martedì 8 novembre 2016

In viaggio con Michela: Alpe Sattal

Quando sono uscita con il cane, stamattina presto, il freddo era pungente e i prati erano coperti di brina. Il naso colava, le mani erano arrossate, ma io non potevo essere più contenta. Mattinate come queste sono una benedizione dal cielo. E, ora che finalmente è arrivato il freddo vero, che bello leggere di questa gita in montagna e guardare queste splendide foto. E riflettere su queste parole di saggezza, che - per quel che mi riguarda - sono arrivate dritte dritte al punto su cui, dentro al cuore, mi struggo maggiormente. Ovviamente, mi sono anche un po' commossa. Grazie a Michela, che come sempre ci regala un post prezioso e un nuovo luogo da aggiungere alla lista delle cose da vedere. Buona lettura!


È passato quasi un anno dalla mia salita all'Alpe Sattal e sono convinta sia stata una tra le esperienze più significative ed indimenticabili della mia vita.

A oltre 2000 metri sopra Alagna Valsesia, ai piedi del Monte Rosa, sorge la baita di Giuseppe, un uomo al "suo posto", come lui stesso ama definirsi. E il posto è l'Alpe Sattal. 

La baita è completamente isolata e si raggiunge con il sentiero n. 9 dal pittoresco villaggio walser di Ronco di Alagna. Una salita decisa di oltre due ore, quattro se c'è neve, con dislivello di 840 metri. Quel giorno di neve ce n'era tanta, che tradotto significa una bella faticata. Mai mi sarei immaginata che saremmo rimasti bloccati lassù, sino all'indomani, senza nulla con noi. Ecco perché quella che doveva essere una escursione bella come mille altre, è diventata l'imprevisto più gradevole e illuminante mai vissuto


Giuseppe è arrivato a Sattal a metà degli anni novanta, dopo aver cercato il "suo posto" camminando per tutte le Alpi per quasi due anni. Sostava una settimana in ogni luogo, il tempo per ambientarsi e capire se poteva essere il posto giusto, lavorando in cambio di vitto e alloggio. 
Cercava un luogo isolato, ad un'ora di cammino dalla macchina, con acqua di sorgente, un panorama incredibile e sole anche in inverno, caratteristiche indispensabili per vivere bene. Alpe Sattal è tutto questo ed è qui che si è fermato.

La baita nasce dalle pietre di un vecchio rudere e dalla determinazione di un giovane uomo che da solo, in pochi mesi, lavorando diciassette ore al giorno, ha costruito il suo sogno, il sogno e il gioco che aveva da bambino. 
La baita non era destinata a diventare ciò che oggi è, era la casa di Giuseppe e basta. 
Il primo anno sono passate dieci persone dall'Alpe, poi la voce si è sparsa ed oggi bisogna prenotarsi per tempo. 


Vivere è viversi, mettersi in gioco, prendere coscienza del proprio potenziale e cercare una realtà in cui investirlo. Ed è proprio ciò che lui ha fatto, realizzando con ammirevole dedizione e impegno il suo sogno. Ha sempre cercato di essere con la testa, il fisico e il cuore nello stesso posto, il "suo posto". Ho ascoltato ore Giuseppe raccontare la sua storia e le sue preziose lezioni di vita. 

Mi disse...Michela, più sei al "tuo posto" e più arrivi lontano. Abbiamo una vita a disposizione per dare forma alla nostra unicità. Parole che non scorderò mai. 
Ho cucinato per tutti all'Alpe quella sera e la Via Lattea ci ha dato la buonanotte.


Restano le cose che si fanno per amore. Cit. Giuseppe Pozzi. 

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