mercoledì 6 novembre 2013

41/52 e le riflessioni filosofiche


Ieri ho fatto un salto indietro nel tempo. Ho varcato una soglia e sono tornata indietro di quasi quattordici anni (mamma mia, detto così fa ancora più impressione). La soglia era quella della mia vecchia università, nella quale non avevo più messo piede dal giorno della mia laurea. In coda per quaranta minuti a uno sportello, ho avuto modo di condurre una piccola, divertente indagine sociologica sui giovani d'oggi. Io adoro ascoltare le conversazioni altrui e quale miglior luogo per farlo di un atrio affollato di studenti in attesa di un certificato universitario? Lasciatemelo dire, è stato davvero interessante! Innazitutto, mi ha rincuorato sapere che le giovani donne di oggi, dall'aria così spavalda e sgamata, hanno gli stessi, identici, innocenti dubbi sulla contraccezione che avevamo noi secoli fa. Inoltre, ho capito che i sogni che fanno i giovani universitari sono sempre gli stessi (eh, il desiderio di fare il diplomatico va sempre alla grande, che vi devo dire) e che ci sono giovani ragazze che si sposano mentre sono al terzo anno d'università. Insomma, passano gli anni, il mondo cambia radicalmente, pensiamo che gli adolescenti siano tutti un po' più dannati di come eravamo noi alla loro età e invece, guarda un po', certe cose non cambiano. Chiamatemi vecchia, non vi temo, ma per me questa è una grandissima consolazione.

Quella lunga attesa mi ha fatto riflettere un po' anche su me stessa. Credo di essere tornata sul mio personale molo di Trieste, per citare Mariachiara e la sua wishlist, quei chiostri e quelle panchine dove immaginavo il mio futuro e credevo che tutto sarebbe stato facile. Ho ripensato a chi volevo essere e a chi sono diventata. Credevo che questa riflessione mi avrebbe fatto male e invece no. Oggi, quasi vent'anni dopo il mio ingresso in quell'università, non sono dove pensavo sarei stata. Ma sono felice. Felice di quello che ho fatto, ogni cosa, le conquiste, i piccoli passi e anche gli sbagli più grossi, perché mi hanno permesso di imparare e capire chi sono. Consapevole che la vita non è solo bianco e nero, come credevo all'epoca, ma un'infinita scala di grigi da imparare a distinguere. Fiduciosa che il futuro porterà cose buone, se saprò crederci e lavorare duro. Serena perché magari non sono nel luogo in cui credevo sarei stata, ma ho gli strumenti in mano per arrivare in un luogo addirittura migliore. Quindi, chi l'avrebbe mai detto, nell'anno dei miei quaranta, sono tornata per un attimo ai miei vent'anni e non mi ha fatto male. Per niente.

2 commenti:

  1. Teenage riot. brava Queen, queste sì che sono cose belle da sentire e ottimi punti da cui partire. Infine, chissà che ci facevi a quello sportello (non devi rispondere, mi diverte chiedermelo)

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    1. Ahahah, tanto mica te lo dico. Devo lasciare un po' di suspence, no?
      PS: sapevo che me lo avresti chiesto.

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