mercoledì 24 febbraio 2016

Leggermente: I prati di Vivian

Ho iniziato cento volte quest'introduzione e cento volte l'ho cancellata, perché mai mi sembrava all'altezza. Mi limiterò a dire che torna Leggermente, che parla di poesia e che è perfetto. Buona lettura e, come sempre, grazie Elena per la bellezza. 

Non so a cosa sia dovuta, questa ritrovata passione per la poesia. 
So solo che è tornata.
Forse dipende da una difficoltà a leggere in modo regolare di cui parlo già da tempo, forse è semplicemente un periodo così.
Il libro di oggi mi accompagna dal mese scorso, mi è stato regalato per il compleanno da Nessie (amica dispensatrice di preziosissimi consigli letterari della quale ho scritto spesso), ogni volta che lo apro mi porge un piccolo dono e mette l'accento su qualche parte di me che avevo spinto un po' più in là.




La musica che ho scelto mi pare perfetta, è legata a due concerti dove sono stata qualche anno fa a distanza di pochissimo tempo l'uno dall'altro e mi fa pensare alle cose che più amo: i boschi, le passioni silenziose, le meraviglie delicate. In questo pezzo, però, trovo sempre anche un pochino di angoscia.

La raccolta di poesie di Vivian Lamarque di cui parleremo insieme qui mi fa lo stesso effetto della canzone dei Daughter.




La Signora nel Bosco, per esempio dice così:

"Sembrava un bosco facile, con a destra e sinistra gli alberi, e in
mezzo un bel sentiero al sole e all'ombra.
Sembrava un bosco da attraversare lievemente, guardando in
alto i grandi rami che si dividevano in rami medi che si divide-
vano in rami piccoli e piccolissimi.
Sembrava un bosco facile, ma quella signora non riusciva a
uscirne più.
Il cuore le batteva a mille a mille, il sentiero era finito su se 
stesso, la notte stava per calarle addosso come una montagna".


Io credo di averlo perso il conto delle volte che mi sono sentita così: appassionata, leggera e poi improvvisamente fregata e persa in situazioni che credevo di avere scampato e che, invece, si erano presentate puntuali avviluppandosi su se stesse fino a stritolarmi.



"La paura era diventata così grande che bisognava ormai risponderle, esserci, prepararsi fermamente al disperato raduno delle forze".
Che lezione!
Da quando ho imparato, anzi, da quando ho cominciato a provare a rispondere alle mie paure, ad ascoltarle e non più solo a viverle passivamente, la mia vita è decisamente migliorata, dipendendo finalmente da me e non da qualcuno o da qualcos'altro.
Ecco cosa, giorno dopo giorno, mi sta lasciando questo piccolo libro dalla copertina (per me) piena di significato: minuscoli insegnamenti quotidiani, nuovi punti di vista che possono sembrare scontati ma non lo sono affatto, soluzioni inaspettate, comprensioni necessarie.



Scegliere la citazione non è stato semplice, e, visto che all'interno del post ho riportato diversi brani non propriamente spensierati, ho deciso di selezionare una frase che mi riempie il cuore ogni volta. Eccola:

Guarda: questa notte hanno pettinato un prato.

6 commenti:

  1. Che meraviglia! Grazie a Elena e a te, Cinzia, perché sai ospitare e veicolare tanta bellezza.
    la effe

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  2. Molto interessante! Leggo poche poesie ma quando me le consigliano poi le leggo e rileggo e sono contenta! Un'amica mi ha fatto conoscere Francesca Genti che scrive poesie e confeziona a mano i libri. http://www.sartoriautopia.it/shop/larancione-mi-ha-salvato-dalla-malinconia/

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    1. Non conosco Francesca Genti, la cercherò senz'altro!
      Grazie!

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  3. da lasciarle commenti qui, su fb, sui muri, insomma ovunque, per dirle quanta pelle d'oca mi è venuta.

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