho stilato questa lista di viaggi nella mia testa. Ha funzionato: mi sono addormentata pensando che in fondo in 35 anni ne ho viste, di cose...
    Ora quasi quasi me la scrivo.

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    1. Ahahahahahah!!!!

      Guarda, io ho sempre evitato a priori certi mondi, ma ho capito che è sbagliato. Ci si può avvicinare, incuriosirsi, cogliere quello che ci è più congeniale e lasciare il resto. La curiosità tiene in vita!!!

      Per quel che riguarda la lista, ti consiglio e tirarla fuori nei momenti no. Sai che terapia?

      Un abbraccio grande,
      Cinzia

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