martedì 30 settembre 2014

Mi piace quando Vero preme play

Sono felicissima di annunciarvi il ritorno di Veronica e della sua musica. Ci era mancata, vero? A me tantissimo. John Mayer, l'amore di cui ci parla oggi, è stato il suo regalo per la mia estate. Lei se ne era innamorata al concerto dei Rolling Stones e mi aveva scritto un messaggio così pieno di sentimento che mi son sentita in dovere di correre ad ascoltarlo anche io. Bum. Follemente innamorata pure io. Chissà, sarà stato per il clima un po' matto di quest'estate - come dice Veronica -, sarà che John ci sa davvero fare, non so...fatto sta che la sua musica ha scandito le mie giornate e continuerà a farlo per molto tempo. Grazie Veronica, non potevi farmi regalo migliore. Buona lettura!

Dopo la pausa estiva sentivo la necessità di tornare a trovarti, stavolta cercherò di stupirvi con effetti speciali e fuochi d’artificio. Insomma,  il mio amore per John Mayer ormai non è più un segreto e diciamo che gran parte dell’estate - estate? Quale estate? - io l’ho passata in sua compagnia. 


L’estate è stata altalenante e nostalgica, di quelle che somigliano all’autunno, di  quelle che ti fanno pensare a cosa facevi dieci anni prima. Il tempo, dunque, è stato il tema della stagione passata, quello che passa purtroppo e per fortuna. John è uno di quelli che tempo fa, ha ampiamente descritto il processo di “crescita” in una di quelle canzoni che ho consumato durante gli ultimi mesi. La canzone di cui vi parlo oggi, dunque, si chiama Stop this Train e per capire il pathos e approfittare della vista di un piacente giovane, vi esorto a guardare il filmato del live al Nokia Theatre in LA.


La canzone parla del tempo che passa, delle vicende che ci attanagliano, delle cose che vorremmo evitare, della sensazione di protezione e conforto che sarebbe quella di poter tornare indietro, quando tornare a casa significava davvero tornare a casa, quella dove siam stati  cresciuti e amati, dove abbiamo alimentato i nostri sogni, dove abbiamo pianto le nostre sconfitte.


Pensate a quanto potrebbe essere confortante, andiamo dietro di qualche anno, vi racconto quello che era per me tornare a casa
siamo appena usciti da scuola, volano baci e promesse di telefonate pomeridiane, ci si dirige verso l’autobus che è sempre in ritardo, altri baci e altre promesse, si sale e si caccia un libro dallo zaino. Dopo circa venti minuti di corsa si scende alla fermata dopo altri baci e altre promesse. L’auricolare butta fuori una canzone di un certo Maximilian Hecker, amore di gioventù – niente a che vedere con John -, si percorrono circa 200 m e si è nella via di casa, già si intravede il balcone bianco, citofoniamo: “chi è?” “sono io”. Si entra a casa, profumo di ragù, svolta a sinistra sul corridoio, mio nonno seduto al solito posto mi sorride. Stop. E’ lì che vorrei tornare.

Poco rock’n’roll, lo ammetto, lo premiamo comunque il tasto play?

venerdì 26 settembre 2014

Intervista a Ambaradan-mamy

L'intervista per A little Market di oggi è dedicata a un negozio nuovo di zecca, quello di Ambaradan-mamy, aperto da pochissimi giorni. Conosco virtualmente Katiuscia, l'anima creativa di Ambaradan-mamy, da tempo e appena ho saputo che il negozio era ufficialmente online, sono corsa ad intervistarla. Katiuscia realizza collane colorate, portachiavi a pois e piccole casettine di legno. Katiuscia è una persona speciale e lo scoprirete leggendo quest'intervista. Buona lettura, buon fine settimana e grazie a Katiuscia per averci permesso di curiosare un po' nel suo mondo!  


Ciao Katiuscia! Ci racconti un po’ chi si nasconde dietro Ambaradan-mamy?
Ciao cara Cindy! Grazie per questo invito, prima di tutto...sono emozionatissima! Quindi ti prego di darmi un freno se i vaneggiamenti prenderanno il sopravvento, ok?
Ambaradan mamy aka me aka Katy...ho 39 anni, sono la mamma di un principe e la moglie di un re, senza a mia volta essere regina. 
Come si evince dalla prima parte del nome del mio blog " Ambaradan" la mia dote più spiccata è il disordine, se vogliamo, creativo.
Amo i colori, i libri cartacei, i quadrupedi pelosi e i bipedi piumosi, la poesia che sá uscire dalle mani  di un artigiano, in ogni sua forma.Negli anni ho sviluppato la capacitá di tenere almeno un piede per terra, ma da quando sono mamma di un sognatore, bhé questa pratica mi é sempre piú difficile! Amo cucinare e penso che non esista una mia sola cellula che non sia golosa. Mi piace mettere i puntini all'inizio e alla fine delle frasi perchè penso che ogni pensiero inizia da qualche parte e da qualche parte va...

Il tuo negozio su A little market è nuovo di zecca! Quella per l’handmade è una passione recente oppure viene da lontano? 
Si, il negozio è nuovissimo! Ho pensato molto prima di aprirlo e forse se non fosse stato per alcune care amiche che mi hanno spronata e sorretta, sarei probabilmente ancora qui a pensare se aprirlo o meno!
Diciamo che "pasticcio" da sempre. Ho la fortuna di essere nata in una famiglia di creativi e di aver ricevuto molti stimoli fin da piccola anche dalla scuola elementare che ho frequentato. Era dotata di molti laboratori ed il mercoledì era il giorno dedicato a queste attività. Lì ho ricamato e cucito per la prima volta, cucinato una torta e lavorato il legno. Sì, sono stata molto fortunata!


Vista la mia grande passione per le case, sono innamoratissima dei portachiavi con la casetta. Com’è nata l’idea?
Il portachiavi con la casetta è uno degli articoli che amo di più anche io! Fa parte della Capsule collection con cui ho voluto aprire il negozio su ALM e mi è particolarmente caro perchè lo abbiamo realizzato i miei uomini ed io assieme, diciamo che è un affare di famiglia!
Per la fine della scuola abbiamo regalato a Francesco un set per il traforo e le casette  ci sono sembrate un progetto adeguato da realizzare, poi rovistando nei miei cassetti delle meraviglie ho ritrovato del cordoncino di cuoio e le sfere in legno ( frutto di shopping compulsivo da creativi) e così è nata l'idea del portachiavi.

E, più in generale, quali sono le tue principali ispirazioni? Da dove trai la tua linfa creativa?
Amo molto osservare, sia i luoghi che le persone, ma probabilmente ciò da cui traggo maggiore ispirazione sono i libri, specialmente quelli per bambini e poi da mio figlio, mi racconta storie fantastiche e i suoi disegni mi fanno sognare. La sua presenza mi mantiene in contatto con la me bambina e mi fa' ancora credere che tutto quello che penso sia realizzabile...


Ormai credo si sappia, io sono una grandissima fan dei sogni. Raccontami, hai un sogno legato alla tua passione per l’handmade?
Uhh! Mamma mia! Di sogni ne ho una cassettiera intera! Aspetta che sbircio...direi questo: aprire un book bar creativo, tutte le mie passioni in un unico colorato ed accogliente luogo!

E per finire, la domanda di rito, mi dici quali sono i tuoi negozi A little market preferiti? 
No, a questa domanda non rispondo!
Scherzo, in realtà è difficile rispondere, ci sono negozi bellissimi e creatrici che stimo ed alle quali sono legata da amicizia. Direi Violinoviola, Abanchoffashion,Tuoscrapbookinghomely e veramente molti altri!! Alcuni dei quali hai già intervistato!

mercoledì 24 settembre 2014

In viaggio con Michela: la Valle Maira

Buon mercoledì, miei cari amici. Da oggi riprende la rubrica di Michela, che ci porta in viaggio nei suoi luoghi del cuore. Ricominciamo con un posto davvero speciale, la Valle Maira, nelle montagne del cuneese. Visto tutto il mio bisogno di montagna di questi ultimi tempi, questo post cade davvero a fagiolo! Grazie Michela e buona lettura a tutti! 

Ben ritrovati amici. Spero abbiate trascorso una sfavillante estate, io l'ho vissuta all'insegna dello sport. Il 2014 mi vuole sportiva, è l'anno delle prime volte, di attività alle quali mi sono avvicinata un po' per caso, un po' per curiosità, e rivelatesi poi dei #maipiùsenza. 


Ho iniziato l'anno con una ciaspolata nel cuore della Valdigne. Una passeggiata in un bosco di panna che al solo pensiero vorrei essere lì ora. Il candore ovattato della neve come balsamo per il cuore.  


Luglio mi ha regalato due giorni di discese in canoa in Ardeche. Chi l'avrebbe mai detto? Io no di certo! Al solo pensiero mi batte forte il cuore e leggo ancora il fumetto sopra la mia testa "ma chi me l'ha fatto fare?” Vogliamo mettere però il fascino di una notte stellata in campeggio lungo il fiume? Ecco un altro #maipiùsenza: il campeggio. Ero scettica lo ammetto, ma Cindy mi aveva incoraggiato, era certa avrei vissuto qualcosa di magico e indimenticabile. Così è stato.  Insomma, tante esperienze nuove e tutte positive. 


Una costante delle mie estati è il trekking. Faticoso, impegnativo ma così ripagante e bellissimo da essere irrinunciabile. Il trekking per me è silenzio. Il silenzio assoluto che ricerco quando, un passo dopo l'altro, risalgo un sentiero o attraverso un vallone. Una piacevole scoperta è stata la Valle Maira, una valle selvaggia, silente, lontana dai flussi turistici di massa. 


Prende il nome dal torrente che la attraversa. Si snoda lungo la strada che da Dronero conduce in Francia ed è costituita da quattordici piccoli borghi. Ho trovato un ambiente alpino incontaminato in un territorio occitano che conserva atmosfere rurali di un tempo nel cuore delle Alpi Cozie. La Valle Maira si può scoprire in tutto il suo splendore attraverso i Percorsi Occitani, il circuito escursionistico della Valle e si può vivere nel calore autentico della Locanda Lou Pitavin, un luogo magico, dove si assaporano tanta bellezza e amore. 

Raccontatemi. Qual è stato il vostro momento più sportivo dell’estate? 
Arrivederci a ottobre.

lunedì 22 settembre 2014

49/52 e come va


Come vi avevo raccontato, il rientro dalle vacanze è stato piuttosto traumatico. Malessere, ansia, nervosismo hanno accompagnato i primi giorni di settembre. Ma ho provato a curarmi e la situazione - per il momento - è sotto controllo. Ho ancora momenti di isteria e istinti omicidi quando il cane dei vicini abbaia furiosamente, ma per il resto va meglio. Qual è stata la mia medicina? Beh, più d'una. Eccovele qui.

- camminare. Purtroppo non sono riuscita ad andare molto in montagna, nonostante la mia intenzione, ma ho scoperto questo blog, dove un gentilissimo signore ha condiviso centinaia di sentieri della mia zona. E mi sono messa in cammino, a due passi da casa. 

. mi sono messa a dieta. Non c'è nulla come la purificazione del corpo che aiuti quella della mente (che frase, eh?). Non sto diventando new age, giuro. Sono sempre la più grande fan al mondo di birra, spritz e pizza al gorgonzola, ma avevo bisogno di semplicità. Quasi non me ne rendevo conto, ma son bastati quindici giorni di cibo semplice a farmi stare meglio. M'è stato di grandissimo aiuto l'orto, che ha continuato a produrre zucchine, fagiolini e pomodori fino a pochissimi giorni fa. Sto meglio e mi sono liberata di due chili che avevo accumulato in Germania. E sono pronta per un aperitivo come si deve.

- sono andata nell'orto. L'orto è stato un'idea di mio marito e io inizialmente lo guardavo con un po' di sospetto. Sono pigra, si sa. Il pensiero di dover andare a bagnare, raccogliere, sudare, sporcarsi di terra, ehm...confesso che non mi entusiasmava. Ma ultimamente ho ringraziato anche lui, perché passare la pausa pranzo a raccogliere i lamponi di settembre e le pesche di vigna è più salutare di una lezione di yoga.

- mi sono imbattuta, per puro caso, in un raduno di vecchi bus Volkswagen e io e mio marito abbiamo ricominciato a progettare l'acquisto di un vecchio furgoncino con cui girare nel fine settimana. Progettare fa bene al cuore, anche se poi magari non se ne farà nulla.

- ho ricominciato a cucinare dolci, dopo un periodo di pausa. Non c'è nulla che faccia così bene al cuore. 

- ho ricominciato a lavorare a un progetto lavorativo che languiva dolorante, preda dei miei dubbi, insicurezze, menate mentale a chili. L'ho ripreso adottando un unico mantra: "l'unico modo per fare è fare". E ho cominciato a passi piccoli, proprio come in montagna, che insieme stanno cominciando a segnare una strada abbastanza lunga.

- leggo, leggo, leggo. Non c'è niente di più terapeutico.

- Amanda Palmer on repeat. Soprattutto questa canzone qui. 



[Dio, che post fricchettone. Che ci dovete fare, in 'sto periodo gira così. Ma 'sti fricchettoni non avevano mica tutti i torti, eh? Stai male, cerchi di guardarti dentro e capisci quello di cui hai bisogno. E per me è semplicità, manualità e natura. La spiritualità, no eh. Quando arriverò a parlare di spiritualità, vi autorizzo ad abbattermi]. 

venerdì 19 settembre 2014

Wishlist del venerdì

Buon venerdì e buon fine settimana, amici. Come state? Io sto abbastanza bene, aspetto la fine di questa giornata lavorativa e faccio progetti per il fine settimana, cercando di non perdermi un po' di mare, anche se piove e sembra novembre, un fritto di pesce, un libro da finire, dolci da cucinare e qualche camminata. Non so come farò a farci stare tutto, ma ci proverò col cuore. E voi? Che programmi avete? Spero vi divertiate! Per iniziare alla grande, perché non vi leggete l'indispensabile wishlist del venerdì? Baci grandi! 

1. Lo so, lo so, sono una gran noiosa. Noiosa, ripetitiva e prevedibile. Lo so, questa tazza l'avevo già condivisa sulla mia pagina facebook tempo fa. Ma continuo a desiderarla? Come si può non desiderare questa tazza? Che bello prendersi il caffè al mattino in una tazzulella così, mamma mia. La giornata svolterebbe immediatamente. (Che poi in quel negozietto Etsy lì c'è giusto l'imbarazzo della scelta, se volete dare un'occhiata si chiama Miss Poppy Design).


2.  Qualche giorno fa ho dichiarato a mio marito che, se fossi ricca sfondata, spenderei tutti i miei soldi in libri, viaggi, bottiglie di vino e fotografie d'autore. Aggiungiamoci pure anche i quaderni. Strano ma vero, non credo di averne mai parlato, ma ho una vera ossessione per la cartoleria (malattia che affligge molte persone, credo). Credo di possedere più penne, matite e gomme da cancellare di quelle che potrei consumare in una vita intera. Ho anche un buon numero di quaderni, ma ultimamente mi sono imposta di non acquistarne più, perché alla fine li lascio sempre intonsi per paura di rovinarli. Lo so, sono matta vera, che ci volete fare? Comunque, potessi acquistarli, comprerei TUTTI i quaderni che si trovano su Denik. Questi qui sotto in particolare, in ogni caso TUTTI. Che poi sarebbe anche un buon gesto, visto che parte del ricavato viene devoluto in beneficenza. Beh, quindi, dai quasi quasi...



3. Come sono i vostri gusti in fatto di arredamento? Sempre uguali oppure cambiano nel tempo? I miei cambiano molto, per quanto ci siano cose che odio profondamente (Legno massiccio e stile classico? Ciao proprio. Shabby chic e stile provenzale? No, thanks) e che credo odierò sempre. Quando è stato il momento di arredare casa, ero in fissa con lo stile scandinavo (forse perché potevo permettermi solo Ikea? Ma no, cosa andate a pensare?!) e quindi casa mia è più o meno tutta bianca. Dovessi cambiar casa ora, ci metterei un bel po' di cose vintage, una parete di mattoni a vista e qualche tocco industriale. Anche se, ultimamente, si sta facendo largo in me l'amore per il design anni '60/'70. Tavoli in formica? Occhi a cuore. Stampe a colori accesi? Certo che sì. Ma soprattutto l'Acapulco Chair, una sedia in vimini da esterni che io utilizzerei per il soggiorno di casa, come nella foto sotto (che poi anche il tavolino, eh...). Comunque, che si sappia, questa è una wishlist a tempo determinato, perché la sedia SARA' MIA. PRESTO. 

(foto Pinterest)

martedì 16 settembre 2014

Monaco e la Baviera - seconda parte

Dopo il post della scorsa settimana, in cui sproloquiavo sul mio viaggio in Baviera condividendo fondamentali ricordi e indispensabili opinioni sulla Germania, ho deciso di scrivere un post più utile, nel caso qualcuno volesse fare un giro simile a quello fatto da noi e volesse trarre ispirazione. Spero vi possa far piacere, in caso contrario, vi chiedo scusa e se ci incontriamo al bar vi offro una birra per farmi perdonare dell'essere stata noiosa. Promesso!




Noi volevamo assolutamente fare un viaggio itinerante, non potevamo star via più di una settimana, quindi abbiamo finito per "saltellare" un po' qua e là. Ci vorrebbe molto più tempo e calma, ovviamente, ma non si può avere tutto dalla vita, no? Il nostro giro è stato: Monaco di Baviera (2 giorni) - Norimberga - Würzburg - Romantische Strasse (due giorni) e Lindau. A Monaco di Baviera abbiamo affittato una casa con AirBnB, come facciamo quando possibile, in tutti gli altri posti abbiamo dormito negli alberghi trovati su Booking, trovandoci sempre molto bene. La colazione non era mai inclusa, ma visto che non pagherei MAI 10 euro in più a testa per la colazione in albergo, abbiamo risolto con un bollitore elettrico e dolcetti comperati in giro. Del resto, da tempo ormai il bollitore è il mio indispensabile compagno di viaggio, senza non ce la farei proprio. 




Monaco di Baviera: è chiaro che occorre diffidare da chi dice che per visitare una certa città "bastano due, tre, quattro giorni, una settimana, non basta un mese", tanto il tempo non sarà mai sufficiente. Io me ne vado sempre con il desiderio di vedere, fare, godermela di più, ma si fa quel che si può. Il mio consiglio sarebbe quello di tenersi alla lontana dal folklore del centro (Marienplatz e dintorni) e dalla folla che gravita in zona. Io ovviamente non l'ho fatto, quindi chi sono io per suggerirlo? Però vi prego, fidatevi, non perdetevi l'Englischer Garten (io vado matta per i parchi e questo è proprio bello). La cosa che più ho amato a Monaco? The Munich Readery, una libreria dell'usato specializzata in libri in lingua inglese. Un piccolo paradiso, dove all'ingresso ti offrono il caffè e ti senti subito a casa. 




Würzburg: tralascio Norimberga, perché si trattava unicamente di una tappa intermedia tra Monaco e Würzburg, la nostra meta più a nord, da cui iniziare a tornare verso sud lungo la Romantische Strasse. Abbiamo trascorso a Würzburg solo una mezza giornata, ma ci è piaciuta davvero tanto. Sarà che, quando sei in giro, nel giudizio su un posto conta tanto l'umore con cui ci arrivi, il meteo, quello che ti aspetti, quello che ti capita quando arrivi. A Würzburg tutti questi elementi si sono allineati alla perfezione ed è stata una giornata meravigliosa. Quindi il mio giudizio è viziato dal fatto che, non appena arrivati, abbiamo pranzato in un Biergarten lungo il fiume mentre il sole faceva capolino tra le nuvole, per poi fare una lunghissima passeggiata fin su alla fortezza sulla collina e in mezzo alle vigne e per finire con una cena a base di vino locale (giusto per fare una pausa dalla birra). Insomma, Würzburg è bella. Punto. La cosa che più ho amato di Würzburg? L'ora dell'aperitivo lungo il fiume, con la gente seduta sulle panchine e i muretti a bersi una birra mangiando stuzzichini portati da casa. Relax vero. 




Romantische Strasse: questa strada era l'obiettivo principale della vacanza, visto che la guida la citava come "la meta più visitata della Germania". Nella mia testa, doveva essere spettacolare per forza. La Romantische Strasse è, ehm, ecco, una strada. Che si snoda per la campagna, spesso in panorami piuttosto anonimi. Insomma, le Langhe, il Senese, i sentieri delle Cinque Terre, la strada da Bormida a Osiglia (questo è solo per i local), tutti questi itinerari le danno mille punti. Boh, sarà che mi aspettavo 'sti panorami da favola, ma vabbè. Comunque, lungo la strada si snodano paesini medievali, il più visitato dei quali è Rothenburg Ob der Tauber, una paesino che mi è parso finto e immacolato, pieno di negozi di souvenir e famoso per le Schneeballen (delle enormi palle dolci, dal gusto identico alle nostre chiacchiere di Carnevale). Meh. La Romantische Strasse porta fino a Füssen, altra località ad altissimo tasso di turisti e ristoranti italiani, vicinissima al famoso castello di Neunschwanstein, che sarà anche ESTREMAMENTE turistico, ma merita una passeggiata, almeno per la vista spettacolare dal famoso Marienbrucke. La cosa che più ho amato nella Romantische Strasse? Dinkelsbühl, un paesino incantevole circondato da mura (senza negozi di souvenir e con un numero accettabile di ristoranti italiani). 




Lindau e il Lago di Costanza: come Norimberga, anche Lindau è stata scelta principalmente come tappa intermedia sulla via del ritorno a casa. E, esattamente come Norimberga, ci ha colpiti molto piacevolmente. Si tratta di una piccola cittadina situata su un'isola (l'ho scoperto quando ci sono arrivata, eh) collegata alla terraferma da un ponte. C'è pure la stazione dei treni, quindi da qualche parte ci sarà pure un ponte ferroviario ('sta curiosità mi ha tormentata per tutta la mia - breve - permanenza lì. Potevo togliermi il dubbio, lo so, ma mi piace rimanere nel mistero). Comunque, Lindau è una tranquilla cittadina lacustre, con un sacco di ristoranti e locali sul lungo lago. M'ha fatto venire voglia di tornarci, ecco. La cosa che più ho amato di Lindau? In realtà non ha niente a che fare con Lindau, ma è un posto incantevole: si tratta del Gmündmühle B&Bdove abbiamo soggiornato, una vecchia casa alpina gestita da due simpatici signori d'una certa età, un posto semplice, allegro, sorridente. Un po' come buona parte della Germania che ho visto io, va detto. 

venerdì 12 settembre 2014

Intervista a Tostoini

Per la mia grandissima gioia, ricominciano le interviste alle creatrici di A little market, piattaforma online per la vendita di oggetti handmade. Grazie a questa serie di interviste, ho scoperto un mondo bellissimo, ho conosciuto meglio alcune delle mie creatrici preferite e ne ho scoperte di nuove. Ed è per questo che ricomincio con entusiasmo a curiosare nel mondo di queste meravigliose persone.

Questa settimana è la volta di Tostoini, una delle mie creatrici preferite, un'illustratrice che popola il suo mondo di creature animali e vegetali, dall'aspetto buffo e pieno di dolcezza. Nel suo negozio su A little market trovate bellissime stampe, ma anche spille e collane per portare in giro questi meravigliosi personaggi. Se ancora non la conoscete, sono sicura che Tostoini colpirà al cuore anche voi. E ora vi lascio a lei. 


Ciao! Per cominciare, chi si cela dietro Tostoini? Ci racconti qualcosa di te, Roberta?
Oddio, a dire la verità sto su internet da così tanto tempo che da celare non è rimasto molto, saltate pure questa parte se la conoscete già :) 
Sono originaria della Sardegna, sono arrivata a Milano dicendo "è una sistemazione provvisoria" e visto che non c'è niente di più stabile del provvisorio alla fine sono qui da quattro anni.  Sono metà sarda e metà siciliana,  ho una scrivania molto piccola  su cui ci stanno a malapena il pc, la tavoletta grafica e un gatto molto invadente.  

Perché Tostoini? Da dove nasce questo bellissimo nome?
Tostoini è il nome in sardo della tartaruga. Quand'ero piccola mio fratello, come tutti i fratelli dall'alba dei tempi mi chiamava coi soprannomi  più disparati – non che nel frattempo abbia smesso. Tra questi c'era anche "testuggine",  che credo  mi sia rimasto perché sono lenta, testarda e a giudicare dalla temperatura delle mie mani probabilmente a sangue freddo.
Nel lontano 2004 - quando ho aperto il mio primo blog - però il nome testuggine era già occupato e così ho usato la sua variante sarda, tostoini. Forse non è granché come mito fondativo, ma posso sempre inventarmene uno migliore. Per esempio da oggi in poi potrei raccontare a tutti che deriva dal fatto che sono stata cresciuta allo stato selvaggio sino alla maggiore età da un branco di tartarughe.



Come ti sei avvicinata all’illustrazione? È una tua passione da sempre oppure una scoperta più recente?
La prendo alla lontana. Tutti disegnano da piccoli. Quasi tutti smettono a un certo punto, come se disegnare sia una cosa da lasciar fare solo a quelli che hanno talento, e non qualcosa che si può continuare a fare per piacere. Quindi diciamo che sì, è una passione da sempre, ma solo negli ultimi anni ho deciso di provare a fare illustrazione sul serio, così sul serio che mi son pure rimessa a studiare, e adesso mi divido tra il lavoro e la scuola di illustrazione alla sera. 

Il mondo delle tue illustrazioni è popolato soprattutto da creature marine e animali. Da dove trai l’ispirazione per questi personaggi? 
Mi piace guardarmi intorno, ho un'attrazione irresistibile per quello che di buffo, l'insolito e curioso c'è nel quotidiano, e in questo senso gli animali sono un'ottima fonte di spunti. Per le creature marine invece ti so dire con certezza che l'ispirazione arriva puntuale alle prime giornate di sole. Arriva marzo, aprile, io inizio ad anelare sabbia, rocce, pesci, spiagge e acqua corrente e per sublimare disegno polpi, meduse e pescetti. In genere mi passa verso la fine di settembre, quando ai miei animali spuntano  addosso sciarpe, cardigan e maglioni a collo alto.


E il meraviglioso LamEntino, la vera star del tuo negozio online, come nasce? Dai, raccontaci qualcosa di più su di lui!
Non posso dirlo con  certezza ma è probabile che sia nato durante un lungo viaggio in macchina. Guardare fuori dal finestrino mi stimola le idee più assurde, che sottopongo al mio barbuto compare per intrattenerlo mentre guida ( questo dal mio punto di vista. Lui si limita a roteare gli occhi all'ennesimo “Ma secondo te”). Questo botta e risposta ha generato alcune bestie piuttosto amabili, di cui il Lamentino è stato il primo a vedere la luce.  Comunque la maggior parte del lavoro l'ha fatta l'evoluzione, rendendo il lamantino -  quello vero - uno degli animali dall'aria più comica del creato; il resto l'ha fatto l'amore per i calembour e il fatto che apparentemente quasi tutti abbiamo nel fondo del cuore un grasso mammifero marino pronto a piangersi addosso se rovescia il caffè.  

E infine, la domanda di rito: quali sono le tue creatrici preferite su A little market?
Potremmo star qui un pomeriggio intero. Facciamo che ti dico le mie dieci preferite a tema illustrazione, in ordine strettamente alfabetico:
Enrica Trevisan, Irenedose, Ladouceurdumiel, Lilidiprima, Lucciole, Noesmind, Papikihandmade, Pearlstopigeons, Pink Rain, Stak shop.

martedì 9 settembre 2014

Monaco e la Baviera - prima parte

Non sono mai andata in vacanza ad agosto, ho sempre avuto la grandissima, enorme, incredibile fortuna di potermi programmare le vacanze in altri momenti dell'anno. Ottobre e marzo, due mesi perfetti per qualsiasi tipo di vacanza. I voli costano poco, c'è poca gente in giro, il meteo chissenefrega perché tendo sempre a scegliere mete che non prevedono il mare. Insomma, per me la perfezione. Non fosse che quest'anno, per una serie di circostanze, ci siamo ritrovati a dover programmare un viaggio nella settimana dopo Ferragosto. Aiuto. Che fare? I prezzi dei voli erano assurdi, al mare con la folla non volevo andare, in montagna a patire il freddo manco a parlarne, le mete a disposizione si sono ridotte all'osso. E mi è venuta in mente la Baviera. A "due passi" da casa, un sacco di cose da vedere, una grande città da scoprire, montagne, colline, paesini, il perfetto viaggio on the road. 



Inoltre, si trattava della perfetta occasione per rivedere la mia opinione su Monaco e la Germania. Dovete sapere che io, nel lontano 1997, ho trascorso un periodo di studio a Monaco e l'ho odiata con tutto il mio cuore. Certo, sarà stato il fatto che vivevo in un sobborgo sperduto, a casa di una signora vedova che mi cucinava solo semmelknödel annegati in un brodo inquietante, raccontandomi ogni sera di come il marito la picchiasse in continuazione. Sarà stato forse che, a seguito di un test d'ingresso particolarmente brillante, ero finita in una classe dove tutti parlavano meglio di me e mi prendevano in giro non appena aprivo bocca. O forse sarà stato che avevo a casa il fidanzato che mi aspettava e non pensavo ad altro, ascoltavo troppa musica di Ligabue ed ero chiaramente disadattata. Insomma, di Monaco avevo un ricordo orrendo.



Quale migliore occasione di cambiare la mia opinione di una vacanza da adulta? Vai così, si parte. Alla fine del primo giorno, la mia opinione non era cambiata di una virgola. Ma avevo commesso un errore fondamentale: con solo due giorni a disposizione, ritenevo che il primo fosse da dedicare al classico tour del centro storico (il DNA da italiana mica si può sopire, no?). Turisti, folla, boccali di birra a ogni angolo (e io adoro la birra), folklore bavarese in ogni salsa, dirmi innervosita era un eufemismo. Ma è bastato deviare un po', il giorno dopo, per ritrovare la pace. Una meravigliosa libreria di libri inglesi usati, lunghissime passeggiate all'Englischer Garten, da cui non avrei mai voluto uscire, un locale dove sembravano conoscersi tutti e dove la cameriera mi ha rimproverata perché non volevo mangiare "our legendary Wiener Schnietzel", tutto questo mi è bastato per far pace con la città.



E da lì, piano piano, ho cominciato a sciogliermi e a godermi il viaggio. E devo dire che la Germania, alla fine, nonostante tutta la mia resistenza, mi è piaciuta. Guardando indietro, mi rendo conto che è stata una vacanza un po' strana: un giorno ero imbufalita e odiavo Monaco, il giorno dopo innamorata della città alla follia. Appena finito di criticare Rothenburg Ob Der Tauber, finta e inutile, sono arrivata a Dinkelsbühl e ho passato tutto il tempo a ripetere: "uh che bello, no ma che bello, dai mi piace qui". A mezzogiorno proclamavo che non avrei mai più mangiato carne in vita mia e alla sera il profumo dei würstel e il pensiero della birra mi attiravano nell'ennesimo Biergarten. Un po' come se la Germania volesse a tutti i costi vincere la mia resistenza. E c'è riuscita, mannaggia a me.



Quindi, alla fine, ho trovato un bel po' di cose belle lassù e vi lascio con una lista (del resto, sto leggendo Alta Fedeltà, non posso farne a meno). 

Le cinque cose che ho amato della Germania
1. I giovanissimi genitori in giro con i loro bimbi, in maniera spartana, senza menate.
2. La birra. Sarò banale, ma ci son diventata matta. Semplice, leggera, dissetante. Buona.
3. La rilassatezza generale. Sarà che da turista si vede solo il bello, ma mi sembravano tutti davvero tranquilli. 
4. Il pane. Io potrei vivere di solo pane e in Germania sarei felice. Pane nero, con i semi, al sesamo, pretzel. Un paradiso.
5. I dolci. Un altro pianeta. 

E voi? Che mi dite della Germania, vi piace?

venerdì 5 settembre 2014

Wishlist del venerdì

Buongiorno a tutti, miei cari. Sapete qual è la cosa più bella della prima settimana di settembre? Torna la wishlist del venerdì, no? Avete i quaderni nuovi e le matite temperate per appuntarvi i vostri nuovi, meravigliosi, inconfessabili desideri? Io no e quindi lo faccio qui, va bene lo stesso, vero? PS: non vedevo l'ora di ritornare a compilare la magica wishlist del venerdì, ve lo devo proprio dire. 

1. Cominciamo subito con un bel desiderio irrealizzabile, che chi mi segue su facebook forse conosce già (a proposito, mi seguite su facebook?), perché l'avevo condiviso un po' di tempo fa. Si tratta di una mostra. Fotografica. Chiamata American Cool. E dedicata a tutti coloro che hanno rappresentato la coolness americana nel tempo. Roba da impazzire, per quel che mi riguarda. C'è un unico piccolo dettaglio totalmente irrilevante: è a Washington e chiude domenica. Tecnicamente, se mi sbrigo, potrei ancora farcela. Ma credo proprio che me la perderò, mannaggia. 




2. Voi non sapete, care amiche nate dopo il 1985, cos'è stato quando è arrivata Madonna. Non ne avete idea. Lei ha cambiato tutto. Ha messo il punto a capo, ha fatto sembrare tutto quello che c'era prima vecchio di secoli. Ci ha investite come un tornado e ha cambiato di botto il nostro modo di vestire, di essere, di pensare. Lei era il nostro punto di riferimento, la nostra icona. Io la veneravo, come il 90% delle ragazzine della mia età, e conoscevo Cercasi Susan disperatamente praticamente a memoria. La mia Madonna è quella lì, quella dei primissimi anni. Ed è per questo che voglio questo libro fotografico di Richard Corman, tutto dedicato alla Madonna dei primi anni '80. Posso vivere senza? Credo di no. 


3. E per chiudere, un desiderio veramente irrealizzabile, visto che costano un occhio della testa e non me le potrei mai permettere anche se sono bellissime e se non lo faccio adesso allora quando che del resto cosa serve allora vivere ma sei matta che costano una cifra allucinante che ci vai avanti mesi con tanti soldi così no vabbè però vuoi mettere quanto mi farebbero felice? Insomma, per dire, queste scarpe con borchie Church's. La perfezione, ragazzi. La perfezione. [Se le vedete in giro da un cinese qualsiasi, vi prego avvisatemi].




martedì 2 settembre 2014

48/52 e il rientro dalle vacanze


Settembre è arrivato, si ricomincia. Come promesso, riapro le finestre di casa. C'è un sacco di polvere, un bel po' di confusione in giro e nella mia testa. Ci sono cose da sistemare, pulizie da fare, post da scrivere, lavori da portare a termine. E decisioni da prendere. Insomma, dicevamo, si ricomincia. Devo ammettere di aver scritto e cancellato questo post almeno tre volte. Perché sì, insomma, il rientro è stato abbastanza traumatico. Il primo post, letto a distanza di qualche ora, sembrava fosse stato scritto da una sull'orlo del suicidio, l'ho cancellato prontamente nel timore che qualcuno dei miei amici contattasse il 118 dopo averlo letto. Il secondo, di senso volutamente opposto, suonava falso come i Rolex venduti in spiaggia. Il terzo l'ho scritto tutto, stavo per pubblicarlo e invece l'ho cancellato. Questo è il quarto e non so dove mi porterà, ma so che non lo cancellerò.

Il rientro è stato traumatico, dicevamo. Il mese d'agosto è stato piacevole, anche se il meteo non ha collaborato granché e molti dei programmi sono saltati. Non ho fatto molte delle cose che mi ero promessa di fare, ne ho fatte altre del tutto inaspettate. C'è stata anche una settimana in viaggio, in Germania, che mi ha regalato serenità e mente vuota. Ero convinta che tutta questa spensieratezza e questa pace mi avrebbero aiutata al rientro, lasciandomi pronta a ricominciare con grinta e voglia di fare. E invece no. Tutta la rilassatezza e la pace delle vacanze si sono sciolte come neve al sole appena varcata la soglia del paesello. Ansia, nervoso, malesseri vari, si sono presentati puntuali all'appello, proprio dove li avevo lasciati. S'è solo aggiunta ad essi una piacevole consapevolezza (dove l'aggettivo piacevole deve essere letto come altamente sarcastico): c'è qualcosa che non va. Non è possibile che, ogni volta che torno a casa, mi prenda qualcosa allo stomaco e sia come se mi spegnessi. Come se qualcosa mi togliesse l'energia vitale.

Per combattere questo strano malessere, ieri sono andata in montagna. Per un giorno, mi sono sentita come rinascere. E mi son chiesta, ma se qualcuno ti chiedesse cosa vuoi, proprio in questo momento, cosa risponderesti? Silenzio. Risponderei che ho bisogno di silenzio. Basta con l'abbaiare isterico dei cani dei vicini, con le conversazioni urlate - per strada, in televisione, sui social network -, con il frastuono (anche virtuale) che mi circonda, con il bisogno di tutti di mettersi in mostra. Voglio solo silenzio. Per ascoltare quello che ho dentro, capire come affrontare questo malessere e sconfiggerlo. Purtroppo, dopo una giornata di pace sublime, sono tornata a casa ed è stato nuovamente tutto come prima. 

Ci vorranno lunghe passeggiate con il cane, la pazienza di chi mi sta vicino e sicuramente molto tempo per capire come affrontare questa cosa, ma occorre farlo. Al momento, non ho la minima idea di cosa vada fatto, ma ho un unico piccolo proposito per il nuovo anno: stare bene. Capire cosa non va e cambiare. Casa, lavoro, paese, progetti, tutto, niente, qualcosa, non so. Piccoli passi, uno dopo l'altro, con quest'unico e solo obiettivo. Esattamente come ieri, insieme a mio marito (lui non lo cambio, eh, mai e poi mai), in silenzio, un passo dopo l'altro, verso il rifugio. E, nel frattempo, mi impegnerò strenuamente per prendermi tutta la bellezza possibile. Quindi sicuramente più libri, montagna, natura, cose nuove da imparare, musica del cuore, meno televisione, meno social network, meno conversazioni inutili, meno urla e strepiti. 

Scusate lo sfogo, ma lo dovevo fare. Prometto che da domani tornerà tutto come prima, wishlist, sogni, sciocchezze, musica, dolci, chiacchiere, fiumi di tè e mari di birra, film e libri, shopping fatto o solo sognato, insomma, tutto il mondo di Cindy. Però, vi chiedo scusa, non potevo ricominciare senza questo post. Ma ditemi, voi invece...voi come state?