venerdì 27 gennaio 2017

Chiacchiere del venerdì

(Foto Unsplash)

Buongiorno! Come state? Qui tutto bene, anche se è prevista neve e io non ne ho davvero voglia. Ma niente proprio, eh. Bella la neve, bello l'inverno, bella tutta quell'iconografia Pinterest fatta di foreste e cottage, tutto molto bello, niente da dire, ma non ne ho voglia. Sono stufa dell'inverno, basta. Finito, chiuso, ciao ciao. Lo so che è presto, lo so che sono poco romantica, lo so che chi ama l'inverno è una persona migliore, ma adesso basta. Chiudiamo il capitolo e passiamo al tepore primaverile. 

Lo so, non si può, ma posso sfogarmi no? Se non lo faccio con voi, con chi posso farlo? Detto questo, l'ultimo post di questo genere l'ho scritto quasi una vita fa e quindi preparatevi, sarà un post epico. Non per il contenuto particolarmente entusiasmante o così ispirante da spingervi a cambiare la vostra vita, ma perché sarà lungo in maniera imbarazzante. Del resto, dopo tutto questo tempo senza chiacchierare, mi devo sfogare. 

Quindi non preparate la solita tazza di tè, passiamo pure direttamente all'intera teiera. 

- nei mesi di dicembre e gennaio, Andalusia a parte, ho fatto un bel po' di cose belle. Cominciando, a inizio dicembre, con una visita da Romanengo a Genova. Se non siete liguri o genovesi, forse non conoscete questo paradiso: Romanengo è una storica confetteria, famosa in particolare per le gocce di rosolio, che produce una quantità infinita di prelibatezze, tutte un pochino vintage. Ci sono fondant, ginevrine, paste di frutta, cremini e mille altre dolcezze. Quando ho saputo che, in un'occasione particolare, era possibile visitare il laboratorio, sono andata di corsa ed è stato bellissimo, non solo per la curiosità di vedere cosa ci sia dietro tanta perfezione, ma per l'entusiasmo e la passione dimostrata da proprietari e dipendenti. Ne sono uscita col sorriso. 

- un'altra cosa bellissima che ho fatto, sempre a dicembre, è stato andare al Wundermarkt a Milano. Da appassionata di cose fatte a mano e robe vintage, era da tempo che aspettavo la possibilità di andare in uno di 'sti mercatini milanesi un po' berlinesi e finalmente ce l'ho fatta. Sono stata davvero contenta: la location era super, c'erano un sacco di banchetti bellissimi (meno male che c'era mio marito che scalpitava, sennò avrei dilapidato il mio patrimonio), ho comperato regali di Natale speciali, mi sono fatta dei regali speciali e ho potuto finalmente abbracciare Sara di S'Art Lab, che come sapete è la mia sarta preferita (dopo la mamma, of course). 

- dicembre è stato il momento di un'altra prima volta: sono andata al mio primo balletto!!! Ebbene sì, sono arrivata alla veneranda età di 40 e spingi (non me la sento di dirlo per esteso, perdono) senza aver mai visto un balletto classico. Era da tempo che avevo voglia di farlo, ma credevo nessuno fosse interessato. E invece la mia amica Clara, una mente aperta e amante delle novità come me, ha subito accettato con entusiasmo e quindi ce ne siamo andate insieme a vedere Cenerentola. Confesso che pensavo che magari lo avrei trovato interessante, ma che non mi sarebbe piaciuto così tanto. Quando siamo uscite, eravamo esaltate quasi come dopo un concerto rock. A breve replichiamo. 

- ho aperto gennaio, invece, con una cosa che desideravo da tempo: la mostra di Andy Warhol a Genova. Come ogni cosa così desiderata, temevo una delusione e invece la mostra m'è piaciuta moltissimo. L'allestimento era davvero bello, la mostra potente e ispirante. Cose che ho amato particolarmente: i vecchi filmati d'epoca e le Polaroid scattate da Warhol, alle quali è dedicata un'intera sala, nella quale ho probabilmente trascorso un tempo pari a quello dedicato al resto della mostra. Ero ipnotizzata, mi batteva il cuore dalla felicità, vi capita mai?

- per quel che riguarda i film, a dicembre mi sono ammazzata di film trash di Natale. Devo confessarvi che io ho una passione smodata per questo genere di film. Più sono inutili, più li amo. Quest'anno Netflix è stato particolarmente generoso e quindi ho fatto incetta di storie tutte uguali, dove lei è fidanzata ma non è felice perché lui la trascura, però improvvisamente incontra un altro lui che è perfetto, ma per tutta una serie di circostanze non riescono a stare insieme, finché si blocca un ascensore, oppure viene una immane nevicata, o la macchina si ferma nel nulla, e lo spirito del Natale li fa innamorare perdutamente. Ah, signora mia, come ci vado sotto. 

- dato questo tripudio di film natalizi, non ho visto molto altro, ma i pochi film che ho visto meritano davvero. Ho visto Sing Street, la storia di un gruppo di adolescenti che mette su un gruppo musicale per conquistare una ragazza. E' esattamente il tipo di film che amo: indipendente, leggero senza essere stupido, e un po' di commozione. Lo rivedrei mille volte. Poi ho visto The Infiltrator, la storia di un agente della DEA che si infiltra nel mondo dei narcotrafficanti colombiani e infine St. Vincent, la storia di un bimbo che si trasferisce con la mamma vicino a un vecchio alcolizzato, impersonato da un perfetto Bill Murray. Un film dolcissimo, delicato e leggero, proprio come piace a me, come dicevo prima. 

- non ho visto molti documentari, anzi, ne ho visto solo uno. Ma meritava davvero. E' il documentario Bella vita, la storia di un surfista californiano di origini italiane che torna a Pisa a trovare la famiglia e a passare del tempo con gli amici italiani. Ci sono delle bellissime immagini di surf, che mi entusiasmano sempre tantissimo, belle immagini della provincia italiana, tantissima energia e positività. E m'ha messo tanta voglia di tornare a Pisa, dopo tanti anni. 

- e finiamo con le serie tv. Ho visto OA, osannato da mille recensioni, che mi ha veramente fatto girare i maroni. Prima mi ha catturata con le prime puntate, sembrava ci fosse qualcosa di buono, un potenziale nuovo Stranger Things, poi man mano è peggiorato, fino ad arrivare a un finale così senza senso che m'ha fatto venir voglia di spaccare la tv. Odio 'ste serie in cui mettono della gran carne al fuoco, poi non sanno come gestirla e allora s'inventano un finale assurdo. E io odio me stessa per la perdita di tempo. Ma meno male che là fuori ci sono anche serie come Peaky Blinders. Ho appena finito la prima stagione e sono in fissa totale. Si tratta della storia di un gruppo di gangster nella Birmingham degli anni '20. Fantastica ambientazione, storia che ti prende da subito, attori bravissimi, colonna sonora da urlo, costumi femminili da sbavarci su. Non vedo l'ora di partire con la seconda stagione. 

Detto questo, non posso che concludere con questa canzone. 



Ma adesso che ho finito di parlare io, tocca a voi. Cosa mi raccontate? Cosa avete fatto, visto, ascoltato, comperato? Voglio sapere tutto! 

mercoledì 25 gennaio 2017

Leggermente: Piante e creaturine

Buongiorno! Oggi è una bellissima giornata, perché torna il Leggermente. E come sempre capita con i post di Elena, porta con sè un grandissimo regalo, non solo perché si tratta dell'ennesimo prezioso consiglio di lettura, ma soprattutto perché mi ha riportato improvvisamente all'infanzia, ricordandomi dei librini che amavo molto da piccolina. Quindi non posso che ringraziare Elena e consigliare a voi questo post: è un perfetto modo per iniziare la giornata con serenità e voglia di cose belle. 

Primo Leggermente dell'anno e, bella combinazione, è il turno del libro per bambini. Non mi stancherò mai di ripeterlo: non esistono, secondo me, letture adatte ai più piccoli che non lo siano anche per gli adulti, Piante e Creaturine di Sachico Umoto è uno di questi casi.

La canzone che ho scelto è qui sotto, il video non è l'originale perché ho sempre amato questo montaggio, in quanto credo che rappresenti perfettamente le mie domeniche preferite.


Quando frequentavo la scuola primaria, quelle che allora si chiamavano semplicemente le elementari, usava moltissimo una collana di libri intitolata Roselline. La conoscete? Sono quasi sicura che la nostra Cindy abbia perfettamente presente a cosa io mi riferisca.

Personalmente possedevo il volume completo e alcune piccole edizioni: amavo moltissimo gli esercizi "di cornicette" che venivano proposti e ricordo l'ansia di sbagliare e rovinare irrimediabilmente quelle pagine a quadretti così precise e pulite (e costose!) che era quasi un peccato colorarle.


Il libro di oggi mi ha fatto da subito tornare in mente Roselline, perché è una raccolta di esercizi di disegno (il titolo completo è proprio "Illustration school. Piante e creaturine"), sviluppata a partire dalle basi che un disegnatore dovrebbe avere sempre presenti fino a raggiungere tavole più complesse. Il tutto, però, con la magia tipica del mondo orientale, con una semplicità ed efficacia dei tratti davvero rare da incontrare e con un'organizzazione delle fasi precisa e ben scandita.


I capitoli, a loro volta suddivisi in decine di paragrafi, sono i seguenti:

- Sommario (in cui l'introduzione "Disegnare cantando" e la parte "Inventare personaggi" sono gli aspetti più importanti)

- Capitolo 1: primavera, estate autunno e inverno nella natura (dove sono raccolte indicazioni per disegnare decine di fiori e animali e dove è possibile trovare anche il paragrafo dedicato alla "composizione floreale")

- Capitolo 2: la festa del racccolto: frutta e verdura (per imparare a illustrare mele, cavoli, banane, pomodori e tanti altri vegetali)

- Successivamente ci sono una serie di suggestioni quali disegnare su carta da lettere o fotografie e realizzare cartoline di auguri

- Le ultime due parti sono dedicate a una galleria colorata di tutte le piante e creaturine citate nel libro e a una piccola presentazione dell'autrice 


Ho visto questo manuale per la prima volta mentre chiacchieravo con una delle libraie che distribuiscono il mio libro e non sono proprio riuscita a lasciarlo sullo scaffale. Non ho ancora avuto occasione di usarlo, né per lavoro né per semplice passione personale, ma non vedo l'ora di dedicarmi all'illustrazione, passo passo, di un bell'albero di ginkgo biloba.

Le foto che accompagnano questo post spero rendano almeno un poco l'idea; tra le pagine non ci sono solo disegni, schizzi, schemi e indicazioni pratiche: per ogni pianta o creaturina presentata l'autrice ha aggiunto anche qualche notizia scientifica che la riguarda. Modalità di crescita, velenosità, articolazione delle zampe, storia della diffusione e proprietà chimiche sono, per esempio, solo alcuni degli aspetti citati.


Cosa posso dire, di più, se non invitarvi a sfogliare (intanto appena lo guardate lo comprate) questo fantastico libro? Mi resta giusto la citazione:

"Lavorate al vostro ritmo, quando volete e dove volete. Ma qualsiasi cosa decidiate, cercate di fare un sacco di bei disegni, ok?"

giovedì 19 gennaio 2017

Andalusia (seconda parte)


Il titolo di questo post è impreciso. Avrei dovuto chiamarlo "Siviglia e una parte dell'Andalusia". Perché sì, come vi avevo già raccontato nel post della scorsa settimana, ho organizzato questa vacanza in maniera un po' approssimativa (vorrei si notasse come mi tengo alla lontana dalle parolacce) e non ho potuto godere appieno di tutte le meraviglie offerte da questa favolosa regione. 

Detto questo, organizzazione del cacchio a parte, una settimana per vedere l'Andalusia è decisamente risicata. Ci vogliono dieci giorni pieni, un bel giro itinerante e macchina e monumenti che volete assolutamente visitare prenotati prima. L'abc di ogni viaggio, insomma

Comunque, non tutto il male vien per nuocere. Anzi. Non avremo fatto la classica vacanza in Andalusia e ci saremo persi qualche paese e/o monumento fondamentale della zona, ma abbiamo vissuto a Siviglia come se fossimo residenti lì e abbiamo potuto dedicarle un sacco di tempo lento, che forse è quello che le si addice maggiormente. 

Detto questo, vediamo un po' questa terra in dettaglio.

Siviglia

Tra una cosa e l'altra, a Siviglia abbiamo passato un sacco di tempo, più di quello che avevo immaginato (usare il termine pianificato per questa vacanza, mi sembra francamente eccessivo). Come faccio sempre ultimamente, ho preso un appartamento tramite AirBnB: l'appartamento era questo, un piccolo monolocale colorato e pieno di luce nel quartiere di Triana, il vecchio quartiere gitano, culla del flamenco e della ceramica. 

Triana è un posto incantevole, pieno di stradine, negozietti, tapas bar frequentati da gente del posto, un mercato pieno di cose buone da mangiare. Insomma, ci si trova nel centro di una città di quasi settecentomila abitanti e sembra di stare in un paesino di campagna. Inoltre, Triana è a un passo dal centro, quindi si può andare a piedi ovunque. 

Di Siviglia ho amato tutto. Appena arrivata, ancora in preda alla stanchezza, non riuscivo a capire come le persone continuassero a scrivermi su Instagram di aver lasciato il cuore in quella città. Mi sembrava una città normale, una normale città spagnola. Ma passandoci del tempo ho capito dove si trovavano tutti quei cuori: nei sorrisi delle persone, nei tapas bar pieni di gente, nelle birrette a un euro e mezzo, tra i rami degli alberi d'arancio che permeavano con il loro profumo tutte le strade, nel cielo così terso da essere dipinto, nei colori degli azulejos, nella bellezza un po' ovunque. 

Per quel che riguarda le cose da vedere, c'è l'imbarazzo della scelta ovviamente. L'Alcazar mi ha riempito gli occhi di bellezza, della Cattedrale ho amato il giardino degli aranci, della Giralda ho odiato la folla e intravisto il panorama (dciamo che è più bello guardarla da giù), ho saltellato di gioia tra le sale dell'Archivio des Indias, non sarei più andata via da Plaza de España, su Las Setas sono salita tanto per far qualcosa e invece m'è piaciuto un mondo. E' bellissima Siviglia e ora c'è anche un pezzo del mio cuore laggiù

Cordoba

Siamo andati a Cordoba in giornata, con il treno, partendo da Siviglia. Il treno, comodissimo e con posto assegnato, ci mette più o meno un'ora e mezza ed è una soluzione perfetta perché si arriva velocemente e senza troppi sbatty (che era un po' il mantra della mia vacanza, diciamo). 

Siamo arrivati piuttosto presto al mattino perché era il 31 dicembre e la Mezquita, che noi volevamo assolutamente vedere, chiudeva anticipatamente. Quindi, il primo impatto con la città è stato un vento gelido e inaspettato, per noi che a Siviglia eravamo abituati a sole terso e 16/18 gradi di media. Ma il fastidio iniziale si è subito placato appena entrati nelle stradine della città vecchia: un labirinto di case bianche tra le quali perdersi sbirciando all'interno per scoprire cortili preziosi

La Mezquita, la cattedrale di Cordoba, è uno dei monumenti che mi hanno colpita maggiormente. Per chi non lo sapesse, si tratta di una chiesa cristiana costruita sopra una moschea, anzi praticamente dentro la moschea stessa. Questo fa sì che la chiesa sia un mix inaspettato tra elementi arabi e cristiani, con una cappella barocca traboccante di oro che si erge nel mezzo di una moschea buia. E' un luogo incredibile, non me ne sarei mai andata

Della Mezquita ho amato tantissimo anche il Campanile, sul quale siamo riusciti a salire per il rotto della cuffia, prima che chiudesse. Non è molto alto, poco affollato di gente, una bellissima vista della parte araba della città e della Mezquita. 

Malaga

Malaga mi ha fatto pentire di non aver fatto il giro itinerante e non aver potuto passare più tempo lì. Malaga m'è entrata dentro e m'ha lasciato la voglia di tornare, passarci del tempo, scoprirla a fondo, viverla pienamente. Purtroppo, ci siamo andati in giornata da Siviglia e il tempo a disposizione non era moltissimo.

Tempo che abbiamo impiegato unicamente a camminare, camminare, camminare. C'era un sole caldissimo, una luce così forte da abbagliare, musica, gente, movimento. Un'energia che si percepiva a ogni angolo. 

Mille cose ci sarebbero state da vedere, mille cose da fare, ma quelle che ho tentato di fare erano chiuse (il mercato di Atarazanas) oppure era troppo tardi (il Museo Picasso). Altre ho scelto consapevolmente di non vederle (l'Alcazaba), davanti ad altre (la casa natale di Picasso) ho sostato almeno mezz'ora indecisa su che fare, presa tra la voglia di entrare a conoscere qualcosa di nuovo o stare fuori a scaldarmi al sole (ha vinto il sole). 

Non so, credo di aver capito subito che a Malaga avrei fatto in modo di tornare e allora mi son presa del tempo lento per godermi la città. E la luce, mamma mia, la luce

Cadice

In ogni viaggio c'è sempre un momento di serendipità. M'è capitato un sacco di volte di trovare posti fantastici nei quali non avrei dovuto fermarmi, deviazioni improvvise, sbagli di strada. Questa volta è successo con Cadice, che non ho effettivamente trovato cercando qualcos'altro, ma che si è inserito nel programma del viaggio inaspettatamente una mattina in cui non avevamo voglia di metterci in macchina e fare troppi chilometri. 

L'abbiamo scelta a caso, perché è relativamente vicina a Siviglia (ci si può arrivare anche in treno, volendo) e perché c'è l'oceano. L'oceano smuove in me suggestioni indescrivibili e un fascino che mi innamora. Se in un luogo c'è l'oceano, guardo quel luogo con occhi dolci. 

Che Cadice faceva per me l'ho capito appena arrivata, scesa dalla macchina, quando ho sentito il tepore, ho visto la luce forte che filtrava tra le nuvole e i surfisti che aspettavano l'onda. Poi la mente si è riempita di immagini che mi riportavano a L'Avana e in Messico, quel profumo di mare fortissimo, il vento. Non so, che vi devo dire, mi sono innamorata perdutamente. 

Se andate da quelle parti, quindi, allungate il classico giro andaluso e spingetevi fino a Cadice. Troverete una cittadina fortificata fatta di vicoletti bui che si aprono su piazze tranquille, un mercato traboccante di pesce e di banchetti dove bere una birra e mangiare tapas, palazzi austeri che si aprono su cortili entusiasmanti, ristorantini con i tavoli colorati e tanta gente che si gode il tempo, faccia al sole. 

Granada

Quella a Granada è stata una giornata epica. La città non è propriamente vicina a Siviglia e fare avanti e indietro non è stato il massimo, ma vabbè. Il nostro obiettivo era unicamente l'Alhambra, perché sapevamo che non avremmo avuto molto tempo per vedere altre cose. Certo, gli unici biglietti che eravamo riusciti a strappare erano per il pomeriggio alle 16.30, quindi chiunque sarebbe riuscito a vedere un bel po' della città. Non noi, che i risvegli lenti in vacanza sono sacri

Quindi, siamo arrivati a Granada, abbiamo fatto un giro rapidissimo nel quartiere arabo, siamo stati risucchiati da una teteria/ristorante dove ci siamo ammazzati di cibo marocchino e tè alla menta, abbiamo scarpinato fino all'Alhambra dando un'occhiata a qualche negozio di souvenir e via, era già tempo di visita. 

Dell'Alhambra non sto a dirvi nulla: una magnificenza. Un tripudio di meraviglia e di bellezza, che abbiamo visitato al calar del sole, con una luce che rendeva tutto ancora più magico. Solitamente, se ho poco tempo a disposizione per vedere una città, tendo a lasciar perdere monumenti e/o musei, ma questo è davvero imperdibile, come mi ha detto chiunque mi abbia parlato dell'Andalusia. 

E poi è stato il momento di tornare a casa. L'ultimo giorno, prima di andare in aeroporto, lo abbiamo passato a Jerez de la Frontera a mangiar tapas seduti al sole (praticamente la nostra attività predominante di questa vacanza). Lasciare l'Andalusia è stata dura ma un po' di quel cielo terso, del tepore e della bellezza tutto intorno me lo son messo in tasca per affrontare il grigio di questi mesi.  

venerdì 13 gennaio 2017

I libri del mese scorso: dicembre


Buongiorno, amici. Certo che fare una rubrica di libri del mese precedente a metà del mese successivo è un decisamente poco professionale. Ah, ma questo blog è puro cazzeggio, quindi qui tutto è concesso! Allora, anche se ormai è già quasi ora di parlare dei libri di gennaio, dedichiamoci pure a quelli di dicembre. 

Avrei voluto pubblicare prima questo post, cosa sto qui a dirvelo, ma ho avuto delle incombenze molto importanti quali stare in vacanza, ammazzarmi di tapas, girare l'Andalusia, festeggiare l'Epifania al ristorante, passare l'ultimo weekend di festa a far l'amore col divano, ammalarmi, ricominciare a lavorare da ammalata, tutte cose insomma. 

Ma ora ci sono, forte e chiara, ed è tempo di lanciarsi a parlare di libri, che poi è una delle cose che preferisco fare al mondo. 

Libri letti

Dicembre è stato un mese dedicato a mille cose, ma di certo non alla lettura. Infatti, ho letto solo:

Incendi estivi - Giulia Sagramola
Trattasi di una graphic novel, ma vogliamo mica fare distinzioni? La volevo da tempo e me la sono regalata per Natale insieme ad alcuni altri libri che avevo in wishlist da tempo. Contrariamente a quanto faccio di solito con le graphic novel, non l'ho divorata in cinque minuti, ma me la sono centellinata. Racconta la storia di un'estate, due sorelle, l'amore, un incendio. Una storia semplice, un tratto inconfondibile. Io amo Giulia alla follia. 

Girl in a band - Kim Gordon
Kim Gordon è una delle mie icone indiscusse e questo libro, anch'esso lungamente desiderato, fa parte del suddetto regalo di Natale. Si tratta di un'autobiografia, in cui Kim parla di sè cominciando dall'infanzia e condividendo dettagli anche molto personali e profondi. L'ho amata molto soprattutto per questo, perché sincera e cristallina, senza alcun orpello letterario. Io ho sempre amato più lei dei Sonic Youth, quindi ho apprezzato in particolare la prima parte del libro, in cui si parla di Kim prima che nascesse il gruppo, ma è solo una questione mia. Lei è splendida sempre. 

Libri acquistati

Come già detto, a dicembre mi sono fatta un regalo di Natale sotto forma di pacco Amazon contenente qualche libro. I due sopra citati, dicevamo, a cui vanno aggiunti:

Leviatano ovvero la balena - Philip Hoare
Un libro consigliato con tale entusiasmo da Ilenia che non potevo non acquistarlo. Le balene mi affascinano da sempre e ho tanta voglia di imparare cose nuove, quindi quale libro più adatto?

Lotta Jansdotter's Everyday Style
Ho tenuto questo libro nel carrello di Amazon per tutto l'anno, spostandolo in "salva per dopo" e poi rimettendolo dentro per decine di volte, da quando ho cominciato a imparare a cucire con mia mamma. Seguo Lotta Jansdotter da tantissimo tempo, amo le sue geometrie, il suo stile pulito, le sue linee semplici. Mi piaceva l'idea che questo libro fosse incentrato su pochi modelli base, da variare semplicemente in lunghezza (nel caso di gonne e vestiti). Non ho ancora provato nulla, ma ho già le stoffe pronte e scalpitanti. 

Libri messi in lista

Tutto il nostro sangue - Sara Taylor, l'ho visto consigliato da troppe parti per non incuriosirmi. Provincia americana, famiglie devastate, alcol, droga, una roba pesa insomma.

Io e Mabel, ovvero l'arte della falconeria - Helen Macdonald, qui è nuovamente colpa di Ilenia, che lo ha messo tra i libri migliori del 2016. E' la storia dell'autrice del libro che, per guarire dal lutto per la morte del padre, decide di addestrare un falco. 

Attraversare i muri - Marina Abramovic, la sua autobiografia, nient'altro da dire. 

New York Drawings - Adam Tomine, un libro di illustrazioni su New York scoperto grazie alla mia amica Stefania.

Frida - Sebastien Perez e Benjamin Lacombe, un libro su Frida, punto. Basta questo. 

E voi, ditemi, cosa avete letto, comperato, amato a dicembre?

martedì 10 gennaio 2017

Andalusia (prima parte)


Mamma mia, quanto tempo. E' proprio vero che la scrittura, come del resto un po' tutto nella vita, è questione di allenamento e devo dire che ho fatto un po' di fatica a cominciare questo post. Mi sembrava di avere la testa vuota, niente di interessante da dire, nessuna parola da mettere in fila. Poi ho cominciato a scrivere e vediamo cosa viene fuori. 

Come ben sapete se mi seguite qua e là sui social, sono stata in vacanza in Andalusia. Siamo partiti dopo Natale e tornati prima dell'Epifania, otto giorni di completo, totale, rilassante riposo, in un clima fantastico, in mezzo a gente sorridente, senza doverci preoccupare di nulla (a parte la macchina che ci ha lasciato a piedi, ma vabbè). Quindi è andato tutto benissimo ed è stato tutto perfetto. E l'Andalusia m'è piaciuta tanto, ovviamente.

Ho realizzato quanto fossi stanca prima di partire quando, una volta in Spagna, mi sono resa conto di come avevo organizzato il viaggio: dovrei usare una parolaccia, ma non lo faccio mai qui, ma credo abbiate capito. La meta era stata decisa a Trieste, durante le nostre vacanze estive. Al ritorno da quelle vacanze, in settembre, avevo prenotato i voli e poi me ne ero completamente scordata. Sapevo che saremmo andati in vacanza, ma non mi sono preoccupata di nulla

Contrariamente alla mia natura di organizzatrice precisina che prepara file excel per ogni aspetto della vacanza, non ho fatto nulla. La necessità di dover partire si è palesata all'orizzonte nel delirio del natale e della stanchezza di fine anno. Mi sembrava un'impresa epica anche solo cercare degli alberghi su booking. Affittare una macchina era come scalare l'everest. Non riuscivo a impegnare il mio cervello in niente. Nulla, zero. A pensarci ora mi sembra assurdo, ma ero davvero stanchissima.

Quindi ho preso delle decisioni a caso, tipo quella di affittare una casa per tutto il periodo a Siviglia e poi muoverci da lì. Senza calcolare le distanze, ovviamente. E vabbè l'Andalusia non sarà mica la California. Senza però prenotare la macchina, che lo facciamo da lì no? Senza prenotare le visite ai monumenti, che ci sarà mica tutta 'sta gente no? Ma no figurati, Cinzia, vai in vacanza solo tu tra Natale e Capodanno. 

Dopo aver fatto mezza mattinata di coda per entrare all'Alcazar di Siviglia, ho capito quanto sarebbe stato importante accendere il cervello prima della partenza. Fortunamente, mio marito non si lamenta mai (anche perché demanda TUTTA l'organizzazione a me, se pure mi trovasse da dire lo ucciderei) e accetta tutto senza problemi. E alla fine, forse, questa organizzazione sciuè sciuè non è andata così male. Oppure, molto semplicemente, l'Andalusia è così bella che sa farsi voler bene in ogni modo. Anche in quello un po' improvvisato che avevo scelto io. 

Perché sì avrò perso cose fondamentali, non avrò visto quel museo, quel monumento, quel locale, provato quel cibo, fatto quella cosa, visto quel paesino arroccato, ma l'Andalusia comunque m'è entrata dentro nel cuore, dentro dentro, giù in fondo, sgomitando e conquistandosi un posto di favore insieme ad altri posti visitati in passato. E con lei pure la Spagna, che avevo sempre trattato in maniera un po' freddina. 

Prima di visitare l'Andalusia, avevo solo trascorso tre giorni a Barcellona, impegnata più a passare del tempo con delle amiche che studiavano lì che a vedere la città, e altri tre a Madrid, che avevo amato molto ma vedevo come entità a sè, come una grande città al pari di Parigi o Londra, separata dalla nazione in cui si trova. Questa settimana nel sud della Spagna mi ha fatto innamorare perdutamente di questo paese, delle sue abitudini così lontane dalle mie (io ceno solitamente alle 19.30, non dico altro), della sua bellezza a volte sfrontata a volte tenuta nascosta dietro i portoni dei palazzi, della gente sorridente, rumorosa, piena di vita. 

Ho capito che la mia indifferenza verso la Spagna era solo dovuta al fatto che non avevo trascorso abbastanza tempo lì, che non le avevo dato il tempo di conquistarmi. E ho capito che spesso è bello scegliere delle mete che ci affascinano meno di altre, perché è bello vedere ciò che si ama ma è altrettanto bello scoprire di amare un luogo che non immaginavamo e imparare qualcosa di nuovo su di sè. Che poi non è questo il motivo per cui si viaggia? 

(Ci sentiamo la prossima settimana con un post più pratico e dettagliato).