Ma come? E' finita un'altra settimana? E io, che avevo ancora mille mila cose da fare? Vabbè, come diceva sempre mia nonna, pace e pazienza e qualche santo sarà. Mi aspetta un weekend lentissimo, senza programmi, da riempire con i desideri del momento. Non potrei chiedere di meglio.
Ma prima di far cominciare questo fine settimana, devo assolutamente chiacchierare un po' con voi. Pronti?
- il grandissimo evento degli ultimi tempi, in casa di Cindy, è stata una smart TV e - subito dopo - l'abbonamento a Netflix. E la totale dipendenza. Tutto questo, ovviamente, per contraddire tutta la mia sparata sulla tecnologia, il controllo della mente e quelle robe lì. Però, quando guardo Netflix, sono assolutamente concentrata e vivo il momento. Quindi mindfulness perfetta. No?
- in questa prima settimana di Netflix, abbiamo divorato
Narcos. Per chi ancora non lo sapesse, visto che non si sente parlare d'altro, si tratta della storia romanzata della vita di Pablo Escobar. Violenta come solo una serie sui narcotrafficanti può essere, m'ha preso dal primo secondo e m'ha messo una gran voglia di rimettermi a leggere Don Wilson. A proposito, avete mai letto Il potere del cane? Se la violenza non vi spaventa, fatelo.
- va però detto che la prima cosa che ho fatto dopo aver sottoscritto l'abbonamento a Netflix è stata controllare il catalogo documentari e mi sono quasi commossa. Ce ne sono tantissimi, ma soprattutto c'è quello che volevo vedere da secoli: Jiro e l'arte del sushi. Ed è stato la cosa più bella vista questa settimana. La precisione degli stessi gesti compiuti ogni giorno, più volte al giorno, la ricerca della perfezione, la totale dedizione al lavoro e la vita di quest'uomo affascinano e riempiono di domande, come mi capita sempre con tutto quello che riguarda il Giappone.
- giusto per non far morire di tristezza Sky (sssshhhhh, non diteglielo che daremo disdetta eh), abbiamo visto anche due film. Ho rivisto Drive, che - se possibile - m'è piaciuto ancora di più della prima volta. Ryan Gosling, come sempre, dice la sua, ma soprattutto ci sono Carey Mulligan - io la amo - e Los Angeles. E questo mi fa un certo effetto, ultimamente. Poi ho visto anche L'amore bugiardo, che mi incuriosiva perché il libro m'era piaciuto molto. Purtroppo, l'unico modo per apprezzarlo sarebbe stato non sapere a priori come andava a finire la storia. La consapevolezza m'ha tolto tutto il godimento, vabbè.
- sembra che abbia passato la vita davanti alla TV, ma giuro che ho fatto anche altro. Ho cominciato a leggere L'amica geniale, in clamoroso ritardo rispetto al mondo intero, come sempre. Ovviamente, e ne ero consapevole, il libro mi ha catturata. La storia, l'ambientazione, i personaggi tratteggiati in maniera sublime, tutto è perfetto. Non riesco a smettere di leggere e al tempo stesso vorrei che il libro non finisse mai. Finalmente, avevo tanta voglia di un libro così.
- sempre in tema di lettura, è arrivato - a sorpresa - il nuovo numero di Flow Magazine. Ogni volta che arriva, è una gioia e un sussulto di meraviglia ad ogni pagina. Se vi piacciono la carta, l'illustrazione, le cose semplici, è il giornale che fa per voi.
- sono stata a mangiare, per la prima volta, in un ristorante vegano. Sì, che vi devo dire, sono una donna di provincia, certe cose dalle mie parti arrivano un pochino dopo. La cena è stata ottima, con dei dolci strepitosi. L'unica riflessione che mi è venuta, non sul ristorante ma sulla cucina vegana in genere, è stata: ma perché rendere vegani piatti tradizionali? Nel senso, la carbonara vegana non sarà mai come quella tradizionale, perché non darle un nome diverso per evitare inutili confronti? Eh lo so, perdo neuroni a interrogarmi su questioni come questa.
- e, per finire, come già saprete se avete letto il blog in settimana, sono stata a sentire Jack Savoretti. Il ragazzo mi piace tanto, sorride sempre e si vede che è felice quando canta. Il concerto è stato bello, Genova è un po' casa sua e c'è un affetto particolare e io mi sono perfino commossa su questa canzone qui sotto.
Buon fine settimana, amici belli.
- va però detto che la prima cosa che ho fatto dopo aver sottoscritto l'abbonamento a Netflix è stata controllare il catalogo documentari e mi sono quasi commossa. Ce ne sono tantissimi, ma soprattutto c'è quello che volevo vedere da secoli: Jiro e l'arte del sushi. Ed è stato la cosa più bella vista questa settimana. La precisione degli stessi gesti compiuti ogni giorno, più volte al giorno, la ricerca della perfezione, la totale dedizione al lavoro e la vita di quest'uomo affascinano e riempiono di domande, come mi capita sempre con tutto quello che riguarda il Giappone.
- giusto per non far morire di tristezza Sky (sssshhhhh, non diteglielo che daremo disdetta eh), abbiamo visto anche due film. Ho rivisto Drive, che - se possibile - m'è piaciuto ancora di più della prima volta. Ryan Gosling, come sempre, dice la sua, ma soprattutto ci sono Carey Mulligan - io la amo - e Los Angeles. E questo mi fa un certo effetto, ultimamente. Poi ho visto anche L'amore bugiardo, che mi incuriosiva perché il libro m'era piaciuto molto. Purtroppo, l'unico modo per apprezzarlo sarebbe stato non sapere a priori come andava a finire la storia. La consapevolezza m'ha tolto tutto il godimento, vabbè.
- sembra che abbia passato la vita davanti alla TV, ma giuro che ho fatto anche altro. Ho cominciato a leggere L'amica geniale, in clamoroso ritardo rispetto al mondo intero, come sempre. Ovviamente, e ne ero consapevole, il libro mi ha catturata. La storia, l'ambientazione, i personaggi tratteggiati in maniera sublime, tutto è perfetto. Non riesco a smettere di leggere e al tempo stesso vorrei che il libro non finisse mai. Finalmente, avevo tanta voglia di un libro così.
- sempre in tema di lettura, è arrivato - a sorpresa - il nuovo numero di Flow Magazine. Ogni volta che arriva, è una gioia e un sussulto di meraviglia ad ogni pagina. Se vi piacciono la carta, l'illustrazione, le cose semplici, è il giornale che fa per voi.
- sono stata a mangiare, per la prima volta, in un ristorante vegano. Sì, che vi devo dire, sono una donna di provincia, certe cose dalle mie parti arrivano un pochino dopo. La cena è stata ottima, con dei dolci strepitosi. L'unica riflessione che mi è venuta, non sul ristorante ma sulla cucina vegana in genere, è stata: ma perché rendere vegani piatti tradizionali? Nel senso, la carbonara vegana non sarà mai come quella tradizionale, perché non darle un nome diverso per evitare inutili confronti? Eh lo so, perdo neuroni a interrogarmi su questioni come questa.
- e, per finire, come già saprete se avete letto il blog in settimana, sono stata a sentire Jack Savoretti. Il ragazzo mi piace tanto, sorride sempre e si vede che è felice quando canta. Il concerto è stato bello, Genova è un po' casa sua e c'è un affetto particolare e io mi sono perfino commossa su questa canzone qui sotto.
Buon fine settimana, amici belli.
Niente Netflix per me, non riesco a seguire una serie tv da mesi, sigh!!!! Sempre troppe cose che mi riempiono le giornate... oppure mi rifugio nei vecchi amori, vedi scrubs!!
RispondiEliminaSe te hai iniziato ora a leggere l'amica geniale... io ancora lo devo prendere!!!! Però mi riprometto di leggerlo!
Però ti "batto" sui ristoranti vegani... sono stata in due... già la scorsa primavera!!! ;) Condivido però il tuo pensiero... perchè chiamarla carbonara vegetale? Perchè mettere nel nome quel richiamo a quel piatto a base di carne? Non sarà mai uguale... per non parlare poi del tiramisù... lì siamo vicini alla blasfemia, quando si parla di tiramisù vegano!!! ;)
Buon fine settimana!
L'amica geniale corri a prenderlo, lo amerai. Fidati.
EliminaChe sia una bellissima settimana.
Cinzia