venerdì 29 maggio 2015

Chiacchiere del venerdì


Buongiorno, miei cari. Come state? Grazie per tutti i commenti, pubblici o meno, in merito al post di martedì. Fa piacere sapere di non essere soli, davvero. E la sapete una cosa? Ieri sera, per una mia distrazione, stavo per investire uno in motorino e probabilmente gli avrei fatto anche piuttosto male. Vi giuro che, quando ho parcheggiato la macchina, mi sono fermata un secondo a pensare e mi son detta che ero stata davvero fortunata e che la mia vita era perfetta. Non avrei davvero desiderato altro. Come dire, la felicità è nelle piccole cose

Oggi è un venerdì speciale, che prelude un lungo ponte, non sentite qualcosa di magico nell'aria? Io lavorerò lunedì, e forse anche martedì, ma sento lo stesso che è un venerdì un po' diverso. Come se tutta l'energia bella delle persone pervadesse l'atmosfera e la riempisse di sorrisi. Boh, chiamatemi matta, ma io la sento. Uhm, e se fate attenzione, secondo me la sentite anche voi! 

Cosa avete fatto in questo periodo? Vi siete divertiti, stancati, rilassati, arrabbiati, infastiditi, innamorati, insomma...che avete fatto? Io ve lo racconto qui, nelle solite chiacchiere del venerdì. Niente più tazzona di tè, ma una bella bottigliozza di latte e cioccolato e via. 

- qualche settimana fa, ho finalmente guardato Tutto può cambiare, consigliato più volte da tante bellissime persone che frequento - online e non. Beh, credo che tutti i commenti entusiasti che hanno anticipato la visione del film abbiano fatto crescere le mie aspettative. Cioè, il film mi è piaciuto, ma pensavo fosse uno di quei film che finisci di vedere e vorresti già subito premere play e far ripartire il lettore DVD e invece, sì, bello, certo, però non so, alla fine è stato come se mancasse qualcosa. Facciamo che lo riguardo e ci penso. Ovviamente, in tutto questo, è cresciuto ancora il mio amore per Keira Knightley e vorrei avere tutto il suo guardaroba in quel film. Avevate dubbi in merito?

- non ho visto altri film ultimamente (se non Mystic Pizza, che quando c'è non posso proprio fare a meno di guardarlo) nè serie TV. Arrivo alla sera talmente stanca che alle dieci di sera il letto mi chiama con voce suadente. E io non faccio nulla per non ignorarlo.

- ma non ho perso il vizio di leggere, quello mai. Ho finalmente letto Il ragazzo selvatico, che mi ha messo voglia di andare in montagna e camminare, camminare, camminare, liberando la testa da tutti i pensieri. Ancora qualche titolo e avrò finalmente raggiunto l'obiettivo di leggere tutto Cognetti. Poi mi sono innamorata di John Green, di cui ho letto Cercando Alaska, un libro per adolescenti che io mi sono goduta come pochi. Comprerò anche gli altri, ma m'è venuta voglia di una lettura più impegnativa, un libro che mi facesse imparare qualcosa di nuovo, e mi son comperata Oriana. Una donna. Seguendo Lulaida Cat su You Tube, grandissima ammiratrice di Oriana Fallaci, m'è venuta voglia di conoscere meglio una scrittrice che ho sempre un po' ignorato. E sto imparando tanto, và che bello.

- ho un fatto un po' di shopping, questo mese. Non ho trovato "il vestito" per i matrimoni, ma in compenso ho comperato una tuta (non da ginnastica), un paio di pantaloni da fricchettona, un paio di sandali argentati, una camicia con le sirene e una gonna anni '50. Tutta roba indispensabile, come sempre.

- ho fatto qualche gita, andando a Lucca, Livorno, Bergamo e Sarzana. Giusto per ricordarmi che l'Italia è bellissima.

- ho ascoltato tantissima musica, come sempre, innamorandomi alla follia di Jack Savoretti e di Levante. Peraltro, se amate Instagram, di Levante vi consiglio anche il suo profilo. E' fantastico. 

- ultimamente non ho molto tempo (o voglia) per cucinare. Un po' la voglia di stare a dieta, un po' la pigrizia, un po' il bisogno di stare fuori casa il più possibile, a godere ogni minuto di primavera, praticamente vivo a fette biscottate, pasta in bianco e insalata. Non va bene, lo so. Ma ho fatto due torte buonissime e devo assolutamente condividerle con voi, sono la Torta di carote di Gianni Rodari e Torta al limone di Aimée Bender. Vengono entrambe dal sito Romeo & Julienne, che io adoro, e io ve le stra-consiglio. Sono buonissime!!!

- ah, ho comperato il famoso fenicottero rosa da giardino. Felicità. 

martedì 26 maggio 2015

Ci vuole coraggio per essere felici


Mentre lavoro, ho costantemente la radio accesa. Già lavoro da casa, sono praticamente sempre da sola, le mie pause caffè le passo su Facebook, spesso arrivo a chiacchierare con il cane, insomma, nel silenzio proprio non riuscirei a stare. Quindi ho sempre questo sottofondo che, in una sorta di magico equilibrio, ascolto in maniera selettiva. Non so come faccia il mio cervello, ma riesco a rimanere concentrata sul lavoro, senza che questo mi impedisca di cogliere, qua e là, le conversazioni che arrivano dalla radio.

Tutto questo per dire che, qualche settimana fa, ero seduta davanti al PC come al solito e alla radio c'era Levante. La stavano intervistando in merito al suo ultimo disco, non ho la minima idea di cosa lei stesse dicendo, quando all'improvviso sento questa frase: "beh, ci vuole coraggio per essere felici". Mi sono fermata improvvisamente. E' una frase semplice, di quelle che senti mille volte qua e là, che leggi su Pinterest, che vedi in giro un po' ovunque su Facebook. Ma poi arriva quel momento in cui è come se la sentissi per la prima volta.

Perché quella frase ti parla direttamente e ti colpisce al cuore. Anzi, allo stomaco, come capita sempre con le cose che ti mettono in difficoltà. Perché ovviamente ti scatena una domanda dentro, che è: "tu ce l'hai, quel coraggio?". E la risposta è no, mannaggia la miseria. Sono una cagasotto fifona come poche al mondo. 

Domenica mattina all'alba, mentre andavo a prendere un treno per raggiungere le mie adorate compagne dell'università, ho incontrato una persona che è il ritratto della felicità. Un ragazzo che conosco da tempo, a cui il destino ha sconvolto radicalmente e dolorosamente la vita, dandogli però l'opportunità di riscoprirsi e capire veramente chi fosse e quale vita volesse veramente fare. Ora emana serenità ed è terapeutico passare del tempo con lui. Dopo un lungo peregrinare dentro se stesso e dopo svariate esperienze di vita, ha finalmente trovato se stesso e plasmato la vita a propria immagine e somiglianza. 

Con me, invece, la vita è sempre stata incredibilmente generosa. Ho avuto un'infanzia incantevole, un'adolescenza serena, per quanto fossi forse più brutta di Ugly Betty, e poi una vita adulta fatta di stabilità, un marito meraviglioso con cui festeggiare quest'anno dieci anni di matrimonio, viaggi, lavoro, amici, ho avuto tutto quello che mi sono permessa di desiderare. Eppure manca qualcosa. Manca il salto definitivo. Quello che trasforma la serenità in felicità vera. Quella che percepisci nelle persone al solo guardarle negli occhi. E che riconosci al volo, perché di persone così ne incontri davvero poche. 

Perché io sto bene, sono serena, odio lamentarmi e odio le persone che si lamentano, quindi, ripeto, sto bene. Ma per essere completamente felice, vorrei potermi alzare da questa sedia, fare le valigie e partire. E tornare tra sei mesi. Poi ripartire, rivedere un po' di mondo, e ripartire. Non ce la faccio a vedere il mondo solo una volta l'anno e neppure sempre. Il pensiero che potrei morire domani e non aver visto Veracruz, Bamako, o la Mongolia mi deprime come poche cose al mondo. Vorrei una vita nomade. Cioè, semi-nomade, un po' qui e un po' là. Ma non ho il coraggio di costruirmela. Perché una vita così richiede una deviazione dagli schemi, dal percorso standard, dalla vita come andrebbe vissuta. 

E figuratevi che vivo in un paese dove pensano che sia una mantenuta, solo perché mi vedono in giro durante il giorno (sì, incredibilmente, il Medioevo esiste ed è intorno a noi). Quindi, pensate un po', solo per il fatto di essere freelance, sto vivendo una vita fuori dagli schemi. Vi rendete conto? Però, rido, rido, ma certi di certi schemi proprio non riesco a liberarmi, sono tatuati sulla mia pelle e anche un po' sotto. E questo mi fa girare le palle ancora di più del fatto di sentirmi una gran codarda. Poi c'è la menata del senso di responsabilità, del non voler dare un dolore ai miei genitori, e mille altre paranoie mentali che risiedono solo dentro la mia testa. 

Qualche giorno fa ho letto questo status, su Facebook: "con un po' di coraggio (e senza dare troppe spiegazioni), si può fare quello che si vuole". Lo ha scritto Elisa Chisana Hoshi, che vive la vita che vorrei vivere io e che io ammiro profondamente, proprio per la sua capacità di fare della propria vita quello che desidera. Insomma, è un poì come se continuassero ad arrivarmi messaggi, che ovviamente continuano a provocarmi domande. Riuscirò mai ad avere il coraggio di cambiare la mia vita? Sarà forse un falso desiderio, il mio? Non è che il segreto della felicità è accontentarsi di quello che si ha? Non sarà che la felicità è sopravvalutata? 

Ma ditemi, voi avete un grande sogno da realizzare? Il coraggio di vivere la vita a modo vostro lo avete avuto? Lo vorreste avere? Vi sta bene così? Avete voglia di raccontarmi cosa ne pensate?

giovedì 21 maggio 2015

In viaggio con Michela: Pieve a Pava

Buongiorno! Oggi torna Michela e ha deciso di farci sognare alla grande. Senza allontanarci troppo da casa, nella vicina Toscana, scopriamo un angolo di paradiso. Un luogo che fa venire voglia di mettere due cose in valigia, saltare in macchina e correre là, a godersi relax, coccole e bellezza. Grazie Michela per questo ennesimo, meraviglioso, viaggio virtuale. 

Ci sono luoghi scelti dopo accurata ricerca, altri è il destino a sceglierli per me e all’ultimo momento.  

Così è stato per Pieve a Pava. 


Temevo la tanta distanza da casa per una fuga di soli tre giorni, e si sa, più lontana è la meta, altrettanto lungo e trafficato è il viaggio di ritorno, specie in un ponte festivo. Matematico!  Oggi posso dire che ne sia valsa la coda

Pieve a Pava è diventato da subito un “mio luogo del cuore" , in quella parte di Toscana che mi piace definire perfetta, la Val d'Orcia. La perfezione si trova nei colori, nitidi e fermi, nella sinuosità delle colline delle Crete e tra le vie dei borghi, silenti e romantici. 


E proprio alle porte del borgo medioevale di San Giovanni d'Asso, nel cuore delle Crete Senesi, sorge questa meravigliosa guest house, recuperata da un'antica pieve e un casale di campagna. Un'affascinante dimora, simbiosi perfetta tra passato e presente. La sapiente ristrutturazione non ha intaccato il gusto tipico delle antiche case di campagna, il minimalismo rustico è pura gioia per gli occhi. 


Le sei suite sono molto raffinate, lo stile rural chic e l'originalità dei complementi di arredo le rendono così belle da volervi trascorrere più tempo possibile. La mia suite si chiamava Il Rifugio. Non nascondo di essere stata in parte contenta del maltempo di quei giorni, costringendomi a oziare pigramente la mattina o di ritorno da un pomeriggio di visite. 


Si è accolti da Johny e Rita, una coppia belga che gestisce il b&b e contribuisce a rendere questo posto unico, così bello da non volerlo più lasciare. Persone accoglienti e premurose che già dopo poche chiacchiere sembrava conoscere da sempre. 


L'area living rappresenta il centro vitale e social della guest house, con il caminetto, la musica classica in sottofondo, i bellissimi libri e l'angolo bar a disposizione ed è qui che gli ospiti si trattengono per l'aperitivo. Chi si ferma a cena può apprezzare le superbe doti culinarie di Rita oppure attendere la colazione, quando sforna pane e torte deliziosi. Insuperabile la sua macedonia fresca. E che meraviglia mangiare tutti insieme, very tuscany. La grande tavola è apparecchiata con cura e ricercatezza, le stoviglie in ceramica e i tessuti in fiandra provengono dal Belgio, così come le preziose lenzuola in tela di lino. 


Anche il tè bianco del buongiorno arriva da Anversa ed è stato per me il sapore indimenticabile della vacanza. Rita, il tuo tè aveva un aroma meraviglioso ed io non ti ho chiesto quale.  Ho una buona scusa per tornare, magari per una sessione di pilates insieme o per partecipare a un tuo corso di cucina. 

martedì 19 maggio 2015

A week of dreams #12

Buongiorno. Torna Katiuscia e la sua settimana piena di ispirazioni, lasciandoci come sempre a bocca aperta per la bellezza che riesce a scovare. Rifatevi gli occhi!

Ciao a tutti! Come state? Siete pronti per affrontare una nuova settimana? Io, detta proprio con il cuore penso sempre più alle vacanze! Comunque veniamo alla nostra settimana di sogni! Questa volta ho scelto di mostrarvi le opere di Valerio Berruti, artista mio conterraneo che mi lascia sempre senza parole. Sono letteralmente affascinata dalla sua opera. Se avete fatto un giretto in Langa è molto probabile vi siate imbattuti in una delle sue opere all'aria aperta,se ancora non vi siete fatti un giretto in Langa, cosa state aspettando?




venerdì 15 maggio 2015

Wishlist del venerdì

Ma ciao, amici miei carissimi adorati. Come state? Ve li siete goduti i meravigliosi giorni d'estate appena passati? Io ho fatto il possibile, anche se avrei preferito stare coricata davanti al mare invece che chiusa in casa al computer, ma vabbé, si fa quello che si può. Ho compensato con lunghe passeggiate serali col cane, a godermi queste luminose sere di maggio in cui tutto sembra possibile, e mi sono ritagliata piccole pause pranzo al sole. E ovviamente ho fatto il pieno di desideri, che non sia mai che passi un giorno senza che io sogni ad occhi aperti. Quindi, eccola qui, dopo un qualche tempo, una nuova wishlist del venerdì.

1. Come sempre, come ogni primavera, mi prende la smania del giardino. L'angolo dietro casa, che ignoro per buona parte dell'anno, diventa improvvisamente l'oggetto di tutte le mie attenzioni. Comincio a spostare vasi, comperare piante, fiori, improbabili fenicotteri rosa e lampade colorate, immaginando la prima cena con gli amici. In tutto questo vorrei disperatamente diventare esperta di piante e fiori. Vorrei saper riconoscere al volo quei bellissimi fiori blu che vedo nell'aiuola del vicino, oppure certi fiori di campo che mi piacciono così tanto. Vorrei sapere come trattare la mia nuova piantina di lemongrass e non far più soffrire il timo, quest'anno. E allora, come sempre mi capita, riempio il carrello di Amazon di libri di giardinaggio, che poi mi trattengo rigorosamente dall'acquistare. Negli ultimi giorni ho aggiunto questi, giusto per citarne alcuni. 


2. E insieme alla passione per il giardino, ogni anno d'estate, mi torna quella per i tatuaggi. Così come i libri di giardinaggio, che non acquisto già sapendo che poi non li leggerò, cerco di ignorare l'innamoramento per i tatuaggi fino a settembre, quando si richiuderà nell'armadio insieme alle maniche corte. Però forse quest'anno sarebbe il caso di lanciarmi sui tatuaggi temporanei, continuo a vederne di bellissimi e ancora non capisco perché non ne abbia già acquistati a bizzeffe. In questo periodo, sono innamorata di questi tatuaggi floreali di Tattoorary. No, dico, ma non sono favolosi?



3. Non so se vi ricordate, ma tempo fa avevo espresso il desiderio di essere invitata ad un matrimonio, per poter indossare qualche bel vestito elegante. Benissimo, come spesso capita, i desideri si avverano e quest'anno sono invitata a due matrimoni. Io adoro i matrimoni e ne sono felicissima, ma sono già in panico. Riuscirò a trovare il vestito perfetto? Quello vintage ma non da vecchia, colorato senza sembrare la regina Elisabetta, raffinato ma non noioso, un vestito come questo qui sotto, insomma. Ditemi di sì, non vorrei trovarmi costretta a indossare i soliti pantaloni neri, all'ultimo minuto, perché per l'ennesima volta non ho trovato "il vestito". 

mercoledì 13 maggio 2015

Leggermente: La Grande Traversata


Mi sono accorta che, involontariamente, questo Leggermente è diventato una perfetta alternanza di "recensioni" di libri per bambini e libri per adulti. Le scelte sono state completamente casuali, decise dalla pancia e dagli incontri fortunati avvenuti in libreria e sulla rete, dunque credo che non forzerò affatto le cose e lascerò che il mio istinto continui ad essere la guida di questa avventura.

Il libro di oggi è un grande (per dimensioni, ma non solo) volume per l'infanzia, definizione in cui io per prima non credo affatto, dal momento che raramente le pubblicazioni per i più piccoli non sono altrettanto adatte per un pubblico più datato.
Il titolo è La Grande Traversata, di Agathe Demois & Vincent Godeau, edizioni L'Ippocampo.
Una bella ed esaustiva recensione in realtà esiste già e la trovate qui, sono però dell'idea che i pareri sui libri non siano mai troppi e, soprattutto, mai uguali, perciò vi beccate anche la mia. Tiè.


La grande traversata è un libro tutto rosso (anche un po' azzurro, in verità), il protagonista è rosso pure lui e Beccorosso è il suo nome. Beccorosso è un uccello in partenza, deve affrontate un lungo viaggio migratorio ma, a differenza dei puntualissimi compagni, lui arriva molto in ritardo e non gli vengono risparmiate sgridate e ramanzine. Cosa ha fatto per raggiungere "L'Altra Parte" così lentamente? Ha osservato. Si è perso nelle varie tappe del suo viaggio perché se le è godute fino in fondo. Ha attraversato foreste, orti, città, zone industriali, stazioni affollate e in ogni luogo ha trovato storie e mondi paralleli a cui dedicare tempo e attenzione.


Ecco la fine che farete pure voi, lettori de La Grande Traversata: impossibile sfogliare questo libro senza dedicargli tempo e attenzione. Nella recensione che vi ho proposto poco fa c'è una frase che dice: "E' un esercizio di pazienza, è un esercizio di fantasia, perché all'osservatore tenace è anche richiesto di scoprire ed inventare, perché no, i nessi, le storie, le relazioni, per poi ricominciare da capo". Beh, è proprio così.


Difficile spiegarvi quello che le pagine nascondono, quello che resta aggrovigliato nei fittissimi disegni rossi. Vi basti sapere che dietro la copertina vi viene offerta una lente, una sorta di filtro in grado di svelarvi le decine di mondi azzurri celati dietro alle storie apparenti. Beccorosso attraversa il reale e scopre tutto quello che esiste sotto la sua superficie, potrete farlo anche voi e immaginarvi come vi sareste sentiti se vi fosse capitato questo libro tra le mani all'età di, chessò, otto anni. Io sarei impazzita, visto che in questi giorni, che di anni ne ho trentatrè, lo sfoglio spesso e ogni volta scopro una scena nuova, un angolo che avevo trascurato, una piccola storia nascosta.


Quindi, cosa posso dirvi di più se non di comprarlo e lasciarvi affascinare da un' idea bizzarra quanto geniale e da una serie di disegni che, davvero, sono di un gusto meravigliosamente delicato e  unico? Nulla, a parte la parola che ho scelto come citazione: "Eppure...".

Alla prossima! 

lunedì 11 maggio 2015

Ti regalo un libro


Maggio è iniziato già da un pezzo ed è ora di regalare due libri! Questo mese vi regalo Come la vita di Paco Ignacio Taibo II e La generazione di Simone Lenzi. 

Se li volete, sono vostri. Lasciatemi solamente un commento qui sotto e provvedo alla spedizione. Più libri per tutti! 

mercoledì 6 maggio 2015

Mi piace quando Vero preme play

Veronica è in Canada, ormai lo sapete. Quando è partita era piena di malinconia, ma io sapevo che quella terra l'avrebbe conquistata. Lo sapevo io, in fondo in fondo lo sapeva anche lei. E questo post dimostra quanto io avessi ragione. Che bello scoprire cose nuove, che bello innamorarsi ogni giorno, che bello che ci sia sempre della musica ad accompagnare i nostri giorni. Buona lettura di questo ennesimo, meraviglioso post. E non scordate la playlist, mi raccomando! 

Stevie Wonder mi piace. Sono una persona gioiosa io, rido anche con il mal di denti io, ho alcune delle migliori incipienti rughe d’espressione. Stevie Wonder mi fa sorridere moltoLa canzone di cui vi parlo è datata 1970, un anno che dà l’inizio a un decennio di musica eccellente che contiene un buon numero delle mie canzoni preferite.


Ultimamente sono stata invitata a una delle feste di addio che si fanno quando qualcuno arriva e sta per poco tempo. Una di quelle feste dove tutti ascoltano musica trash commerciale mentre tu e un paio di persone conosciute quella sera state ad ascoltare Billy Idol cantare Iggy Pop su youtube via cellulare. 

Quando sono finalmente andata a dormire erano le cinque di mattina. Mentre l’alba canadese si affacciava dai bordi dei boschi alle porte della città che mi ospita, quello che ho pensato è stato “like a fool I went and stayed too long” e da qui è partita l’idea di parlarvene, mentre me ne sto spiaggiata sul divano digitale di Cinzia che come una buona host mi sta ad ascoltare ogni volta e mi continua a viziare come solo lei sa fare.


Dicevamo, Stevie è un pezzo grosso della musica soul mondiale, una voce inconfondibile dalle mille sfumature, una voce che canta d’amore. Stevie è un genio, capace di suonare ogni strumento che rientri nel suo campo visivo, è stato un enfant prodige e all’età di quattro anni suonava già il pianoforte. E’  uno degli artisti i cui pezzi sono stati oggetto di cover da artisti del calibro di Michael Jackson, Prince, Erykah Badu (immensa lei ma questa è un’altra storia).

Ma tornando a noi, ci credete voi al colpo di fulmine? Quella sensazione di essere letteralmente cotti, brasati, dorati, conditi, insomma vi è mai capitato? A me è successo talmente tante volte che ho smesso di contarle e ogni volta che succede, ascolto Signed, Sealed e Delivered e mi ritrovo piacevolmente dipinta nelle parole di Stevie, che poi come le canta lui non viene voglia di fare il brasato anche a voi. 

Insomma, quando arriva la scarica potete fare di me quello che volete, sono letteralmente signed, drammaticamente sealed e pronta per essere delivered.

E adesso, premiamo play e sguazziamo un po’ nella scia della mia fugace cotta.


lunedì 4 maggio 2015

A week of dreams #11

Buona settimana, amici miei. Lascio la parola a Katiuscia, che torna ad ispirarci con la sua solita pioggia di bellezza e magia. Godetevela! 

Questa settimana faccio la sfacciata! Vi propongo una settimana insolitamente lunga, ma nel terreno dei sogni ci possiamo permettere anche una settimana da nove giorni, se ne vale la pena, no? I progetti creativi mi appassionano. I progetti creativi collettivi, un po' di più!

Più mani, menti e cuori. Sensibilità diverse, artisti di Paesi diversi e lontani che si incontrano, seppur virtualmente in un luogo magico, una libreria! Il progetto che si chiama The Sketchbook Project e consiste nel far convogliare il lavoro creativo di quanti vogliano partecipare, in questa libreria, la Brooklyn Art Library in Brooklyn, NY. Il supporto su cui creare è il medesimo per tutti, un quaderno con la copertina in carta craft che viene fornito dalla libreria stessa. Giunti in libreria i quaderni, decorati con le tecniche pittoriche e grafiche più svariate vanno ad unirsi alla collezione di circa 30000 sketchbook già presenti. Ogni anno poi, viene pubblicato un libro che li raccoglie tutti acquistabile in libreria oppure on line. Dal 6 maggio potete trovare quello del 2015, con la possibilità di pre-ordine. Ah! Dimenticavo! Io l'ho fatto, ed ora sono qui seduta sullo scalino di casa ad aspettare che il postino me lo consegni!