martedì 26 novembre 2013

Tea for Two

E il viaggio insieme a Daria continua...

Forza, alzi la mano chi ha canticchiato almeno una volta nella vita “ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile…”. Esatto, proprio quella de Il libro della giungla.
Dovete sapere che quella canzoncina mi prende proprio bene, specialmente nella versione di Louis Armstrong “The Bare Necessities”.
Alla fine di ogni dj set, che si chiuda con la house, con il dubstep, con l’elettronica più spinta, con del big beat o con del sano pop anni ‘80, come ultimo pezzo metto sempre “The Bare Necessities”. E’ il mio modo di salutare e ringraziare tutti i presenti. Mi piace vederli cambiare registro, guardarli saltellare su questo pezzo e mandarli a casa sorridenti. Mi piace ricordare che, nella vita, bastano davvero poche briciole.
E per ricordarlo anche a me stessa, torno spesso nel Paesino. In Alta Langa, su, su, su, in cima a una collina. Dove non passano treni o autobus, dove non ci sono mai stati i semafori, dove in ogni casa c’è almeno una stufa a legna e ci si buttano sopra le bucce dei mandarini che mandano quel profumo tanto buono. Lassù, dove ci sono i boschi in cui ogni tanto mi rifugio da che ero bimba e riuscivo addirittura a infilarmi nel tronco di qualche castagno, così grande che si apriva su un lato, come nelle fiabe, mostrando un ingresso nella corteccia che era un invito per noi piccini.
Ragazzi, i boschi. Non sottovalutate il potere dei boschi, per carità.
I colori del bosco, l’odore forte e al contempo molliccio che si sprigiona dalla terra, la secchezza umida delle foglie che scricchiolano sotto i piedi, la forma degli alberi, qualcuno così imponente e massiccio che mi viene sempre voglia di dargli due pacche, come si fa con la schiena di un amico, per non parlare dell’energia che trasmettono, i boschi, facendoti sentire protetto e anche un po’ animalesco e fiero di far parte di quella bellezza.
Non bisogna essere necessariamente ecologisti o freakettoni per cogliere l’energia della natura, è successo anche quella volta a un amico, seduto in un bosco: ha appoggiato una mano sul terreno e ha sentito una vibrazione che arrivava da lì sotto ed è stata una sensazione così improvvisa e inaspettata che nemmeno la racconta volentieri, per la paura di passare per matto.
Ma è così, credetemi. Ve lo dice daria pop, amici.
Posto che i giri nei boschi rientrano nella top five dei miei viaggi preferiti, non era di questo che volevo parlare. Questo era un esempio, un mio personale punto di vista sulla semplicità. Su tutto quello che abbiamo lì, a portata di mano, e a cui non badiamo più di tanto, troppo presi dall’orologio, dall’automobile, dai tempi stretti, dalla televisione, dai social network, dalla frenesia, dagli ipermercati, dal traffico, dalle code, dai telefoni che squillano, dalle mail che dobbiamo mandare.
Stop.
Fermatevi, ogni tanto. Vestitevi male, andate nei boschi, sporcatevi, non abbiate paura di sedervi in terra, di passare in una pozzanghera che tanto lo so che da bambini vi piaceva un sacco saltarci dentro. E quindi? Mica penserete di non poterlo più fare soltanto perchè siete un po’ cresciutelli. Prendetevi una pausa e ricordatevi che, da bambini, giocavate alla “settimana”, disegnandola sull’asfalto con dei pezzi di mattoni rotti, pensate a quanto eravate felici con un pallone e una corda da saltare e chiedetevi, come faceva de gregori, “cosa sarà che ti fa comprare di tutto anche se è di niente che hai bisogno”.
Fermatevi, ovunque voi siate, per un momento, uno soltanto, e non rincorrete un altro posto, un’altra stagione, un’altra storia. Perchè una rincorsa continua e senza soste, beh. Non dev’essere un bel lavoro.
 
 

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