venerdì 29 marzo 2013

Wishlist del venerdì

Ehi, ma è già venerdì? Quindi siamo già arrivati al momento della wishlist? Evvai!

Come sempre, la wishlist è da favola...chevvelodicoaffare. Ovviamente, wishlist che è tutto tranne che pasquale, ché noi siamo rock da queste parti, mica scherzi!
1. Anche oggi ci tocca partire, che grana. Dopo essere stati a Londra, a Manchester, in Messico, è arrivato il momento di andare nell'ombelico del mondo, nella città dove tutto ha un senso e anche no, nella mia vera casa se non fosse che sono nata nel posto sbagliato, insomma...a New York. Si dà il caso che lì, una delle città più belle del mondo, al Met, uno dei posti più belli di questa città, ci sia una mostra sullo stile punk e la sua influenza nella moda. No, dico, vogliamo perdercela?
2. A seguire, una delle scoperte che più mi hanno entusiasmata durante la settimana. Una fotografa, bravissima, che però è anche illustratrice ed è altrettanto brava. Ogni volta che mi imbatto in persone con così tanto talento, mi deprimo tantissimo. No, dico, ma perché ci sono persone così brave e in gamba e piene di creatività e poi persone come me, che non hanno neanche un talento, anche piccolo piccolo? Non è giusto! Comunque, lei si chiama Blanka Biernat ed è bravissima (l'ho già detto, né?).



3. E per finire, una cosa che devo assolutamente fare, quando avrò risollevato le mie finanze: un servizio fotografico con il mio cane!!! Ok, non è per niente rock, ma è troppo divertente!!! Non sapevo neppure esistesse la possibilità e invece, grazie a Torino Style, ho scoperto che ci sono due fotografi torinesi che si occupano proprio di questo e fanno dei servizi davvero belli (le foto nel loro portfolio sono buffissime, alcuni cani hanno espressioni impagabili). Lo studio fotografico si chiama Dogs and us e io li amo già.


E poi...Buona Pasqua a tutti!!!

mercoledì 27 marzo 2013

11/52 e un insegnamento.



Come ho già detto la scorsa settimana, questo progetto mi piace sempre di più. Nato con l'unica intenzione di spingermi ad usare la macchina fotografica, che per troppo tempo rimaneva chiusa nella sua custodia, è diventato piano piano una testimonianza della mia quotidianità e dei momenti importanti della settimana. Ogni mercoledì, dopo aver pubblicato la mia foto settimanale, vengo presa dal panico: "oddio, adesso la prossima settimana non potrò pubblicare nulla, questa settimana sarà uno schifo, non succederà nulla, non avrò niente di significativo da fotografare" e poi, puntualmente, lo stimolo per la fotografia arriva. A volte le foto mi piacciono di più, altre meno, ma sono sempre lì a segnare la settimana e il passare del tempo. Sarà bello riguardarle tutte, tra un anno, e riflettere su tutto quello che è successo.
La foto di questa settimana testimonia una nuova presenza in casa, un nuovo essere vivente da accudire: la pasta madre. Da tempo bramavo un pezzettino di pasta madre e aspettavo che mi arrivasse, in qualche modo, da qualche parte. Ed è arrivata! Grazie a una lunga, fredda e meravigliosa giornata passata con persone sconosciute e già diventate amiche (almeno lo spero, mie care che mi leggete), amicizie virtuali che diventano reali, persone nuove, punti di vista diversi, conversazioni interessanti, lontani da casa e immersi in una nuova, interessante realtà. Insomma, la pasta madre è stata solo "una scusa" per un arricchimento più grande, per crescere un po', per imparare cose nuove. E l'arricchimento ottenuto da questa giornata è stato un grande insegnamento per me, che vivo sempre in preda alla pigrizia e che avrei preferito girarmi nel letto e continuare a dormire e non farmi un'ora di viaggio nella pioggia, l'altro giorno. Ho imparato tanto e soprattutto ho imparato, ancora una volta, che, nel dubbio, è sempre meglio FARE.

lunedì 25 marzo 2013

Rosso.

Torino, pomeriggio soleggiato di fine inverno. La solita fortuna del tempo a disposizione. Ho accompagnato mio marito a un corso e per qualche ora posso vagare per la città, cercando cose a caso. In piazza Solferino passo davanti a un grande portone elegante e noto che all'interno c'è una mostra di Giovanni Gastel. Gastel è probabilmente l'unico fotografo di moda di cui ricordo il nome, grazie soprattutto ai fiabeschi still life visti su Elle Magazine quando ero ragazzina (sono cresciuta in una famiglia di sarte, i giornali di moda erano ovunque), e quindi non posso non entrare a dare un'occhiata (anche perché la mostra è gratis...beh, posso smentirmi?).  All'ingresso della mostra vedo scritta questa frase: "sapevo che le donne mi avrebbero salvato la vita". Beh, se prima mi era simpatico, adesso il signor Gastel mi ha proprio conquistata. La mostra è piccola, solo due grandi sale, dove spiccano meravigliosi ritratti di donna e tocchi di colore rosso intenso, un vestito, delle labbra, il movimento di una gonna. Imparo che il rosso è una passione bruciante per Gastel, come lui stesso sostiene: "Il rosso è sempre stato per me il colore del femminile, del mondo dei sentimenti forti e, in un certo senso, delle dee madri, delle divinità ancestrali. Così, nell'arco del mio lavoro di moda e di ritratto, ho sempre inseguito questo sentimento che si trasforma in tonalità quasi musicale. Questo colore ricorre nelle mie opere quasi come il nero e il bianco, che ritengo tonalità dell'assoluto. Il rosso è il colore dell'anima e della vita".  Questo rosso mi colpisce, come se fosse lui, e non le magnifiche donne ritratte, il vero protagonista della mostra. Adesso tutto quel rosso ce l'ho negli occhi e non se ne va più.





venerdì 22 marzo 2013

Wishlist del venerdì

Signore e signori, ecco a voi la wishlist del venerdì. Non vedevate l'ora, eh? Lo so che questa wishlist dà un senso alla vostra settimana, cosa vi credete! E quindi, bando alle ciance...

1. Sempre grazie al meraviglioso mondo di Internet (e forse di Facebook, non ricordo), questa settimana ho scoperto un bravissimo illustratore. Si chiama Ale Giorgini ed è piuttosto famoso, lavora per grandi marchi, per il Gruppo l'Espresso, per MTV e ha esposto i suoi lavori un po' dappertutto nel mondo (quindi a questo punto mi sento un po' capra per il fatto di non conoscerlo). Sul suo sito si trovano bellissime illustrazioni dedicate ad alcuni dei miei film preferiti, ma soprattutto dei ritratti minimalisti che mi fanno impazzire. Ho scelto quello di Amy Winehouse, ma avrei potuto sceglierli tutti.

2. Poi ecco il suggerimento di un'amica, che mi conosce bene e sa perfettamente come farmi felice, semplicemente mandandomi il link a un articolo che parla di una mostra sui vestiti di Frida Kahlo. I vestiti. Di Frida Kahlo. In Messico. Non mi serve altro, preparo le valigie e vado (com'è che lo dico ogni settimana e poi sono sempre qui davanti a 'sto computer?). Comunque, questa mostra dev'essere BELLISSIMA. Non c'è storia. Per la prima volta, verranno esposti i vestiti, i gioielli e gli oggetti personali di Frida. Potrei diventar matta. Io che, quando ho visitato casa sua, ho passato ore a guardare ogni minimo dettaglio, godendo di tanta bellezza e cercando di immaginare il dolore. Devo. Vedere. Questa. Mostra.


3. E per finire, già che si parla di vestiti, un vestito. Dopo una vita in jeans, pantaloni e al massimo qualche gonna, mi è scoppiata la passione dei vestiti. Così, all'improvviso, come nel tempo quella per il gelato alla nocciola, l'anice e l'Americano (il cocktail): prima completamente ignorati, poi improvvisamente indispensabili alla mia felicità. Ma qui sto divagando, ecco il vestito. Semplice, perfetto.

giovedì 21 marzo 2013

10/52...e forse ci siamo

Il 52 Project, incredibilmente, va avanti e continua a riflettere la quotidianità di casa. Come già detto, sto disperatamente cercando di evocare la primavera (oggi sembrerebbe arrivata ma non mi fido ancora, temo una fregatura) e la mia casa sta cominciando ad assomigliare a un negozio di fiori, ce ne sono praticamente in ogni stanza. Queste margheritine sono il regalo di Pasqua di una zia e mi hanno resa felice come se mi avesse regalato un anello di diamanti. 

Le altre foto del 52 Project sono qui.

mercoledì 20 marzo 2013

Oggi sono su Zelda!


Oggi sono ospite di Zelda was a writer, con un'altra puntata del viaggio negli Stati Uniti dello scorso anno. Questa volta si va a Flagstaff, Arizona, un luogo in cui neppure pensavo di fermarmi e che invece è stato il posto che più ho amato di tutto il viaggio. Evviva la serendipità del viaggiare. Evviva il viaggiare, sempre.

lunedì 18 marzo 2013

Sfogliata di pere alle noci e amaretti

 
Sono un'accumulatrice seriale: quando qualcosa mi piace, vengo immediatamente presa dal timore che possa scoppiare la terza guerra mondiale e che improvvisamente non possa più comperarla. Questo fa sì che in casa abbia almeno 30 diverse confezioni di tè (qui la scusa è facile, basta dirsi che ci vuole assolutamente una certa scelta, non si può mica sempre bere lo stesso tè), una quantità di candele utile a illuminare un grattacielo, libri ancora da leggere per i prossimi due o tre anni e così via. Poi, periodicamente, mi prende l'assoluto bisogno di far piazza pulita e lo affronto come una sorta di missione.
In queste settimane mi sto dedicando a smaltire la mia "collezione" di riviste di cucina (è un'immagine poco rock questa, vero?), selezionando le ricette che mi interessano e dividendole molto diligentemente tra quelle da fare subito (che finiscono attaccate al frigo) e quelle che prima o poi proverò (salvo poi, ad un certo punto, essere costretta a fare con loro lo stesso lavoro che faccio con i giornali...Signore, aiutami, non ne esco più).
Comunque, dopo questo racconto emozionante, veniamo alla ricetta. Un'altra delle mie ricette ideali: veloce, facile, risultato garantito. Quelle che a casa di Cindy vanno alla grande.
 
Sfogliata di pere alle noci e amaretti
 
un disco di pasta sfoglia già pronta (Serena, se mi leggi, perdonami)
3 pere piuttosto grandi
una manciata di gherigli di noce
30 gr. di amaretti
1 uovo
60 gr. di zucchero semolato
15 gr. di zucchero a velo
20 gr. di burro (la ricetta ne prevedeva molto di più, io ho tagliato)
 
Srotolare la pasta e trasferirla, insieme alla carta che l'avvolge, in una teglia. Riavvolgere il bordo esterno e bucherellare il fondo con una forchetta. Sbucciare le pere, tagliarle a fette molto sottili e disporle sulla sfoglia, lasciando libero il bordo. Far sciogliere il burro, mescolarlo con lo zucchero e l'uovo fino a ottenere un composto liscio. Distribuirlo sulle pere e cospargere con le noci tritate grossolanamente. Infornare a 200° per 25 minuti. Quindo sbriciolare gli amaretti, unirvi lo zucchero a velo e cospargere il dolce. Rimetterlo in forno e passarlo sotto il grill per qualche minuto. Servire la torta tiepida oppure a temperatura ambiente.
 
PS: la ricetta originale prevedeva di aggiungere al composto di uova, zucchero e burro anche due cucchiai di vino dolce. Io purtroppo non ne avevo quando ho preparato la ricetta e quindi ho fatto senza, ma secondo me aggiunge il giusto tocco in più..

venerdì 15 marzo 2013

Wishlist del venerdì

Ehi, attenti...la wishlist di questa settiman spacca. Di brutto! Questa settimana mi sono imbattuta in cose fighissime, troppo avanti, troppo belle e senza le quali sento di non poter più vivere. Sappiatelo.

1. Grazie a Mariachiara e alla pagina Facebook della Foodie Geek Dinner, ho scoperto questi piatti. Che assomigliano a dei vinili. Che hanno nomi come French Fries Kiss, Nice to meat you, My bloody entrecote e, il mio preferito in assoluto, The Punk Cake. Me li comprerei tutti e se potessi li regalerei tutti anche a te, Daria. Sappilo.


2. Sempre grazie a Facebook e al link condiviso da qualche amico (chiedo perdono, non ricordo più chi fosse), ho scoperto il sito My poster sucks, dove si possono acquistare dei bellissimi poster tratti da illustrazioni di Gianluca Cannizzo. Purtroppo non c'erano moltissime informazioni, ma l'alone di mistero aumenta il fascino dell'opera, no? Comunque, mi piace tantissimo questo, dedicato peraltro al mio cocktail preferito! 

  

3. E poi, last but absolutely not least, quello che mi ha fatto desiderare di prenotare un aereo per Manchester e partire domani è questo libro, ma soprattutto la scoperta dell'esistenza di questi tour: no, dico, parliamone...tour dedicati ai luoghi dei musicisti mancuniani e uno in particolare dedicato a Morrissey e agli Smiths? No, dico. Cosa ci faccio ancora qui?


mercoledì 13 marzo 2013

9/52...e la primavera


La mamma sa sempre quello di cui hai bisogno. Sa che, passato febbraio, comincio a smaniare per il sole, il caldo, la luce, i colori e sa perfettamente che il miglior modo per cominciare a sentire tutto ciò è riempire la casa di fiori. E così, ogni anno, quando cominciano a far capolino sui banchi del mercato, mia mamma mi compra un mazzo di tulipani, a cui seguiranno dei ranuncoli e ancora altri tulipani. Finché non avrò più bisogno di portarmi la primavera in casa, perché basterà aprire le finestre.

lunedì 11 marzo 2013

Madrid


Madrid non è una città per inappetenti, nè per astemi, tantomeno per mattinieri. Madrid è una città per chi ama la vita, fino in fondo, senza storie. Madrid è una città dove si gode dei piccoli piaceri quotidiani, una colazione veloce ma gustosa al bar, il vermut con le olive verso mezzogiorno, tapas sempre durante la giornata, la serata e la nottata, per finire con i churros con la cioccolata calda all'alba. Una città con abitudini simili non può non essere una città di gaudenti. Anche con la crisi. Nonostante la crisi.



Ho trascorso a Madrid solo tre giorni e l'immagine che ne ho avuto è quella di una città che sa farsi voler bene, che ti accoglie con un tiepido inverno soleggiato e ti coccola con mille locali, ristoranti, musei gratis nel fine settimana, piccoli negozietti vintage, boutique di moda colorata e alternativa e tanta, tantissima gente per la strada. A qualsiasi ora del giorno e della notte.



Di Madrid ho amato:

- la gente per le strade, a qualsiasi ora del giorno e della notte
- il caffè al Nuevo Café Barbieri e il tè al Café Oriente, in un tripudio di specchi e ori
- la luce del tardo pomeriggio sulla terrazza del Centro de Arte Reina Sofia
- il Parque del Retiro, affollato di gente in un caldo pomeriggio di sole, a gennaio
- il Mercado di San Miguel e quello di San Anton
- la commozione davanti al Guernica, visto finalmente dopo anni di desiderio
- il quartiere di Malasaña e i suoi negozietti un po' vintage e un po' funky
- fare colazione, secondo il più classico dei clichè turistici, nel piacevole trambusto de La Mallorquina, con un ottimo caffè latte e paste da sbattersi per terra
- Calle de la Cava Baja al sabato sera, movida madrileña in grande stile
- Plaza Mayor e il rosso delle sue facciate
- le tapas, le tapas, le tapas
- la follia del Rastro alla domenica mattina

Insomma, non c'è una cosa che non abbia amato di questa città e ci tornerei domani. Correndo.



Le altre foto di Madrid, se vi interessano, le trovate qui .

venerdì 8 marzo 2013

Wishlist del venerdì

Sarà la pioggia, non so, ma in questi giorni mi colpiscono soprattutto le cose piene di colori. E quindi questo venerdì una wishlist super colorata, per sconfiggere il grigiore che mi circonda. Sperando che questo porti un po' di primavera...
1. Le Momiji le conoscono un po' tutti, lo so. Sono in giro da un bel po' di tempo, ma sono sempre buffe e soprattutto mettono una grande allegria. E poi mi ricordano il Giappone, paese di cui mi sono innamorata follemente anni fa, e le bambole kokeshi che si trovano là. La mia preferita è questa qui:

2. Posizionata immediatamente ai primi posti della wishlist, appena l'ho vista, questa collana biscottosa, allegra, colorata, un antidoto indispensabile contro questi giorni bui. L'ho scoperta grazie a La Tana del Coniglio, che ne ha parlato recentemente sul suo blog e, come sempre mi succede, mi sono persa a scoprire chi ci fosse dietro questi gioielli dolcissimi (in tutti i sensi).


3. E per finire, qualcosa di meno colorato, ma taaaaaanto allegro. O no? Giusto due delle tante foto di animali di Sharon Montrose. Da favola.



mercoledì 6 marzo 2013

8/52...e una bellissima sorpresa.

Questo 52 Project, oltre a essere un'occasione per scattare almeno una foto a settimana, sta diventando anche un modo per condividere momenti o stati d'animo importanti (positivi o negativi che siano) e mi piace molto la piega che sta prendendo questo progetto. Uno dei momenti più belli di questa settimana (finalmente qualcosa di positivo, visto che ultimamente non faccio altro che lamentarmi) è stata un meraviglioso regalo, del tutto inaspettato. Un carissimo amico ha pensato bene di regalarmi, solo perché mi vuole bene, quel favoloso libro che avevo messo in una delle scorse wishlist. Mi ha fatto commuovere. Giuro. E con me non è così facile, ché c'è sempre quella storia del cuore di pietra. Quindi, grazie amico mio. Te l'ho già detto di persona, ma non so se l'ho fatto per bene, perché ero senza parole.
Passata la sorpresa, l'emozione, la gratitudine, è sorto il senso di colpa: non penseranno mica che faccio le wishlist per farmi regalare le cose? Ehi, sia chiaro che non è così, capito? Mi diverto, è una terapia salvaportafoglio e un modo per condividere le cose che mi piacciono. Poi, chiaro, se mio marito (che DI PROPOSITO non legge questo blog da tempo) volesse trarre spunto per qualche regalino, beh...mica mi offendo, nè

lunedì 4 marzo 2013

Miró


Ho tenuto il biglietto per la mostra di Miró in borsa per qualche mese, direi. Infatti, quando sono andata a vedere McCurry, da brava risparmiatrice quale sono, ho scelto il biglietto combinato: no, dico, due mostre praticamente al prezzo di una, vogliamo parlarne? Finalmente una grande iniziativa per gli squattrinati come me!  Quindi, dicevo, mi sono tenuta il biglietto nel portafoglio per mesi aspettando il momento giusto, cercando di sfruttare una serie di combinazioni di eventi: fondamentalmente, dovevo trovare un passaggio in auto da scroccare, che però mi permettesse di andare alla mostra in un momento favorevole, ossia non di mattina, ché ci sono gli studenti in gita, non nel weekend, ché c'è pieno di gente, insomma in quel momento perfetto così difficile da trovare, cioè quando non c'è nessuno. Beh, aspetta, aspetta, ce l'ho fatta. Giovedì pomeriggio, ingresso ore 17.30, quasi in chiusura ma con il tempo a disposizione per vedere la mostra in tranquillità. Mi è bastato lasciare andare avanti l'ultima visita guidata della giornata e sono stata a posto. C'ero praticamente solo più io. E Miró. Combinazione perfetta. Modestamente. Perché le mostre viste in solitudine hanno un fascino tutto speciale.
Sia chiaro che io di arte non so nulla (come di tutto il resto, praticamente), ma mi piace da impazzire. E così vado alle mostre e me le godo. E poi ne parlo. Molto semplicemente, questa mostra mi ha conquistata e volevo raccontarla, perchè qui a casa di Cindy si parla di tutto e di niente, c'è scritto anche lassù in alto, no? Quindi niente critica d'arte, sia chiaro! Dicevamo, la mostra: allestimento piacevole e soprattutto (adesso sto per dire un'eresia, lo so) la giusta quantità di opere. Odio quelle mostre che si trasformano in una specie di maratona, tanto che alla fine ti guardi in giro sperando unicamente di vedere l'indicazione dell'uscita e confidando di trovare presto un bar dove tirarti su con un caffè. Meno opere invece permettono a chi, come me, ha la soglia dell'attenzione un po' bassa (ehm, dev'essere l'età) di godersele per bene.
All'ingresso, prima dell'esposizione vera e propria, viene proiettato un documentario sulla vita e le opere di Miró. Questa è una delle mie parti preferite, in ogni mostra. Mi piace sentire parlare gli artisti, vederne i volti (Miró inoltre aveva una faccia proprio simpatica), vedere i luoghi dove sono vissuti, le vecchie foto e quello che raccontano gli altri di loro (tipo il nipote di Miró che parla del nonno...). Entrando poi nella sezione dedicata ai quadri, ho avuto la stessa impressione avuta con McCurry: dalla luce forte dell'ingresso si entra in una stanza piuttosto scura e ci si trova davanti due opere, che dominano quasi interamente la sala. Posso dire che ho avuto un colpo al cuore? Non so, mi sono emozionata (e io ho un cuore di pietra). Erano di una bellezza profonda, di difficile comprensione, belle come quelle cose che ti colpiscono e non sai dire perché e allora ti perdi a guardarle cercando di capire come mai ti attraggano così tanto. Non lo sai, ma intanto non riesci a distogliere lo sguardo.
Poi lo sguardo l'ho dovuto distogliere, ché  comunque la mostra era vicina alla chiusura e mi sono dovuta dare una mossa per poterla vedere al meglio. Ho comunque avuto il tempo per gustarmi le opere con calma, per perdermi a guardare la riproduzione dello studio con tutte le cose di  Miró, arrivate direttamente da Mallorca (a me queste cose fanno impazzire, no dico proprio le SUE cose, ci divento matta) e per emozionarmi ancora un po' nell'ultima sala, buia, dove sono esposte alcune sculture, modernissime e in netto contrasto con la classicità delle pareti. Ho imparato davvero tanto (di Miró sapevo proprio poco e me ne vergogno) e sono stata in compagnia di opere meravigliose per un po' di tempo (vedere le mostre da soli è un enorme privilegio). Non potevo davvero chiedere di più.

venerdì 1 marzo 2013

Wishlist del venerdì

In giorni per me veramente un po' cupi (e non c'entra la situazione del paese, quella serve solo a peggiorare un umore già di per sè piuttosto nero), finalmente è arrivata la wishlist del venerdì a tirarmi su il morale. Probabilmente la wishlist più hipster che abbia mai prodotto, ma che ci volete fare, in 'sto periodo gira così!
1. Ho sempre amato fare foto, possiedo pile di album fotografici e scatole di fotografie scattate un po' ovunque, sono passata con entusiasmo alla fotografia digitale (anche se ho sempre continuato a stampare le foto a cui tenevo di più) ma provo nostalgia per le care vecchie pellicole. Per anni ho desiderato acquistare una Lomo, poi me ne sono quasi dimenticata, finchè ultimamente le mie frequentazioni dei blog di Pretty in Mad e Mustolina hanno riacceso il desiderio...


2. E poi, sarò banale, ma bramo il top dei top delle riviste, all over the world, il mitico Kinfolk Magazine. Foto da urlo, ambientazioni da sbattersi per terra ed io che sbavo (virtualmente perché non ne ho ancora acquistata neppure una copia) su ogni pagina. Ahhhhh.



3. E poi...un vestito. Eh sì, era già qualche giorno che non ne mettevo da parte (leggasi aggiungerlo tra i preferiti di Etsy) e questo mi ha letteralmente fatta innamorare. Mi ha conquistata il vestito, la foto, la modella e la creatrice, che ha un blog bellissimo.